Visto
il clima non arridente, andiamo a farci male per negozi del centro e
dove io piu’ della merce prediligo le commesse… che pensate..
intendo solo a livello caratteriale. Le piu’ interessanti sono
quelle dei negozi di alimentari quelle della pappa selvaggia. A loro
va tutta la mia comprensione e il mio sostegno u-mano e anche
u.piede. Tutto il giorno a star dietro a massaie incazzate,
pensionate depresse e scapoli con scompensi ormonali, non dev’essere
una passeggiata di salute. Ma loro lavorano a nastro, facendosi largo
a culate, pallide come rape da confrontare col tuo nero fankazzista
da spiaggia, talmente alienate da ricordarsi di essere vive solo
quando per errore si affettano un dito mentre tagliano la bresaola o
quando casca sul loro dito una forma di formaggio grana da 30 kg. Te
le ritrovi alle sette di sera schiantate sul Pollo spiedato, con i
polsi a bagno nella mozzarella Bufalella, a rantolare ancora con un
fil di voce..vuole altro? Povere stelline. Poi pero’ ci sono anche
le commesse dei negozi di abbigliamento tipo Megalo’, che si
dividono in due grandi gruppi. Quelle che hanno voglia di lavorare
sempre col sorriso sulla bocca e quelle che se ne sbattono le palle
del cliente, quelle che stanno in negozio per via dello stipendio ma
preferirebbero di gran lunga stare stravaccate al Solaris col pollice
essemessatorio. Queste campionesse mondiali di flemma acrobatica sono
commesse Mastrolindo, perche’ stanno sempre con le braccia conserte
e non fanno mai un cazzo. Appena varchi la soglia del loro negozio,
la Mastrolinda di turno ti polverizza subito con lo sguardo. Glielo
leggi negli occhi che sta pensando… Brutto porco schifoso malcagato
che il cielo prima ti stramaledica e poi ti bruci, finocchio di
merda, non potevi entrare dal tabaccaio un metro prima senza venire a
sfracassare le ovaia a me? Non vedi che son qui a leggere, rapita da
Amica?. La Mastrolinda per difendersi dagli attacchi dei clienti fa
sempre finta di niente e proprio non ti vuol cagare. Riesce persino a
mimetizzarsi con l’arredamento, come i camaleonti sui rami delle
mangrovie o come il geco sulla tenda della primadonna. Prende proprio
il colore e la forma degli scaffali. E poi fa finta di essere
sorda…Scusi?. Niente. Scusi Signorina?. Niente. Senta, per
cortesia.... Nada..zero di negativo sei come un vetro pulito col
vetril flacone per massaie anchilosate acquistato in saldo da Acqua e
Sapone.. Allora provi con una tromba tipo waca waca senza shakira.
PEEEEEEHHHHKKK... A quel punto, sopraffatta da un’ira funestissima,
smette di selezionarsi le doppie punte e con gli occhi rossi come
pomodorini sanmarzano, ti sibila a denti stretti …Dimmi. Che
tradotto in lingua corrente significa.. Che cazzo vuoi verme putrido
cassintegrato e rottinculo. E tu chiedi..Senta... di questo gilet
c’e’ mica il beige?. Non fai in tempo a dire «eige» che ha gia’
risposto NOBISOGNAVEDEREINMAGAZZINO. E allora tu pensi.. beh, adesso
la belva andra’ in magazzino se vuol vendere… sta befana .
Macche’. Non fa una piega, non si schioda di un millimetro. Se tu
non demordi e con i maroni nello zainetto le chiedi se per favore
puo’ andare a controllare, lei lo fara’. Ma non avendo i poteri
di Flash e ritornando dopo soli 20 secondi, avra’ fatto finta. E ti
dira’ un bel NO, NON ESISTE. E’ PROPRIO FUORI PRODUZIONE. A quel
punto hai due opzioni… o stringere le natiche e uscire dal negozio
come Orfeo senza voltarti indietro, oppure prenderla per il collo e
scuoterla come un albero di olive facendole uscire le protesi dalle
orecchie. Per comprare da queste commesse qui, bisogna volerlo
fortissimamente. A costo di legarsi ai piedini della cassa come
Alfieri alla scrivania. Di che parlavamo? Ah si di commesse ed era la
categoria peggiore, per la prima invece..boh finito cosi’ ed
evitate i negozi, le multe, i saldi il paghi tre porti via due e le
zone blu dipinte di blu felici di stare laggiu’.