Elvira e’ avvilita. Teme che il suo matrimonio sia ormai da rottamare. Ettore non e’ mai stato un uomo capace di grandi afflati romantici, ne’ un vulcano di passione sempre in attivita’. Nessun amore forsennato. Piuttosto un sentimento docile. Un mite trasporto. Ettore e’ uno da pullover grigio scatola da scarpe e calzone di vigogna col risvolto. Non puoi certo aspettarti di vederlo ballare il flamenco sul tavolo del cucinino a dorso nudo, con la bandana e una rosa tra le fauci. Pero’ adesso, dopo ben 4 anni di matrimonio, ha raggiunto il classico stadio dell’intontimento sentimentale. Dell’abulia appassionata. Ha la verve di un’attinia. Forse sente il peso degli anni e anche dei chili. Dire che e’ diventato grasso non e’ esatto. Diciamo che si e’ inspessito. Non e’ piu’ un uomo. E’ un muro portante. Volendo abbatterlo devi proprio fare domanda al catasto. Anche il livello del testosterone si e’ abbassato ulteriormente e ridotto proprio al minimo sindacale. E cosi’ Elvira, dopo mesi di autocombustione, l’altra sera a cena, buttando pigramente le palline di pasta reale nel brodo del consomme’ gli ha detto con nonchalance: «Perche’ non doni i tuoi testicoli alla scienza?... tanto per quel che ti servono. Mi sembra di stare con mio bisnonno. Guarda, caro mio, che se non la smetti di darmi per scontata mi cerchero’ un amante. D’altronde hai fatto per anni il bue nel presepe vivente della parrocchia... sei abituato a tenerti le corna sulla testa».Apriti cielo. Si e’ scatenata una buriana d’accidenti. Meno male. Almeno si e’ scatenato qualcosa. E ovviamente e’ partita la stura delle recriminazioni. «Tu non mi regali mai dei fiori», gli ha detto Elvira. E lui: «Non e’ vero. Una volta te li ho portati». «Certo, un mazzo di ranuncoli di plastica». «Beh, perche’ almeno non appassivano». «Tu non mi mandi mai messaggini d’amore al telefonino» lo ha rimbrottato ancora lei. «Ti sbagli - ha detto lui - te ne ho mandati due». «Infatti. In uno c’era scritto: Compra due petti di pollo». E nell’altro? «Pure. Avevi schiacciato due volte invio». «Ti sei addirittura tolto la fede» lo ha ripreso lei. E lui: «Non sopporto il ristagno del sapone della scanalatura dell’anello». Insomma. Cosi’ vicini cosi’ lontani. Da qualche giorno sono cominciate le manovre di riavvicinamento. Lei ha rispolverato i ranuncoli di moplen e lui l’altra sera, prima di andare a letto ha messo su un disco. Per creare l’atmosfera. Non proprio adattissimo, visto che era il coro dell’Armata Russa. L’indomani ho chiesto a Elvira com’e’ stato. «Impegnativo», mi ha risposto. «Mi e’ sembrato di fare l’amore con un esercito di cosacchi che mi saltavano sul materasso>>.