Lumerete pluriosi vocaboli ne la mea lingua Togolese, ch'i' m'ho piuttosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole, colle quali bene esprimere lo concetto de li post mia. Se l'ipotiposi del sentimento personale fosse capace di reintegrare il proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, allora io rappresenterei l'autofrase della sintomatica contemporanea di togo tuentinain nick di carluccio demetrio bonzi.
giovedì 5 novembre 2009
Nel purgatorio della convivenza il litigio e’ da sempre una delle attivita’ piu’ gettonate. Ogni tanto la furia degli elementi si scatena e partono delle buriane che rintronano i vicini di casa a due isolati di distanza. Zuffe in cui ci si carica di miserie che si concludono con commiati del tipo.. Vai aff, va... brucia nel vento! Oppure… Ma perche’ non vai a dar via qualcosa di tuo (riferito a dove non batterebbe il sole)?... Qualche coppia si inventa anche insulti piu’ coloriti. Come Federica che l’ultima volta ha congedato il chico latino con queste dolci parole… Ma cagati in mano e poi prenditi a sberle. La solita duchessa di Windsurf che francesizza. Chiedo scusa alle anime candide ma per dovere di cronaca ho dovuto riportare la citazione. Talvolta pero’ si evita la schermaglia verbale, si fa l’occhio spento e il viso di cemento, e si pratica la vendetta silenziosa, la piu’ effereratamente odiosa e bastarda. Quella dei piccoli dispetti. Delle tacite rivalse. Lui e’ andato a giocare a calcetto per la quarta volta in una settimana? Molto bene. E io domattina gli lascio la macchina in riserva fissa cosi’ impara a mollarmi a casa tutte le sere a guardare in TV l’amico Vespa. Lui mi sgrida quando con la forchetta seleziono l’insalata mista e gli mangio tutta la mozzarella? Perfetto. Io per dispetto gli preparo il caffe’ ma glielo metto nella tazzina piccola, quella che lui odia, perche’ non gli sta dentro il naso e fa fatica a bere perche’ manco il dito gli entra nel manico e non puo’ tenere il mignolo alzato. Lui stasera di nascosto si e’ finita l’ultima fetta di crostata di mirtilli che mi ero conservata per la colazione di domani? C’est magnifique mon amour bastard. Aspetto che vada a letto, che si addormenti, e poi lo raggiungo cantando a squarcia gola …Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi… possibilmente accendendo la luce forte. In questi casi e’ molto facile che ne esca la rissa verbale. E nell’abisso di ripicche la frase piu’ ripetuta e’ sempre la stessa…Non ti piaccio? Non ti vado piu’ bene? Allora lasciami. Lasciami pure. Tanto cosa c’e’ meglio di me?.... Alt…Pensateci un attimo… COSA C’E’ MEGLIO DI LUI? Ve lo dico io. Meglio di lui c’e’ un’alluvione di cose. Eccovi un elenco completo.. Le foglie di salvia fritte con la pastella e il ripieno di alici sono meglio di lui, tutti i dischi degli Oasis e tutti i libri di Pennac e poi l’aulin quando tu hai mal di testa, le ciabatte di pile dopo una giornata di tacchi alti, l’essenza di violetta, l’ultimo strappo di ceretta, l’apertura di tutti i ciakra da parte di uno che lo sa fare, le maglie dolcevita quando tu hai il mal di gola e gli occhiali da sole quando tu hai l’orzaiolo, il profumino d’arrosto che si sente su per le scale, la fettina d’arancia che sta al fondo dell’aperitivo, le rose antiche della regina Vittoria e la faccia di Robbie Williams. Ecco cosa c’e’ meglio di lui. E vi pare poco? E mo’ v’ho detto!!!