Lumerete pluriosi vocaboli ne la mea lingua Togolese, ch'i' m'ho piuttosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole, colle quali bene esprimere lo concetto de li post mia. Se l'ipotiposi del sentimento personale fosse capace di reintegrare il proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, allora io rappresenterei l'autofrase della sintomatica contemporanea di togo tuentinain nick di carluccio demetrio bonzi.
mercoledì 18 novembre 2009
Lavoretti Casalinghi
OPERA DEGRADATA – NESSUN DIRITTO
Come da Consulente Legale Informatico dell’Avv. Valentina Freudiani
LUCIANA LITTIZZETTO
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Non so i vostri, ma il mio hombre e’ un grande esperto in lavoretti di manovalanza artigianale. Se hai una serratura che ogni tanto si inchioda lui non se lo fa dire due volte. Si mette lì, col cacciavitino, e pian piano te la spacca. La guasta definitivamente e chissevisto s’e’ visto. Cosi’ non hai piu’ dubbi. Funzionera’ o non funzionera’? Non funzionera’. Risposta esatta.Allegriaaa! Se il rubinetto perde, ma neanche tanto, ed e’ un tic tic sopportabilissimo per un sano di mente, ci pensa lui. Per una buona mezz’ora ravana a pancia all’aria come fanno i gatti col gomitolo, poi quando la cucina si eì ridotta ad una palude di Comacchio e ti ritrovi le rane nei risvolti dei jeans e i lombrichi sul golf allora ha la brillantissima idea di chiamare un idraulico. Se la vasca dello sciacquone tutte le volte per ricaricarsi fischia l’inno alla gioia di Beethoven, interviene lui. Prima appronta un gioco di galleggianti, boe e carrucole di sostegno fissandole al portaspazzolino del lavabo e poi quando tutto crolla miseramente precipitando nel water ti rassicura che gli sciacquoni hanno quel carattere li’. Sono allegri e ogni tanto fischiano ma prima o poi
smettono da soli. Basta sperare e chi vive sperando, muore cantando. Andiamo ora alle origini e si sa
che l’uomo e’ cacciatore. E allora. Non ti chiedo di catturare un’antilope o di partire per una battuta di caccia alla volpe. Pero’ se e’ entrato dal balconcino uno scarafaggio per cortesia almeno schiaccialo tu. No. Mi fa schifo. Certo, perche’ a me fa piacere ballare il tip tap sulla schiena di una schifezza scarafata. Ho fatto un corso apposta. Anzi. Combinazione faccio il saggio proprio questa sera, se vuoi ti do un biglietto omaggio. Appurato il fatto che su di lui non possiamo assolutamente contare rimane ancora una questione da risolvere. La vecchia diatriba delle tapparelle. Lui la notte le vuole completamente giu’ e noi leggermente su. Lui pretende di dormire nel buio assoluto, in una selva oscura, avvolto nella carta carbone con le finestre blindate. Noi no. Noi abbiamo bisogno di un filo di luce come le falene. Ci basta anche solo una riga di tapparella. Meglio se due. Il massimo sarebbe tre. Cosi’ se di notte ci scappa la pipi’ non siamo costrette a distruggerci i malleoli contro gli spigoli del cassettone, inciampando nelle sue stramaledette scarpe da ginnastica che lascia in giro per la stanza. Che tra l’altro son grosse come motoscafi della Guardia di Finanza. E poi noi di notte abbiamo freddo e loro hanno caldo. E te credo. Il mio boy viene a letto vestito come un alpino. Foderato di felpa dalla testa ai piedi. Gli mancano solo la borraccia e il cappello con la piuma e sulla picozza stendiamo un velo pietoso.