Molte
volte il clima autunnale che capita nel periodo primaverile ti porta a
fare delle riflessioni o ragionamenti con te stesso e per ricordarti
quello che hai pensato butti il nero su bianco, quindi augurandomi che
chi per caso incappa nello scritto abbia piu’ interesse per la pianta e
non per i rami i fiori e le foglie che rappresentano solo visivamente la
parte decorativa del discorso lo introduco nel ragionamento che non
sara’ stringato datosi che il modo di esprimersi non si sviluppa
coltivando uno stile di vita, ma e’ lo stile che fa parte del modo di
far capire cio’ che pensi.. nel senso che l’espressione minore e’
contenuta in quella maggiore, mentre quella maggiore non e’ presente in
quella minore e quindi non avendo uno stile non significa essere privi
dello stesso, l’assenza dello stile e’ una conseguenza della presenza di
stile, percio’ e’ superiore ed e’ l’espressione individuale. L’assenza
di cultura non significa mancanza di qualsiasi tipo di cultura quindi
acquisire una cultura attraverso la non cultura intenzionale significa
agire consapevolmente e agire positivamente… riprendo
fiato..relax..meglio non rileggere e proseguire.
Quanto
sopra evidenzia che cercare qualcosa in piu’.. qualcosa di diverso
senza conoscere la “Verita’ e la Via” che sono nella vita di ogni giorno
e qui e’ facile sbagliare e cioe’ la ricerca di un segreto dove lui non
c’e’.
Per
cambiare o per diventare un’altra cosa, dobbiamo quindi sapere
esattamente chi siamo cosa siamo e cosa vogliamo essere.. la Verita’ e’
un errore che ci siamo portati dietro nei secoli e non tutti saranno
d’accordo ovviamente. Essa e’ diventata una legge, anzi..un credo e pone
ostacoli sulla Via della conoscenza.
Il
metodo che e’ sostanzialmente ignoranza, chiude la verita’ in un
circolo vizioso. Dobbiamo spezzare questo circolo, non cercando la
verita’’ ma scoprendo la causa dell’ignoranza, ecco perche’ io
considero la verita’ parzialmente e non come dovrebbe essere
interpretata ed e’ dovuta alla memoria e l’anticipazione (la capacita’
di tempestiva individuazione) che sono facolta’ superiori della
coscienza .. queste distinguono la mente umana da quella degli animali
inferiori essendo noi animali superiori (almeno.. io, Voi non so) e non
per modestia ma avete mai visto un asino fare uno scritto come questo?
(senza offesa all’asino paragonato a me).
Le
azioni sono in diretto rapporto col problema della vita e della morte,
affinche’ il pensiero possa uscire liberamente e affinche’ l’azione
possa essere fulminea, bisogna rinunciare ad esse (riferito alle azione e
non alla vita o alla morte). Bene siete arrivati sin qui o fin qua’ e
continuo a sfracellarvi i marroni insistendo sull’azione che non e’
legata alla qualita’, negativa o positiva..il torto e la ragione, il
vero o il falso esistono solo quando l’azione e’ parziale.
Quindi
occorre arrestare il pensiero senza arrestarlo, rispettare le tecniche
senza rispettarle, e soprattutto agire con indifferenza e naturalezza.
Occorre
usare l’arte come mezzo per avanzare nello studio della Via considerato
che la nostra mente e’ dotata di un moto infinito e istantaneo che non
conosce ostacoli.
Passo
dal singolare al plurale come se stessi parlando o scrivendo a una o
piu’ persone e a volte indirizzo il dito a una persona singola.. fa’ che
i tuoi strumenti vedano tutti i movimenti provenienti dal vuoto e la
Mente e’ il nome che si da’ a questo aspetto dinamico del vuoto.
Esso e’ diretto senza motivazioni egocentristiche.
Il
vuoto e’ sincerita’, genuinita’ e immediatezza, sicche’ nella mente
nulla puo’ inserirsi fra l’Io e i suoi movimenti. Quando la mente e’
fluida e’ insieme mobile ed immobile.. un poco come la luna che si
rispecchia nel fiume, l’acqua si muove di continuo mentre la luna
conserva la sua immagine del momento o serenita’..
La mente si muove rispondendo a diecimila situazioni ma rimanendo sempre la stessa.
La quiete non e’ vera quiete, solo quando si ha quiete nel movimento il ritmo universale esce allo scoperto e si manifesta.
Cambiare nel cambiamento equivale a rimanere immutati.
Il
nulla puo’ essere delimitato e l’oggetto molle non puo’ essere
afferrato e non pensate male ma pensatelo, insomma si puo’ anche
prendere ma si impugna male ma il riferimento era ad altre cose e
situazioni.
Ricordatevi
o ricordati che la ruota gira quando non e’ troppo aderente al suo
asse.. quando la mente e’ costretta, sara’ inibita e non fa nulla di
spontaneo, lavorera’ male o non portera’ a termine il suo lavoro quindi
e’ opportuno oliare o ingrassare l’asse della ruota e mantenerlo con
dimensioni di scorrimento che non surriscaldino e blocchino il
movimento.
Concludo
questo scritto fatto in riempitivo di una giornata di pioggia sapendo
che la pioggia blocca un poco tutti i ritmi e fa scaturire queste
elucubrazioni tipiche di chi pensa di saper ragionare e se siete
arrivati sin qui poi cortesemente dovrete spiegarmelo sto discorso ma in
poche righe altrimenti mi ci perdero’.
In
quasi tutti noi si nasconde il prepotente bisogno di considerarci
strumenti nelle mani degli altri, cosi’ ci liberiamo nella
responsabilita’ di atti da noi fatti sotto discutibili nostre tendenze.
Ci
si aggrappa a questo alibi sia che si e’ forti oppure anche deboli..
chi e’ debole nasconde le azioni malfatte motivandole alla virtu’
dell’obbedienza.. e anche chi e’ forte vuole un’assoluzione anzi la
esige in quanto si proclama strumento di un’entita’ superiore chiamata
Dio, storia, nazione, religione umanita’ o quant’altro..
Insomma
noi crediamo piu’ nelle cose che imitiamo che in quelle che creiamo, le
cose che hanno radici in noi non ci ispirano la stessa fiducia e non ci
danno la stessa assoluta sicurezza.. l’insicurezza deriva dalla
solitudine e quando imitiamo.. non siamo mai soli ed e’ cosi’ per la
maggior parte di noi, noi siamo cio’ che gli altri dicono che siamo e ci
conosciamo per sentito dire.. per poter cambiare, per diventare
diversi, dobbiamo prima sapere chi e cosa siamo.. se non ci conosciamo
non possiamo verificare se il cambiamento sara’ vero o falso..
Una
cosa cmq e’ certa.. hanno minore coscienza di se’ quelli che non sono
soddisfatti di loro stessi di quelli che vogliono acquisire un’altra
identita’ e trovatemi uno che non vorrebbe cambiarsi identita’.
Chi
vuole cambiarsi rinnega il proprio ego non desiderato e perche’ non lo
ha completamente esaminato e ne deriva che le persone insoddisfatte non
riescono ne’ a simulare ne a raggiungere un vero cambiamento.. sono
trasparenti e le loro rinnegate o non desiderate caratteristiche,
rimangono nonostante i tentativi di auto trasformazione, rendendo
evidente la scarsa conoscenza di loro stessi e devono appoggiarsi ad
esperti o pseudo tali del settore che finiranno con rovinare la loro
identita’ senza risolvere il problema..
L’anima
che conosce se stessa e’ quindi opaca e non trasparente e la paura
nasce dall’insicurezza.. quando siamo assolutamente sicuri di qualcosa,
di valere o anche di non valere.. non abbiamo paura.. quindi anche la
sicurezza di non valere e’ fonte di coraggio e la reputo positiva..
quando siamo assolutamente disperati o assolutamente potenti ci
sembrera’ possibile tutto.. entrambi questi stati d’animo ci rendono
fiduciosi..
Dimenticavo
una componente.. l’orgoglio.. cerco di capirla questa situazione o
sensazione di valore che deriva da qualcosa che non e’ organicamente
parte di noi, mentre il rispetto di noi stessi deriva dalle
potenzialita’ e dalle conquiste dell’Io, noi siamo orgogliosi quando ci
immaginiamo o ci identifichiamo in un immaginario Capo, una giusta
causa, una comunita’ o una proprieta’ comune.. Nell’orgoglio c’e’ timore
e anche intolleranza, l’orgoglioso e’ sia invulnerabile che
intransigente..
Minori
sono le potenzialita’ e le possibilita’ dell’Io e piu’ imperativo e’ il
bisogno di orgoglio, in pratica e’ un rifiuto di noi stessi e ci
facciamo del male consapevolmente ma a volte l’orgoglio puo’ anche
scatenare energie e fungere da mezzo per il conseguimento di vittoria e
non dimentichiamo che la vittoria nostra potrebbe essere sconfitta degli
altri, ma c’e’ chi chi l’orgoglio lo puo’ portare alla riconciliazione
col proprio Io e alla conquista del rispetto di se stesso..
Anche
il riserbo pero’ potrebbe essere fonte di orgoglio e considero che il
riserbo ha la stessa funzione dell’improntitudine.. tutte due producono
idee sbagliate.
L’improntitudine
da’ origine ad un Io immaginario, il riserbo ci fa credere di essere
principi sotto mentite spoglie.. dei due, il piu’ difficile e il piu’
efficace e’ il riserbo anche se si e’ tacciati di puzza sotto il naso..
L’improntitudine
in realta’ da luogo a disprezzo di se stessi.. prendo una frase di
Spinoza che cita.... per l’uomo niente e’ piu’ difficile che tenere a
freno la propria lingua... gli e’ piu’ facile tenere a freno i desideri
che le parole..
Pero’
l’umilta’ secondo me e’ falso orgoglio, considero che una persona
lasciata a se stessa se ha la liberta’ della sua impotenza non nel senso
scopatorio, quando deve giustificare la sua esistenza con le proprie
forze, mette in moto un procedimento distruttivo in quanto nello sforzo
di realizzarsi e di dimostrare il suo valore non ce la fara’ e non
riuscira’ a giustificare la sua esistenza e la sua realizzazione,
diventando cosi’ frustrato.
L’individuo
autonomo e’ stabile solo e finche’ ha rispetto di se stesso ed e’ un
compito che impegna tutte le sue forze e tutte le sue risorse
interiori.. lui deve dimostrare di valere e deve giustificare la sua
esistenza ogni giorno e quando per qualche ragione non riuscira’ a
rispettare se stesso, l’individuo autonomo diventa un’entita’ altamente
esplosiva.. si allontana dal proprio Io non efficiente e si accanisce
nella ricerca dell’orgoglio.
Tutti
gli sconvolgimenti sociali a qualsiasi livello hanno radici nella crisi
di autosfiducia e nello sforzo che le grandi masse si riuniscono in una
ricerca di orgoglio..
La
via piu’ difficile e’ quella dell’autorealizzazione e la imbocchiamo
solo quando le altre strade che portano alla conquista della certezza
sono sbarrate occorre quindi talento e gli uomini di talento vanno
incoraggiati e spronati nell’intraprendere un’attivita’ creativa..
La
strada maestra quindi e’ l’azione, ovvero la via che porta alla
conquista della fiducia in se stessi e della stima di se stessi
soprattutto..
Il
talento crea le occasioni da se’ e talvolta tuttavia il desiderio
intenso sembra creare non solo le occasioni ma il talento stesso e
desiderare ardentemente una cosa non significa sempre desiderare proprio
quella cosa o avere una particolare inclinazione per la stessa.. spesso
la cosa che vogliamo con tutte le nostre forze sostituisce una cosa che
vogliamo veramente e che non possiamo avere.. talvolta l’esaurimento di
un desiderio a lungo accarezzato non appaga l’ansia che ci tormenta e
in ogni ardente desiderio conta di piu’ il desiderio della cosa
desiderata..
La
nostra sensazione di potenza e’ maggiore quando riusciamo a piegare la
volonta’ di una persona che quando riusciamo a conquistare il suo cuore,
perche’ il suo cuore un giorno possiamo possederlo e il giorno dopo
magari perderlo, mentre quando pieghiamo uno spirito fiero ne diventiamo
effettivamente i padroni assoluti..
In
mezzo a tutte queste elucubrazioni non dimentichiamo la tolleranza..
quella naturale, istintiva quella che probabilmente non esiste.. quella
che richiede uno sforzo mentale con autocontrollo..
Le
buone azioni raramente vengono fatte d’impulso, senza pensare dove
prevale prepotentemente la soluzione di una richiesta di aiuto con
conseguenze che possono poi concretizzarsi ..
Ora
ha smesso di piovere e smetto di pensare, se qualche anima buona mi
fara’ un sunto di quel che ho scritto riusciro’ forse a capire qualcosa
delle mie riflessioni ed impartiro’ la mia indulgenza plenaria..