La
fine delle SIM per come le conosciamo
Negli
anni sono diventate sempre più piccole e nel prossimo futuro è
probabile che non si vedranno più perché sostituite da schede
virtuali, con vantaggi e qualche limite..
Nel
1991 le prime SIM card da inserire nei cellulari per poter telefonare
erano grandi quanto una carta di credito.
Nei
successivi trent’anni le loro dimensioni si sono ridotte
notevolmente, proprio come quelle dei cellulari, e oggi una SIM di
formato “nano” è grande un quarantesimo della versione
originale, tanto da non essere molto pratica da maneggiare e
trasferire da uno smartphone all’altro.
Le
SIM non continueranno comunque a rimpicciolirsi perché stanno
scomparendo, per come le conosciamo, lasciando il posto alle eSIM.
La
e
nella parola eSIM fa riferimento alla parola “embedded”, cioè
“incorporata” in inglese, e dà bene l’idea della differenza
rispetto alle classiche SIM.
Invece
di doverla inserire fisicamente all’interno del telefono dopo
averla ricevuta da un operatore telefonico, una eSIM è costruita
direttamente al suo interno e viene in un secondo momento impostata
per collegarsi al proprio operatore.
Non
è una tecnologia recente: fu introdotta
per la prima volta nel 2016, ma ha iniziato a diffondersi solo
nell’ultimo periodo in seguito alla maggiore disponibilità di
smartphone in grado di gestire il sistema e di operatori che la
comprendono tra i loro servizi.
Molti
hanno imparato cos’è di recente, perché da qualche anno è una
soluzione che si è diffusa molto per avere internet sul telefono
quando si viaggia all’estero.
In
generale una SIM (Subscriber Identity Module) serve per dire al
telefono cellulare in cui si trova a quale operatore collegarsi, con
particolari credenziali che permettono al dispositivo di accedere ai
servizi telefonici.
A
ogni SIM sono associati un numero telefonico e diversi altri codici,
che servono agli operatori per identificare la singola utenza e
ricondurla a uno specifico cliente.
Fu
concepita
con l’obiettivo di avere uno standard internazionale riconosciuto
da tutti gli operatori e che consentisse alle singole persone di
cambiare facilmente telefono, conservando il proprio numero a ogni
cambio.
Visto
che i primi cellulari non avevano grandi capacità di memoria, nelle
loro prime evoluzioni le SIM davano la possibilità di estenderla un
minimo dando per esempio la possibilità di memorizzare numeri di
telefono e altri dati direttamente sulla SIM.
In
caso di cambio del telefono si potevano quindi trasferire più
facilmente i propri contatti, in un periodo in cui non c’erano
possibilità di salvare direttamente online la propria rubrica come
avviene oggi.
Ormai
da diversi anni gli smartphone hanno però enormi capacità di
memoria e danno la possibilità di gestire in modo più efficiente i
dati, compresi quelli legati al proprio numero di telefono.
Già
nel 2010 alcuni gruppi di lavoro della GSM Association,
l’organizzazione che coordina le attività dei gestori di telefonia
mobile, avevano iniziato a valutare la possibilità di abbandonare le
classiche SIM per passare a una sorta di loro versione virtuale, che
non prevedesse l’uso di una card esterna da inserire nei
dispositivi. Dopo un confronto con i principali produttori di
smartphone, nel 2016 fu presentata una prima versione delle eSIM, che
iniziò lentamente a diffondersi soprattutto grazie
all’interessamento di Samsung e di Apple, due dei più grandi
produttori di telefoni cellulari al mondo.
Oggi
gli smartphone prodotti da queste due aziende e da diverse altre
società sono compatibili
con la tecnologia eSIM, o la adottano in modo esclusivo.
Gli
iPhone dalla versione 14 in poi venduti negli Stati Uniti, per
esempio, non hanno più lo sportellino per inserire una SIM fisica e
prevedono di essere associati alla nuova versione virtuale, grazie a
un accordo con gli operatori attivi nel paese.
Gli
iPhone venduti fuori dagli Stati Uniti hanno invece ancora l’opzione
per la SIM fisica, ma possono anche essere utilizzati con il nuovo
sistema.
Cosa
fa una eSIM
All’interno
di uno smartphone con eSIM c’è un microchip che svolge le funzioni
di quello solitamente presente su una normale SIM, riconoscibile dal
rivestimento esterno dorato.
Il
circuito è saldato direttamente sul telefono e non può essere
rimosso, ma per il resto assolve alle medesime funzioni delle SIM
rimovibili.
A
differenza di queste ultime non viene però fornita da uno specifico
operatore telefonico e deve quindi essere associata a una società
telefonica nel momento in cui si imposta il telefono.
Esistono
vari sistemi per l’attivazione di una eSIM, di solito attraverso
un’applicazione o una procedura online che viene fornita dagli
stessi operatori.
Una
volta assegnata, l’eSIM diventa il riferimento della propria
compagnia telefonica con i vari codici identificativi che servono per
accedere alla sua rete e per identificare il proprietario del numero
di telefono, in modo da fornirgli i servizi cui è abbonato.
Tutti
i principali operatori telefonici attivi in Italia come TIM,
Vodafone,
WINDTRE,
Fastweb
e Iliad
danno la possibilità di utilizzare una eSIM.
Se
si possiede una SIM tradizionale possono essere necessari alcuni
passaggi in più rispetto all’impiego di un’applicazione o a
inquadrare un QR Code: è quindi importante informarsi presso il
proprio operatore.
Quali
sono i vantaggi
Secondo
la GSM Association e diversi esperti le eSIM offrono diversi
vantaggi, a cominciare dalla maggiore comodità di non dover
conservare, maneggiare e trasferire una card fisica, che ormai ha
raggiunto le dimensioni di pochi millimetri.
Non
c’è più il rischio di perdere la SIM, per esempio, oppure di
danneggiarla mentre si prova a estrarla o a inserirla in un altro
smartphone.
Nel
caso in cui il proprio smartphone venga perso o rubato, aumentano le
probabilità di poterlo trovare usando le funzioni per localizzare il
proprio telefono, visto che non può essere rimossa la SIM che lo
mantiene collegato alla rete cellulare.
Nel
caso di furto la SIM non può nemmeno essere distrutta e ci sono
maggiori possibilità di bloccarla rendendo di fatto inutilizzabile
il telefono.
I
produttori di smartphone possono inoltre realizzare telefoni con una
parte meccanica in meno, come lo sportellino per inserire e
conservare la classica SIM, riducendo i rischi legati all’usura o a
rotture accidentali.
Aumentano
inoltre le possibilità di costruire smartphone che siano resistenti
all’acqua e alla polvere, con minori complessità rispetto ai
modelli realizzati finora.
Le
eSIM possono poi essere impiegate in dispositivi diversi dagli
smartphone, come per esempio gli smartwatch e i tracker per non
perdere chiavi, borse e accessori.
Il
vantaggio che viene spesso segnalato
è legato alla possibilità di avere su un medesimo smartphone più
numeri di telefono, visto che le eSIM possono mantenere le
informazioni di registrazione con più operatori allo stesso tempo.
Le
capacità variano a seconda dei produttori, ma il sistema è comunque
più pratico rispetto a quello degli smartphone che possono gestire
un paio di SIM tradizionali contemporaneamente. Nel caso di un
viaggio all’estero, per esempio, diventa possibile acquistare una
eSIM temporanea da uno dei gestori telefonici attivi nel paese di
destinazione in modo da accedere più facilmente alla rete cellulare
locale, evitando le spese per il roaming.
Svantaggi
Il
principale svantaggio di una eSIM è che se si rompe lo smartphone il
trasferimento del numero in un altro dispositivo non è immediato
come estrarre una classica SIM card dal cellulare rotto e inserirla
in uno funzionante.
In
caso di emergenza potrebbe quindi essere più difficile poter usare
velocemente il proprio numero, senza un intervento da parte del
proprio operatore. In altre parole, non ci si può far prestare da
qualcuno uno smartphone all’interno del quale inserire la SIM,
perché questa non è rimovibile e se il telefono di partenza è
rotto è impossibile effettuare il trasferimento dalle sue
impostazioni.
Gli
operatori telefonici hanno da sempre uno stretto controllo sulle
proprie SIM, sia per questioni di sicurezza sia per tenere sotto
controllo alcune delle attività dei loro clienti, mentre avevano
meno margini di intervento sui dispositivi veri e propri.
Con
le eSIM gli operatori hanno un controllo maggiore, banalmente perché
se si vuole cambiare telefono è necessario passare attraverso app o
servizi forniti dalle compagnie telefoniche stesse per poterlo fare.
I
sistemi saranno comunque sempre più automatizzati, anche per motivi
pratici di gestione di milioni di clienti.
Negli
Stati Uniti, dove il passaggio alle eSIM procede speditamente
soprattutto per via della scelta di Apple di vendere i nuovi iPhone
solo con questo sistema, non sono stati segnalati particolari
problemi.
Nel
caso dell’attivazione di un nuovo iPhone, per esempio, è prevista
una procedura automatica per il trasferimento del numero e soluzioni
simili iniziano a essere utilizzate anche da alcuni dei principali
produttori di smartphone Android.
Ci
sono comunque casi in cui le cose non funzionano come dovrebbero e si
deve contattare il proprio operatore, fornendo il codice
identificativo del proprio dispositivo in modo che a questo sia
assegnato il numero in precedenza presente sulla SIM tradizionale.
La
fine delle SIM
Il
passaggio dalle SIM tradizionali alle eSIM in tutto il mondo
richiederà diversi anni per essere completato, ma è opinione
diffusa tra gli esperti che sarà sostanzialmente inevitabile visto
che tutti i produttori più grandi hanno scelto questa soluzione
insieme agli operatori.
Ci
si aspetta che i sistemi per trasferire il proprio numero da una eSIM
a un’altra diventino più semplici e che non richiedano l’ausilio
di un computer o di un altro dispositivo, visto che molte persone non
possiedono un PC soprattutto nei paesi con economie poco sviluppate.
La
scomparsa delle SIM porterà comunque anche a un piccolo
miglioramento dal punto di vista ambientale, visto che non dovranno
più essere prodotti i supporti in plastica e le confezioni in cui
sono vendute.
Viste
le dimensioni che hanno raggiunto potrebbe sembrare poca cosa, ma si
stima che nel mondo ci siano circa 8,6 miliardi di abbonamenti a
servizi di telefonia mobile.