domenica 31 maggio 2020

Registrarsi in Facebook con altrui email.



Dite sia impossibile? Puo' essere ma sei anni fa qualcuno ha avuto le sue grane e senza far cognomi, parlo di Giuseppe il Beneventano e per comprendere in toto la faccenda vi rimando alla lettura del dettagliato articolo pubblicato su TAL. E se qualcuno di voi ha avuto esperienze di tal guisa e' gradita una sua mail in pvt.
Sin dal momento in cui l’amico Zuckerberg mise per la prima volta online la sua oramai celebre creatura in blu, il binomio privacy-facebook ha fatto discutere, e non poco, generando dubbi e creando dissapori tra utenti ed autorita'.
Tenendo conto di cio' molto probabilmente non tutti si stupiranno della singolare vicenda accaduta a suo tempo a Giuseppe e raccontata anche sulle pagine di The Apple Lounge.
Detta in breve l’esperienza di Giuseppe ha messo risalto una grave falla, chiamiamola cosi', di Facebook ed i rischi derivanti dal fatto che qualcuno, per mero “diletto” o per puro errore, possa creare un account sul tanto amato social network con l’indirizzo email di altri utenti non registrati ed operare indisturbato per tutta una serie di giorni, i fatidici tre ed oltre entro i quali dovrebbe esser confermato l’indirizzo di posta elettronica indicato ed ancor di piu' quelli necessari al team del buon Zuck affinche' ci si accorga che qualcosa, effettivamente, non sta andando proprio come dovrebbe.
Pur non avendo mai creato alcun account su Facebook (come tutti noi non normali) Giuseppe si era infatti ritrovato a dover fronteggiara messaggi di posta elettronica inerenti le attivita' (richieste di amicizia accettate di dubbio gusto ed iscrizioni a gruppi del tipo “VULVIVENDOLE DEL CHIAVISTERIO DI VALLOMBROSA” che lasciano ben poco spazio ad eventuali dubbi) eseguite su Facebook da un altro account registrato, ma non confermato, con il suo indirizzo di posta elettronica e, cosa ancor piu' importante, alla lesione della propria immagine... ovviamente in sei anni si e' corso ai ripari ma... sembra che in questi giorni qualcosa non STIA FUNZIONANDO..diamo la colpa al COVIDICIANNOVE anagramma di IO VENDO VACCINI...

 
Coincidenze strane e buona apertura dei confini regionali..staremo a vedere e adesso la striscia Pentecostale dello Stefano che disserta sui tagli dei parlamentari...









domenica 10 maggio 2020

Movida Milanese (pero')..



Da buon varesotto che ha passato due lustri nel milanese nei primi cinque lustri di vita, cerco di far capire il perche' dell'assembramento dopo lo “sblocco” dei domiciliari, giudicato incivile ed incosciente pericoloso da chi legge i giornali o guarda la TV di stato.
Non e' solo ai navigli che e' successo il fattaccio ma anche nelle regioni del sud dove si e' festeggiato lo sblocco con assembramento festoso sulle spiagge vedi Mondello coi vu compra' compresi

vedi il lungomare di Bari
, ma torniamo all'accusa di chi si fa suggestionare dall'informazione oneway di stato e a questo pro condivido al cento con l'appoggio difensivo di Piero Colaprico che a nome di tutti noi Italiani.. dice “Ma per favore non trattateci da sudditi” riferendosi al sindaco Beppe Sala che ha usato la parola “incazzato” e al supercapo dei commercianti Carlo Sangalli che a sua detta l'assembramento ai Navigli e' stato “incosciente pericoloso”.
Non esiste alcun dubbio nel fatto che, se gli assembramenti sono vietati, appoggiarsi alle ringhiere delle Alzaie del Naviglio col gin tonic sia stato sbagliato.
Si e' criticato “il ritorno a casa” di chi dal Nord e' corso al Sud, allo stesso modo dobbiamo sanzionare il “ritorno in strada” dei giovani milanesi con le palle stracolme.
Pero' intorno a questa movida improvvisata, ci sono almeno due “pero'”.
Il primo e' che i milanesi sono blindati in casa dall'8 marzo e la media dei comportamenti virtuosi e' stata altissima.
La grande metropoli e' come andata in letargo.
Appena c'e' stato “lo sblocco”, come lo chiamano i ragazzi, e' diventato difficile per questa Milano giovane fermarsi a riflettere.. la nostra non e' una citta' adatta alla timidezza.
Il secondo”pero'” riguarda la psicologia sociale.
Possiamo sapere, anche a grosso modo, quanti sono i contagiati in percentuale alla popolazione?
A questa domanda essenziale la Regione non da' spiegazioni.
A Milano e in Lombardia, realta' ricchissime, moderne, tecnologiche, ci si sente rispondere una volta che non ci sono i tamponi, un'altra che mancano i reagenti, in giorno i test sul sangue vanno bene e un altro no.
Se la politica sanitaria lombarda (in mano al centrodestra) sia stata adeguata o no lo si potra' discutere meglio “a bocce ferme”, ma sulla confusione totale che regna nelle case e nei quartieri cittadini, zero perplessita' sin da ora.
In Veneto sanno piu' o meno come va, in Lombardia no.
Sul punto, ha protestato spesso il sindaco Sala.
Quindi il risultato e' che noi possiamo ubbidire come abbiamo sempre fatto, ma lo facciamo con convinzione se non ci sentiamo trattati da sudditi, essendo cittadini.
Cittadini, va detto, stufi anche degli inganno che abbiamo ricevuto, ad esempio, sul numero dei morti e sulla situazione al Pio Alberto Trivulzio e in altre Rsa.
Ieri sera i Navigli erano presidiati, la prefettura non s'e' fatta prendere in contropiede dal ghiaccio che tintinna e dalle mascherine sulla fronte... anche i “ghisa” e gli agenti “pero'” sanno che e' dura stare a casa in queste giornate anticicloniche, con i Navigli che sembrano quasi Ibiza e dappertutto spande l'odore pungente del lime.
Tutto questo non giustifica ovviamente il comportamento tenuto ai Navigli ma attenzione all'assalto che e' stato presentato con immagini schiacciate e ingrandite in cui l'attivita' motoria si confonde con lo struscio e il distanziamento sociale diventa festa mobile... e vabbe' dagli all'untore e continuiamo muniti di mascherina
ndr.. significa indossati e chiudo con la striscia domenicale dello Stefano e un augurio a tutte le mamme..