Ho
un desiderio. Profondo. Almeno una volta nella vita poter vedere un
film dell'orrore in cui l'eroina non sia una demente incutita. Non dico
un film interpretato da Rita Levi Montalcini o dalla Cristina Trivulzio
di Belgioioso, mi accontento di un film in cui sta protagonista non
ragioni come un celenterato in menopausa o come la Immacolata quella del
ristorante vicino al barbiere. Insomma, in una pellicola classica il
mostro assassino comincia a perseguitare la disgraziata dopo pochi
secondi. E noi spettatori del belino lo identifichiamo gia’ dal primo
fotogramma. Lei invece la trucida, l'ottusangola, non se ne accorge. E
dire che non e' difficilissimo. Il maniaco combinazione ha tre mani,
sopracciglia cespugliose come il parco della rimembranza o le gambe
della Giovanna quella dell’oreficeria del prosciutto, due canini
esagerati e quasi sempre insanguinati, ha amici licantropi e sviene
tutte le volte che sente pronunciato il nome "Maria". La protagonista si
chiama Maria ovviamente, che te lo dico affa', ma non quella
Maria..Quella con la Q ipermaiuscola e’ la numero uno e apro una
parentesi..quando scendi sulla spiaggia di Casalbelino non puoi
sbagliare.. basta che dici Ave o Maria e hai salutato l’80 per cento
delle sign’ore stese al sole. Ad ogni modo continuando sul tema delle
incutite, e' passata mezz'ora e la scimunita, ignorando in che guaio si
stia cacciando, accoglie con fervore lo psicopatico in casa a braccia
aperte. "mo’ fermati a cena che faccio la pizza.. perche' non vieni alle
nozze di diamante della mia prozia... porta pure mia figlia di 6 anni
al catechismo e poi insegnale a nuotare nella spiaggetta isolata del
Sangro.... intanto gli indizi terrificanti si complicano. Quando il
maniaco passa ..il cactus nell'ingresso perde le spine...il persiano
comincia ad abbaiare.. il pendolo o la pendola boh...si ferma..l'uccello
si ammoscia.. canarino intendo.. i tappeti volano...Al 90° minuto
scoprono la colf strangolata, con le mutande a brandelli. La sciagurata
esalando l'ultimo respiro ha pronunciato una sillaba.. ERN. Notare che
il maniaco si chiama Ernesto. Niente. Tutti nel film pensano che sia
morta per un attacco d'ERNia. L'unica che ha capito l'antifona e'
Priscilla la seconda cugina da parte di madre.. purtroppo e' muta. nel
frattempo l'eroina invece di togliersi le ragnatele che le imbozzolano i
neuroni, trasloca in una villa isolata nel bosco, con le pareti di
vetro e le porte senza serrature. Il maniaco intanto non perde tempo. Ha
il suo bel da fare, impiccare il cocker all'altalena, cucinare i
bengalini con la polenta, appendere la suocera al parafulmine,
violentare il lombrico in giardino.. e varie. A questo punto la
protagonista ha un lieve sentore. C'e' qualcosa che non le quadra... e a
chi confida i suoi sospetti? Ovvio dai..all'assassino. E quale luogo
sceglie? Tendenzialmente l'orlo di un burrone, l'ultimo piano di un
grattacielo senza balaustra o parapetto come si dice da noi (poi perche'
parapetto che arriva all'altezza dei marroni..semmai..vabbe' avete
capito).. o anche come luogo ci sta una riva del fiume impestato da
piranha (come si scrive? Dai sono i pesci cannibali). Torniamo al film
horror..l'importante che ci sia da qualche parte un'ascia. Altrimenti
non vale neanche la pena o pene al femminile… sta grappa la devo proprio
buttare, l’ho nuovamente corretta al peperoncino ed e’ ridiventata
imbevibile..hick.