Per la serie “sputtaniamo i grandi del passato” oggi punto l’occhio sulla grande carogna che è riuscita ad imbrogliare mezzo mondo con le sue balle alias Colombo Cristoforo.
Si dice che sia nato a Genova in Vico Diritto di Ponticello angolo Via Dante nel quartiere Portoria, e datosi che il padre tessitori aveva altro da fare al 26 ottobre 1451 ne denuncio’ la nascita al 31 giorno di paga da festeggiare con le vulvivendole.
Per quanto riguarda l’infanzia è meglio sorvolare, non frequentò scuole ma venne istruito dal padre mentre tinteggiava le tende dei postriboli di via Pre’ e pero’ Lope de Vega definì il genovese :" No savio, pero indoctrinado" cioè "non un sapiente, però una persona istruita" e questo in contrasto di quelli che lo definiscono nient'altro che un marinaio abile, ma testa di vitello..
Colombo sapeva leggere e scrivere (e già in quel periodo era
tanta roba).. conosceva il latino, il castillano e il portoghese e si
esprimeva anche in quella lingua che poi diventerà l'italiano..
sapeva di matematica, algebra e astronomia e conosceva la geografia
così come aveva appreso dagli scritti di Eratostene, Posidonio di
Apamea e dalle carte di Paolo Toscanelli.(che non è il tabaccaio di Porcaro city).
Ma non voglio tediarvi oltre su cose che potete trovare in wikipedia e torno al racconto stringendo il discorso..
Donc.. esso voleva raggiungere le Indie, sì, ma a quanto pare era troppo idiota per capire dove stava andando.
Invece ha trovato l'America, ed ecco come è nato il mito di questo povero coglione che ha “scoperto” un continente già abitato da milioni di persone.
Colombo non era esattamente il classico riccone aristocratico che sputava su tutto.
Quando ha iniziato a scassare la minchia alla corte spagnola con le sue grandi idee, era più o meno uno che viveva alla giornata.
Sì, aveva i suoi contatti e non era certo un miserabile senza un ghello, ma la sua vera ricchezza era la sua insistenza nel rompere lo sferisterio a chiunque, pur di farsi finanziare il suo viaggetto.
Il misero ha passato anni a leccare il culo a chiunque contasse qualcosa, cercando di vendere questo piano geniale per arrivare in Asia passando dall’altra parte del globo.
Era convinto che il mondo fosse più piccolo di quanto fosse realmente e questo genio della geografia non si è nemmeno preso la briga di calcolare correttamente le distanze..
Ma tanto, chi se ne futte?
Alla fine, i Re Cattolici di Spagna – Ferdinando e Isabella – gli hanno dato retta in quanto erano con le braghe sfondate e quindi pensarono: ”Ma sì, finanziamo questo povero idiota, magari trova qualcosa e ci arricchiamo tutti”.
Così Colombo Cristoforo ebbe il grano per acquistare le famose tre Caravelle..
apro una parentesi sulle imbarcazioni..
Partiamo con la celebre Santa María, che in realtà era una caracca battezzata Gallega e non una caravella come le sue consorelle.
La nave di proprietà di Juan de la Cosa, uomo di fiducia dell'esploratore genovese, proprio a causa delle sue enormi dimensioni affondò per via di una disattenzione dell'equipaggio. Proprio a causa di una disattenzione di un giovane mozzo, la caracca si incagliò sulla barriera corallina di Haiti.
Della Pinta invece, non si hanno notizie certe.
Si presuppone che giaccia ancora tutt'oggi nei fondali marini americani in attesa di essere rinvenuta.
Di questa caravella non si conosce nemmeno il nome reale. Pare infatti che Pinta fosse appunto un soprannome derivante da "variopinta", che stava a sottolineare le molteplici colorazioni delle vele.
Infine, Niña, il cui nome era Santa Clara.
Di essa si sa che fece ritorno in Spagna, ma dopo essere partita alla volta del Venezuela non si hanno più sue notizie.
Tralascio il viaggio e la storia degli specchietti in cambio di viveri e passo al dopo “scoperto” le Americhe (cioè dopo aver fatto finta di non vedere che c’erano già popolazioni lì da millenni), le cose sono un po' cambiate.
Gli accordi con la corona gli davano un bel pezzo di torta: un 10% su tutto quello che veniva scoperto e commercializzato dalle nuove terre.
Mica male per un incapace del genere.
Se ci pensi, bastava trovare un po’ d’oro o argento, e Colombo sarebbe stato ricco come un faraone.
Ma come al solito, questo babbeo ha gestito malissimo la situazione.
Persino America prende nome da Amerigo Vespucci (però il Cristoforo ha dato nome alla Colombia).
A un certo punto ha perso tutto il controllo delle terre che aveva “scoperto”, è stato denunciato per la sua gestione delle colonie fu pure denunciato di genocidio presso gli indigeni del posto e addirittura spedito in catene in Spagna.
Figura di merda, eh?
Aveva il mondo ai suoi piedi e si è fregato da solo.
Non è mai diventato l’uomo più ricco del pianeta come avrebbe voluto.
Al massimo, ha avuto qualche soldo in più per rovinarsi la vita.
Alla fine dei conti, era un povero fesso che ha fatto qualche soldo, ma niente di straordinario.
Ha passato gli ultimi anni a lamentarsi per non aver ricevuto tutto ciò che gli spettava come Vicerè.
Un uomo che ha avuto tutto e che, alla fine, si è fregato per la sua incompetenza, egoismo e visione errata del mondo e a solo 55 anni ovvero al 20 maggio 1506 si tolse dai piedi lasciandoci l' America che ci sta manovrando e per questo noi lo abbiamo messo sulle 5.000 vecchie lire alias 5,34 eurini.
Un fallimento completo e ripeto che questo è un mio punta di vista.
ps..per
tornare al titolo del post, la festività non deve essere per forza
il 12 ottobre ma il secondo lunedì del mese e non tutti la
festeggiano, di fatto Los Angeles l’ha abolita rimpiazzandola con
una giornata per commemorare “le popolazioni
indigene, aborigene e native vittime del genocidio”.Ad onor del falso
non tutti sanno che in Italia nel 2004 il governo Berluska al 12 ottobre
è stata istituita la Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo per celebrare la storica impresa e nello stesso giorno è anche il Chocoday ovvero la festa del cioccolato per ricordare l'arrivo in Europa del cacao importato dal genovese.