Ho una lista della spesa, ho lasciato la mia postazione del computer e lasciato perdere le programmazioni.. oggi tocca a me a sfragolarmi i marroni e comincia la mia odissea in mezzo a chi e’ abituato e conosce tutte le procedure ipermercaturali.. prima cosa parcheggio il bolide cercando di stare alla larga dalle portiere che le massaie apriranno, cerco la postazione carrelli, infilo la moneta e te pareva non funge lo sgancio fortunatamente arriva una donna col carrello da rimessare e do’ la moneta a lei prendendo il suo carrello e prendendolo nel culo perche’ io ho dato 2€ e poi se ne recuperera’ uno solo.. procedo il calvario..tira tutto a destra (il carrello)gli altri carrelli mi finiscono addosso. I bambini mi finiscono addosso. Gli adulti mi finiscono addosso e alla fine non posso fare altro che odiare l’intero mondo delle ipermercatare. E' normale, no? Corrono da una parte all'altra come oche, in maniera del tutto casuale e disordinata. Stanno guardando dei surgelati e un secondo dopo buttano l'occhio sui biscotti appoggiati proprio sulla mensola dietro alla mia schiena. E allora ci si fiondano sopra come condor, come se quella fosse l'ultima stramaledettissima scatola di biscotti presente sulla faccia della terra, ambita dalla popolazione intera. Infilano quelle dannate manacce nello scaffale e mi fanno rimbalzare via, senza nemmeno un "permesso" prima oppure uno "scusi" dopo. Tra l'altro, in questo centro commerciale, hanno fatto questa bella scoperta di mettere all’ingresso carrelli minuscoli per bambini. Come sono carini. Hanno persino una bandiera con un’asta lunga un metro, conficcata dalle parti del manico. E conficcata dalle parti della mia schiena quando i tesorini mi raggiungono. Tutti questi bambini che girano come cani prima repressi a una catena e poi sciolti, mi schiaffano il metallo freddo e duro nelle caviglie e ridono sti bastardi. Ridono e non c’e’ manco un genitore, li’ in giro, a prenderseli per un braccio e a portarseli via. Macche’, delegano tutto alla pazienza umana. Io faccio quel che posso, sferzando loro il mio 45 pianta larga sui fragili piedini o sul carrello, cercando di decentrarlo dalla loro presa e slogare loro magari un polso, ma non e’ che posso girarmi l’ipermercato per cercarli tutti… faccio quel che posso, appunto. Mi avvicino ai salami e ne prendo un paio, schiaffeggiando prima la mano di un bambino che sta toccando tutti i salumi. Altro vizio per il quale meritano di essere messi alla gogna.. mani in bocca, mani sul cibo, mani in bocca, mani su dell'altro cibo... oppure arraffano e buttano nei carrelli. Se sei fortunato, non nel tuo, ma di quella che ti sta accanto. Se sei fortunatissimo, in quello dei suoi genitori. Se ti ha baciato la Dea Fortuna, i suoi se ne accorgeranno solo dopo aver pagato, di essersi comprati la ventresca da venti euro e il salmone russo rosso da quaranta. Se non insegnera’ l'educazione al figlio, la insegnera’ a loro. E’ una sorta di tortura, questa del centro commerciale. Una delle tante torture, mica l’unica. Cosi’, cerco di sbrigarmi. Riempio il carrello senza guardare i prezzi e mi porto alla cassa immergendomi in quella dannata coda di altre anime furiose, che ucciderebbero per passarti davanti, che ti si parano d’innanzi e ti fanno vedere che loro hanno solo due o tre articoli e tu invece hai il carrello pieno, che li potresti far passare, no? No, certo che no. Non vi farei passare davanti nemmeno se foste moribonde brutte vulvivendole e per le sgravanti ci sta’ la cassa apposta, quella che avevo infilato io per sbaglio (era la meno piena).
Ora, alla cassa, c’e’ questo tizio che lascia cadere a terra una bottiglia di vodka al melone e io la guardo precipitare e la osservo fotogramma per fotogramma, come fosse la moviola di un’azione calcistica. Ma non va al rallentatore, vola invece a terra a tutt’altra velocita’ e un solo secondo dopo i vetri sono proiettili che mi finiscono di un centimetro sopra le adidas stan smith 45 pianta larga, proprio dalle parti delle caviglie, seguiti dalla nauseante mistura appiccicosa che la bottiglia conteneva. Ovviamente, non seguono le scuse. Il tale le fa alla cassiera. Cosa vuoi che gliene freghi alla cassiera, se spacchi una bottiglia di melonvodka del cazzo? Le scuse le devi fare a me, perche’ la melonvodka del cazzo ce l’ho per meta’ sulle adidas e sulle calze, insieme ai cocci appiccicosi del vetro opaco e ti scoppiassero le palle, ti venisse lo stimolo del cagotto.
Finalmente… Tocca a me, cerchero’ di ritardare il piu’ possibile la posa degli articoli che ho comprato sul nastro scorrevole di gomma nera e sudicia di quel maledetto che oltre a rompere bottiglie aveva pure qualcosa tipo detersivo che perdeva e per via anche di tutte le scatole che si sono rotte in precedenza e intendo quelle degli scaffali e non le mie..capito?
E’ andata ce l’ho fatta.. sono fuori da questo marasma vado alla macchina e stavolta mi sono ricordato del numero del posto la bippo e butto la roba nel baule mentre comincio un dialogo col marocchino di turno che vuole vendermi nell’ordine.. accendino, spugne, musicassette, ciddi’ musicali, un elefante di legno o fintotale, un cellulare fasullo con seicento musichette diverse preimpostate, un braccialetto della fortuna e un bel paio di bonghi grandi come la mia cucina. Quando ho finalmente finito di riporre il tutto nella macchina, il marocchino non demorde e mi chiede il carrello. Io mi volto a guardare il chioschetto di ferro dove si vanno a posare i carrelli per riprendere le 2 euro. Un chilometro, piu’ o meno, mi divide da lui. Passo il carrello tra le mani del marocchino che ringrazia felice e sono felice anch’io d’aver fatto una buona azione mi spiace solo che anziche’ le mie iniziali 2 € il terradapipa ne prendera’ solo 1 di€ per via di quella confusione di partenza. Ogni volta mi fanno incazzare e ogni volta, quando li vedo andar via tristi mi sento uno stronzo totale. SONO, uno stronzo totale, perche’ l'ho trattato come un rompicoglioni e non e’ un rompicoglioni. I rompicoglioni erano quelli la’ dentro e i loro figli viziati del cazzo. Questo si fa insultare dagli stronzi come me per vendere un elefante di legno e campare anche per oggi. Bah..Infine c’e’ il traffico, ovviamente. Non e’ che si puo’ uscire dal centro commerciale alle otto di sera e sperare di farsi la strada in solitaria. Mi faccio i miei bei due o tre chilometri di coda per via di un trattore che sta all’origine, bastardo maledetto agricoltore stakanovista, e dietro al quale tre impediti autiste della domenica che non sanno sorpassare hanno dato vita a questo meraviglioso serpente di lamiere luminescenti. Poiche’ la ricetta della coda non prevede un coglione soltanto, ma piu’ persone. Un trattore per esempio che da’ il via, poi un coglione che gli arriva dietro ma non se la sente di sorpassare, poi un altro ancora che non se la sente – dioscherziamo? – di sorpassare ben due veicoli in un colpo solo. E cosi’ arriva il terzo, che magari sorpasserebbe pure, poveretto, ma davvero adesso l’ingombro che ha davanti e’ troppo lungo e le macchine provengono anche dall’altra parte... Uno alla volta gli altri si accodano, sempre piu’ motivati a starsene dove sono. Io ho dietro un ubriaco, per giunta. O fumato o flippato per qualche altro motivo. Ogni tanto si porta cosi’ a destra da dare una spuntata alla riva erbosa, mentre poco dopo tiene la sinistra un po’ troppo alla sinistra, facendosi lampeggiare e strombazzare da chi arriva dall’altra parte. Questo e’ il minimo.. tiene anche una distanza dal mio culo decisamente preoccupante. Lo guardo dallo specchietto retrovisore e mi sale il panico, temendo che mi arrivi dritto dritto tra le buste della spesa che stanno nel baule. Passo questa funesta ora di coda imprecando e bestemmiando e insultando questo tipo, aggiungendo segni con le mani e con le dita, ma senza che lui mi presti alcuna attenzione, se ne sbatte altamente le palle. Spero con tutto il cuore che voli fuori di strada. Che alla prossima zigzagata sulla destra la ruota scivoli verso la risaia portandosi lui e la sua macchina del cazzo dritti dritti fra i fiori soffionati del tarassaco e le cacche ben allargate delle mucche della fattoria chiamata cascina cristina parente della missitalia. Alla fine sono tornato, ammazzate che fatica e quando
arrivo a casa, finalmente, poso le borse sul tavolo e inizio a svuotare. Visto che spendo 300 euro ogni volta che vado all'ipermercato, mi aspetto sempre che dalle borse escano degli articoli a sorpresa, che non avevo comprato, ma che la cassiera e’ stata addestrata a far passare sul rullo senza che i clienti se ne accorgano. Se riempio il carrello, trecento euro. Se lo riempio per meta’, sempre trecento euro che occorre scucire come quota fissa o tangente supermercatale. La colpa sara’ delle tessere credo. Quelle tessere merdose che ti fa’ ogni ipermercato. La tessera che ti da’ diritto a dei privilegi. Sconti solo per te, che hai la tessera. Gli altri? Pfui, se ne andassero pure affanculo. Questa e’ una storia tra l'ipermercato e me, che ho la tessera. Sono un vip, un very ipermarket person, e mi prendo il tonno a 2 €, mentre tutti gli altri se lo comprano a 3 €. Fottetevi, bastardi. Io ho la tessera. Ma quando la cassiera passa la tessera sul lettore del codice a barre, ecco che quel codice le trasmette tutto di me. Come mi chiamo, chi sono, cosa compro. E sa’ che ogni volta spendo trecento euro, e allora il computer mi fa’ uscire quella cifra. Hanno tutto scritto. Analizzano, poi dicono ..Questo pirla qui non si e’ mai lamentato delle trecento euro quindi i soldi ce li ha, lasciamogliele di fisso e ogni tanto aumentiamo di qualche euro, finche’ non sbotta...Invece, sempre robetta striminzita, da queste borse. Cazzate. Scatolette, sottaceti, saccottini, biscottini. Trecento carte di ignobili cazzate. E a guardarle bene, cosi’, sparpagliate sul tavolo, mi accorgo che non so’ che minchia mangiare per cena. Non c'e’ niente, li’ in mezzo, per cena. Sempre, sempre cosi’. Giro l'ipermercato e mi metto nel carrello tutte le stronzate e gli stuzzichini e le birre e un dvd per passare la serata e... e poi non ho preso niente per cenare questa sera. Mi cerco un buon cd da ascoltare, toy dolls magari, e mi rimetto in macchina.
Quindi…Pizzeria, cazzo e fanculo all’ipermercato.
E’ andata ce l’ho fatta.. sono fuori da questo marasma vado alla macchina e stavolta mi sono ricordato del numero del posto la bippo e butto la roba nel baule mentre comincio un dialogo col marocchino di turno che vuole vendermi nell’ordine.. accendino, spugne, musicassette, ciddi’ musicali, un elefante di legno o fintotale, un cellulare fasullo con seicento musichette diverse preimpostate, un braccialetto della fortuna e un bel paio di bonghi grandi come la mia cucina. Quando ho finalmente finito di riporre il tutto nella macchina, il marocchino non demorde e mi chiede il carrello. Io mi volto a guardare il chioschetto di ferro dove si vanno a posare i carrelli per riprendere le 2 euro. Un chilometro, piu’ o meno, mi divide da lui. Passo il carrello tra le mani del marocchino che ringrazia felice e sono felice anch’io d’aver fatto una buona azione mi spiace solo che anziche’ le mie iniziali 2 € il terradapipa ne prendera’ solo 1 di€ per via di quella confusione di partenza. Ogni volta mi fanno incazzare e ogni volta, quando li vedo andar via tristi mi sento uno stronzo totale. SONO, uno stronzo totale, perche’ l'ho trattato come un rompicoglioni e non e’ un rompicoglioni. I rompicoglioni erano quelli la’ dentro e i loro figli viziati del cazzo. Questo si fa insultare dagli stronzi come me per vendere un elefante di legno e campare anche per oggi. Bah..Infine c’e’ il traffico, ovviamente. Non e’ che si puo’ uscire dal centro commerciale alle otto di sera e sperare di farsi la strada in solitaria. Mi faccio i miei bei due o tre chilometri di coda per via di un trattore che sta all’origine, bastardo maledetto agricoltore stakanovista, e dietro al quale tre impediti autiste della domenica che non sanno sorpassare hanno dato vita a questo meraviglioso serpente di lamiere luminescenti. Poiche’ la ricetta della coda non prevede un coglione soltanto, ma piu’ persone. Un trattore per esempio che da’ il via, poi un coglione che gli arriva dietro ma non se la sente di sorpassare, poi un altro ancora che non se la sente – dioscherziamo? – di sorpassare ben due veicoli in un colpo solo. E cosi’ arriva il terzo, che magari sorpasserebbe pure, poveretto, ma davvero adesso l’ingombro che ha davanti e’ troppo lungo e le macchine provengono anche dall’altra parte... Uno alla volta gli altri si accodano, sempre piu’ motivati a starsene dove sono. Io ho dietro un ubriaco, per giunta. O fumato o flippato per qualche altro motivo. Ogni tanto si porta cosi’ a destra da dare una spuntata alla riva erbosa, mentre poco dopo tiene la sinistra un po’ troppo alla sinistra, facendosi lampeggiare e strombazzare da chi arriva dall’altra parte. Questo e’ il minimo.. tiene anche una distanza dal mio culo decisamente preoccupante. Lo guardo dallo specchietto retrovisore e mi sale il panico, temendo che mi arrivi dritto dritto tra le buste della spesa che stanno nel baule. Passo questa funesta ora di coda imprecando e bestemmiando e insultando questo tipo, aggiungendo segni con le mani e con le dita, ma senza che lui mi presti alcuna attenzione, se ne sbatte altamente le palle. Spero con tutto il cuore che voli fuori di strada. Che alla prossima zigzagata sulla destra la ruota scivoli verso la risaia portandosi lui e la sua macchina del cazzo dritti dritti fra i fiori soffionati del tarassaco e le cacche ben allargate delle mucche della fattoria chiamata cascina cristina parente della missitalia. Alla fine sono tornato, ammazzate che fatica e quando
arrivo a casa, finalmente, poso le borse sul tavolo e inizio a svuotare. Visto che spendo 300 euro ogni volta che vado all'ipermercato, mi aspetto sempre che dalle borse escano degli articoli a sorpresa, che non avevo comprato, ma che la cassiera e’ stata addestrata a far passare sul rullo senza che i clienti se ne accorgano. Se riempio il carrello, trecento euro. Se lo riempio per meta’, sempre trecento euro che occorre scucire come quota fissa o tangente supermercatale. La colpa sara’ delle tessere credo. Quelle tessere merdose che ti fa’ ogni ipermercato. La tessera che ti da’ diritto a dei privilegi. Sconti solo per te, che hai la tessera. Gli altri? Pfui, se ne andassero pure affanculo. Questa e’ una storia tra l'ipermercato e me, che ho la tessera. Sono un vip, un very ipermarket person, e mi prendo il tonno a 2 €, mentre tutti gli altri se lo comprano a 3 €. Fottetevi, bastardi. Io ho la tessera. Ma quando la cassiera passa la tessera sul lettore del codice a barre, ecco che quel codice le trasmette tutto di me. Come mi chiamo, chi sono, cosa compro. E sa’ che ogni volta spendo trecento euro, e allora il computer mi fa’ uscire quella cifra. Hanno tutto scritto. Analizzano, poi dicono ..Questo pirla qui non si e’ mai lamentato delle trecento euro quindi i soldi ce li ha, lasciamogliele di fisso e ogni tanto aumentiamo di qualche euro, finche’ non sbotta...Invece, sempre robetta striminzita, da queste borse. Cazzate. Scatolette, sottaceti, saccottini, biscottini. Trecento carte di ignobili cazzate. E a guardarle bene, cosi’, sparpagliate sul tavolo, mi accorgo che non so’ che minchia mangiare per cena. Non c'e’ niente, li’ in mezzo, per cena. Sempre, sempre cosi’. Giro l'ipermercato e mi metto nel carrello tutte le stronzate e gli stuzzichini e le birre e un dvd per passare la serata e... e poi non ho preso niente per cenare questa sera. Mi cerco un buon cd da ascoltare, toy dolls magari, e mi rimetto in macchina.
Quindi…Pizzeria, cazzo e fanculo all’ipermercato.
Ho capito, trepateravegloria per le parole soprascritte..cazzo