Eccoci
al solito break estivo che non inficia la chiusura momentanea del blog
e penso alle parole che, all'improvviso entrano a far parte del nostro
vacabolario e della nostra vita, che tutti fingono di conoscere pur
non conoscendone il vero significato e mi riferisco allo Spread
evitando accuratamente di illustrarlo e copiaincollare il risultato dei
motori di ricerca, cogliendone il significato che gli Italianietti gli
attribuiscono, quelli del tipo...ehi e’ l’ora di farci un aperitivo,
ci buttiamo giu’ uno Spread? Dai facciamoci male ma io lo prendo
mischiato ad acqua altrimenti mi gioco la patente,, oppure.. «Come va
lo Spread oggi?». «Azz..Sta messo male». «Mii, non ci sono piu’ gli
Spread di una volta». «Minchia, hai ragione, non ci sono piu’ gli
Spread di quando ero bambino io, rimembro che stavano degli Spread
grossi come angurie e godevi come un selvaggio mangiandoli freschi e
sputando i ghiandolini nei finestrini delle auto di passaggio».o anche
«Da bambino, mio padre mi dava degli Spread da farmi girare la testa
dall’altra parte facendomi fare dei salti mortali carpiati con doppio
avvitamento e vomito incorpored!».
Quante cazzate vero? Eppure queste parole cambiano le nostre abitudini, parole che, appena sveglio ti catturano e, fino all’ora di andare a dormire, non ti lasciano piu’ e restano attaccate come cozze. Appena qualche giorno prima, al mattino, mentre buttavi giu’ il caffe’, guardavi le previsioni del tempo o l’oroscopo di zia Concetta, adesso accendi la TV per sapere cosa si prevede per lo Spread giornaliero. Appena qualche giorno prima, in ufficio, quando il boss non ti guardava, andavi su Facebook per vedere se quella tua amica aveva risposto al tuo messaggio.. adesso, quando il boss non ti guarda, vai su Internet per vedere a che punto e’ lo Spread, e il boss non ti guarda, perche’ e’ impegnato a controllare lo Spread sul suo computer.
Insomma ci sono parole che riescono a ottenere, almeno in Italia, quello che tutta la nostra indignazione non e’ riuscita a ottenere scendendo in piazza, parole contro le quali, d'ora in poi, dovremo orientare la nostra indignazione perche’ sono come il latinorum di don Abbondio, parole buone per imbrogliare i poveri pirla, parole con le quali danno forma nuova a vecchie paure. Lo Spread e’ come la carestia di un tempo, come la peste, come lo sbarco dei Saraceni.. non puoi farci nulla, non dipende da te. Hai passato una vita al tornio, all'altoforno o dietro una scrivania, hai passato una vita a lavorare per mettere da parte quei quattro soldi che dovrebbero garantirti una vecchiaia serena e, di colpo, ti accorgi che, se vuole, la misteriosa entita’ che controlla i mercati, quei risparmi te li castiga in un minuto, perche’ c'e’ lo Spread. Alle 8 di mattina il tuo paese e’ solido, alle 17 e’ sull' orlo del fallimento, il giorno dopo e’ di nuovo un paese affidabile. Ci sono parole come catene, che ci rendono schiavi dei signori degli indici che lavorano per le agenzie internazionali di rating.. il tuo benessere, la tua sicurezza non dipendono piu’ da quanto sei disposto a faticare, dipendono dallo Spread. Ci sono parole per le quali non ho piu’ parole e dallo Spread ci guardi Iddio che dagli amici mi guardo io.
Quante cazzate vero? Eppure queste parole cambiano le nostre abitudini, parole che, appena sveglio ti catturano e, fino all’ora di andare a dormire, non ti lasciano piu’ e restano attaccate come cozze. Appena qualche giorno prima, al mattino, mentre buttavi giu’ il caffe’, guardavi le previsioni del tempo o l’oroscopo di zia Concetta, adesso accendi la TV per sapere cosa si prevede per lo Spread giornaliero. Appena qualche giorno prima, in ufficio, quando il boss non ti guardava, andavi su Facebook per vedere se quella tua amica aveva risposto al tuo messaggio.. adesso, quando il boss non ti guarda, vai su Internet per vedere a che punto e’ lo Spread, e il boss non ti guarda, perche’ e’ impegnato a controllare lo Spread sul suo computer.
Insomma ci sono parole che riescono a ottenere, almeno in Italia, quello che tutta la nostra indignazione non e’ riuscita a ottenere scendendo in piazza, parole contro le quali, d'ora in poi, dovremo orientare la nostra indignazione perche’ sono come il latinorum di don Abbondio, parole buone per imbrogliare i poveri pirla, parole con le quali danno forma nuova a vecchie paure. Lo Spread e’ come la carestia di un tempo, come la peste, come lo sbarco dei Saraceni.. non puoi farci nulla, non dipende da te. Hai passato una vita al tornio, all'altoforno o dietro una scrivania, hai passato una vita a lavorare per mettere da parte quei quattro soldi che dovrebbero garantirti una vecchiaia serena e, di colpo, ti accorgi che, se vuole, la misteriosa entita’ che controlla i mercati, quei risparmi te li castiga in un minuto, perche’ c'e’ lo Spread. Alle 8 di mattina il tuo paese e’ solido, alle 17 e’ sull' orlo del fallimento, il giorno dopo e’ di nuovo un paese affidabile. Ci sono parole come catene, che ci rendono schiavi dei signori degli indici che lavorano per le agenzie internazionali di rating.. il tuo benessere, la tua sicurezza non dipendono piu’ da quanto sei disposto a faticare, dipendono dallo Spread. Ci sono parole per le quali non ho piu’ parole e dallo Spread ci guardi Iddio che dagli amici mi guardo io.