Nonostante
i punteggi..basta coi post demenziali e considerata la giornate solatìa, per la
serie meglio sole che male accompagnate un pensiero filosofico verte sul Vivere.
Altrove. Da molto. Da poco. Per pochi mesi. Per qualche anno soltanto. Per
sempre. La vita altrove costringe chi l'ha scelta, o chi l'ha subita, a fare il
punto piu’ spesso di quanto non accada agli altri. Dove sono capitato, cosa sto’
facendo qui, perche’ ci sono arrivato e come. Qual e’ il senso dell'andare,
quale il senso del restare. Vale la pena. O no. Varra’ la pena. Quando? Avevo
un'alternativa? Ma chi me l’ha fatto fare?
La vita altrove e’ una pioggia gelata, ma a volte potrebbe essere anche una coperta calda. Dipende dai giorni e dalle stagioni dall’inserimento. Perche’ vivere altrove significa cancellarsi un poco alla volta e reinventarsi, di continuo. Significa scegliere di perdere l'equilibrio e navigare a vista, quando non del tutto alla cieca. Finche’ non si siano individuati, nella nebbia di un mare sconosciuto, nuovi punti fermi. Nuove certezze cui ancorarsi. Perche’, comunque la si voglia girare, noi siamo piante con le radici che hanno bisogno di terra. ..Devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…, declamava un certo Konstantin a chi si era messo in viaggio per Itaca. Quasi ad incoraggiare il viaggio di noialtri pur essendo ciechi nella nebbia col navigatore spento.
Ma. Vivere altrove significa convivere con la nostalgia, parola che l'emigrante rispetta, teme e impara, a sue spese, a non deridere e ad usare con cautela. Significa rincorrere il ricordo una mattina e imporsi di dimenticarlo la mattina dopo, perche’ fa’ male. Significa accettare di adattarsi, di piegarsi, di contaminarsi, di compromettersi, sapendo che non sara’ mai abbastanza soprattutto se cercavi di trovare un posto sostitutivo alla tua vita in maniera migliore. Siamo quel che siamo e, inevitabilmente, siamo anche il posto da cui veniamo. Anche se impariamo ad accettare di non esserci quasi mai, in quel posto. Di perdere compleanni, battesimi, grigliate, gare di regolarita’, concorsi, cene con gli amici d’infanzia, aperitivi, nascite, incidenti, operazioni e nuove esperienze di chi e’ rimasto. La vita altrove forse regalera’, col tempo, altrettante occasioni. Ovvio. La vita e’ generosa con chiunque abbia il coraggio di prenderla in mano ma e’ anche cattiva con chi ha giocato forte in tutti i campi. Per fortuna o sfortuna esistono persone a te vicine che vedendo sia una parte che Altrove possono fermare questo lanciarsi nel vuoto.
Per vivere bisogna convincersi che le nostre radici se estirpate possono morire ma se trapiantate con criterio di chi ne conosce l’uso ti faranno vedere il sole anche nei giorni di pioggia.
La vita altrove e’ una pioggia gelata, ma a volte potrebbe essere anche una coperta calda. Dipende dai giorni e dalle stagioni dall’inserimento. Perche’ vivere altrove significa cancellarsi un poco alla volta e reinventarsi, di continuo. Significa scegliere di perdere l'equilibrio e navigare a vista, quando non del tutto alla cieca. Finche’ non si siano individuati, nella nebbia di un mare sconosciuto, nuovi punti fermi. Nuove certezze cui ancorarsi. Perche’, comunque la si voglia girare, noi siamo piante con le radici che hanno bisogno di terra. ..Devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…, declamava un certo Konstantin a chi si era messo in viaggio per Itaca. Quasi ad incoraggiare il viaggio di noialtri pur essendo ciechi nella nebbia col navigatore spento.
Ma. Vivere altrove significa convivere con la nostalgia, parola che l'emigrante rispetta, teme e impara, a sue spese, a non deridere e ad usare con cautela. Significa rincorrere il ricordo una mattina e imporsi di dimenticarlo la mattina dopo, perche’ fa’ male. Significa accettare di adattarsi, di piegarsi, di contaminarsi, di compromettersi, sapendo che non sara’ mai abbastanza soprattutto se cercavi di trovare un posto sostitutivo alla tua vita in maniera migliore. Siamo quel che siamo e, inevitabilmente, siamo anche il posto da cui veniamo. Anche se impariamo ad accettare di non esserci quasi mai, in quel posto. Di perdere compleanni, battesimi, grigliate, gare di regolarita’, concorsi, cene con gli amici d’infanzia, aperitivi, nascite, incidenti, operazioni e nuove esperienze di chi e’ rimasto. La vita altrove forse regalera’, col tempo, altrettante occasioni. Ovvio. La vita e’ generosa con chiunque abbia il coraggio di prenderla in mano ma e’ anche cattiva con chi ha giocato forte in tutti i campi. Per fortuna o sfortuna esistono persone a te vicine che vedendo sia una parte che Altrove possono fermare questo lanciarsi nel vuoto.
Per vivere bisogna convincersi che le nostre radici se estirpate possono morire ma se trapiantate con criterio di chi ne conosce l’uso ti faranno vedere il sole anche nei giorni di pioggia.