Lumerete pluriosi vocaboli ne la mea lingua Togolese, ch'i' m'ho piuttosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole, colle quali bene esprimere lo concetto de li post mia. Se l'ipotiposi del sentimento personale fosse capace di reintegrare il proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, allora io rappresenterei l'autofrase della sintomatica contemporanea di togo tuentinain nick di carluccio demetrio bonzi.
sabato 5 giugno 2010
venerdì 4 giugno 2010
Marea Nera
Marea Nera
Come da Consulente Legale Informatico dell’Avv. Valentina Freudiani
LUCIANA LITTIZZETTO
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Placati gli spetazzi del vulcano irlandese adesso ci tocca trovare il modo per tappare la falla in fondo al mare e arginare la marea nera. Obama non ci dorme la notte. Anche lui adesso e’ nero con riflessi blu petrolio. Certo che anche questi della Bp... che fanno i buchi a 4000 metri sotto il mare e non pensano prima a come tapparli se capita un incidente... Ma dove ce l’hanno il cervello? Oltre che ad aprirli dovevano pensare anche a come chiuderli... santo cielo... ma guarda il Creatore. I buchi ce li ha fatti che si possano aprire e chiudere alla bisogna. Non se n’e’ fregato dicendo.. io li faccio e poi speriamo non succeda niente... Non e’ che si è dimenticato e i buchi ce li lascia sempre aperti, mi spiego? O i buchi di quelli della Bp son diversi? Adesso, dopo mille tentativi falliti, provano con un tappo. Un bel tappo di cemento. Se chiedevano a noi lo consigliavamo da subito. Da noi e’ tradizione, il cemento. E’ da anni che l’ndrangheta e la camorra risolve cosi’ le questioni, chissa’ quanti zi’ Nicola ci stanno nei pilastri delle autostrade. E’ che ogni tanto mi pare che i neuroni di chi ha in mano il potere facciano cilecca... non nel senso di leccare neh..
A proposito. C’e’ una proposta troppo figa del governo italiano per regolamentare le attivita’ commerciali degli extracomunitari. Dovranno superare un esame di italiano. Giusto. Imparare i congiuntivi e la consecutio temporum. Perfetto. Peccato che ci siano fior fiore di deputati e onorevoli che non ne infilano uno a pagarli e tu danno risposte del tipo “io ho stato venuto “ o la classica “scendi il cane che lo devi pisciare”. Il principe Emanuele Filiberto li sbaglia persino leggendoli dal gobbo. Comunque ’sta legge c’e’ gia’... a Prato che e’ giallo cosi’ di cinesi, lo fanno da anni l’esame d’italiano, e francamente ormai lo parlano meglio di noi. Poi scusa. Se uno apre una panetteria, sara’ mica pirla passo e chiudo a mettersi a fare quel lavoro li’ senza sapere una parola di italiano? Chiude dopo una settimana... Scusa se entri, chiedi due michette e il cingalese non capisce e ti fa un massaggio alla cervicale, il giorno dopo non ci vai piu’, o no? Tra l’altro non e’ che in panetteria devi intavolare discorsi da accademia della crusca... Al limite lo chiedi, il pane di crusca. Buongiorno, buonasera, facciamo un chilo? Grazie arrivederci... Tutto li’ te par?
Non e’ che ci voglia Beccaria... Ma non basta. Si propone di levare anche le insegne straniere... Tipo Kebap, Sushi bar, ristorante cinese Ciao Ciciu... Perche’? Perche’ stonano. Ci si deve adeguare alle tradizioni del luogo. Ma che cazzo vuol dire? Allora dobbiamo ranzare via la meta’ delle insegne. Comprese Harley Davidson, Suzuki, e Mercedes. Anche la Bresso a ’sto punto deve cambiarsi il nome. Troppo straniero. Se proprio vuole tenersi il nome di un’auto al limite Panda. Panda Bresso. Dicono che una soluzione potrebbe essere quella di tradurre le insegne straniere come ha fatto il Duce in hillo tempore. Pensa un po’ te. E come lo chiami, a Torino, il ristorante giapponese di sushi? «Ris e pes»? (Riso e pesce)? «Capunet ‘d tun»?.. Il kebab come lo traduci, «Beberu arusti»? (Pecora arrostita)? «Muntun Brusata’ »? (Montone bruciacchiato)? La cosa strana e’ che se la prendono soprattutto con le scritte cinesi e marocchine, nessuno che si lamenti degli hamburger o degli hot dog. Gli americani non sono stranieri? Prova, invece che hamburger a scrivere «Carne tritata con salse porche in pane molle», e vedi, quanti te lo comprano...
Caro Carrello
Vi e’ mai capitato? Parlare con un oggetto o cercare di capire che anche lui ha un’anima? Parliamo del classico carrello della spesa quello che all’ipermercato lo vedi implaccato nel culo dell’altro carrello e devi infilarci una moneta per staccarlo dalla sua posa e ora mi domando perche’ la gente abbandona i carrelli della spesa in giro dove cazzo vuole? Gliene frega della monetina che sta all’interno della gettoniera, gliene frega se tu gli sbatti dentro con la tua macchina nuova 6 cilindri a V con antifurto satellitare e sedile riscaldato all’inverno? Sembrerebbe una faccenda da niente, in fondo. Accidia metropolitana. Piccole meschinita’ urbane. Eppure, ogni volta che vedo un carrello abbandonato a se stesso il dubbio mi assale e un po’ mi rode il pallisterio. Deve esserci dell'altro. Al cospetto di queste gabbie scoperchiate con le rotelle non posso fare a meno di lasciarmi coinvolgere dalle possibili ipotesi sul loro destino deragliato oltre che dalla pericolosita’ di investirlo. Per quanto banali possano essere. E’ come se ne avvertissi la pena. E il mistero. Io quei carrelli li compatisco. Ma li odio, anche. Specie quando me li ritrovo fra i piedi, distesi su un fianco e con le rotelle a mezz' aria, ad ingombrare parte dell'ennesimo parcheggio di fortuna recuperato con fatica. Se e’ vero che il coraggio non e’ che uno strano miscuglio di prudenza e di abbandono, chi ha avuto il coraggio di trascinarti fino a qui povero carrello? Chi ha avuto animo di svuotarti e buttarti via? Chi si e’ concesso il lusso di non recuperare il suo euro di riscatto cavandolo da quella tua minuscola serratura che una volta liberata ti unisce ai tuoi simili e ti permette di incularli e farti inculare tutti in fila appassionatamente uniti? E, a proposito, a chi appartieni adesso che non fai piu’ parte di quelle inerti cordate che accolgono i clienti all'ingresso dell' ipermercato, prima di essere assalito dalla solita ondata d'aria, gelida d'estate e bollente d'inverno?
Troppe domande vero per un ammasso di ferraglia con ruote, e per cosi’ poco. Infinite risposte possibili. Meglio quelle impossibili e vediamo..sento la tua risposta…Sono un carrello del Bennet di Caselle quello piu’ vicino a casa tua. Hanno caricato pasta, carne, scatole pesanti, acqua, bottiglie e buste di frutta. Spingevano a fatica, ma il peso cazzo lo portavo io. Lui l’uomo dalla faccia di culo zoppicava e tirava moccoli. Lei gridava con voce da far bloccare le ruote anteriori. Sembravano cmq gente perbene. Abiti eleganti, macchina grossa, sai quei Suv fatti apposta per rovinare le altre macchine nei posteggi, specialmente quando apri le portiere e pianti la legnata alla macchina vicina. Perche’ minchia mi hanno lasciato da solo, abbandonato con la mia monetina dentro? Ogni mattina mi sganciavano per primo ed ero contento di fare il giro all’ipermercato. Le mie ruote slittavano bene, le monete entravano giuste. Portavo i bambini sul mio seggiolino. Sterzavo perfettamente e non tiravo verso destra. La campana per la raccolta del vetro, qui a due passi, vengono a svuotarla sempre. Di me non si accorgono mai. I cani mi annusano e poi mi pisciano addosso. Dov'e’ finita la mia dignita’? Non posso andare avanti cosi’. Ma il peggio e’ che non posso nemmeno tornare indietro.. dai prendimi e saro’ tuo,saro’ il carrello della tua vita, non lasciarmi qui e riportami ad inculare il mio fratello e prenditi la moneta..te la sei meritata..