A
chiunque e’ ufficialmente proibito col decreto N°.37 del 3
febbraio 1990 di scrivere , disegnare o parlare del Santo Prepuzio
sotto pena di scomunica, quindi leggete ad occhi chiusi e poi semmai
direte tre pateravegloria e via andare.
Ad
onor del falso, nel 1954 ci fu un tentativo di far restaurare questo
culto prepuziatorio ma senza successo… pero' la pena di scomunica
fu ‘alleggerita, e chi ne era devoto era solo considerato vitandi,
ovvero ...da evitare.
Il
Concilio Vaticano II taglio’ la testa alla mucca e tolse
definitivamente dal calendario liturgico romano la celebrazione della
circoncisione, che era il 1° gennaio, (l’ottavo giorno dalla
nascita di Cristo…termine obbligarlo del tagliofiletto di allora).
Chi
ignora la materia potra’ farsi una cul..tura acquistando con 11,90
eurini scontati il libercolo
che uscira’ nella prima decade di aprile 2015 di Tonino Ceravolo
Il
sacro viavai della reliquia
Il
prepuzio di Cristo gira l’Europa, arriva a Roma e sparisce
Chiodi,
legno della croce, sangue: i temi della devozione
Circonciso
Gesu', la Vergine Maria custodi' con ogni cura il «santo prepuzio»
e non lo sperse neanche durante la fuga in Egitto. Lo dono' infine
alla Maddalena e possiamo immaginare che cio' sia avvenuto dopo
l’Ascensione al cielo, non essendoci piu' sulla terra altro
vestigio della carne di Cristo.
Da
Maria di Magdala a Carlo Magno abbiamo uno stacco di secoli e non
sappiamo dove l’abbia preso l’angelo che lo consegna
all’imperatore in Aquisgrana, mentre tocchera’ a Carlo il Calvo
portarlo a Roma.
Sara'
un lanzichenecco tedesco a entrarne in possesso nella magna
confusione del Sacco di Roma (1527) e a portarlo a Calcata, che e' un
borgo a nord di Roma, verso Viterbo.
Li'
resta fino al 1983 quando viene rubato dalla casa del parroco don
Dario Magnoni, come costui denuncia ai carabinieri.
O
forse don Dario lo fa sparire in obbedienza a ordini superiori?
Perche'
il sacro ha tempi lenti ma anch’esso — come tutto — scorre e un
prepuzio che prima attira rischia poi di allontanare, tant’e' che
il Sant’Uffizio la venerazione di quella reliquia l’aveva gia'
proibita all’inizio del Novecento.
Ma
i parroci continuarono a esporla nella chiesa dei Santi Cornelio e
Cipriano a ogni capodanno, nella festa che si chiamava in
Circumcisione Domini,
nella Circoncisione del Signore.
Nel
frattempo c’era stata la riforma del calendario liturgico e il Rito
Romano al primo dell’anno festeggiava Maria Santissima Madre di
Dio.
Se
cambia la messa vuol dire che cambia il mondo, devono aver pensato a
Calcata nel 1970 all’arrivo del nuovo calendario, che
misteriosamente preludeva al distacco dall’incredibile prepuzio.
Una
delle piu' singolari reliquie della cristianita', tra le quali ci fu
il Graal e c’e' ancora la Sindone, nonche'il Velo della Veronica,
anch’esso finito fuori mano come il prepuzio, ed ora si trova —
se e' lui — a Manoppello in Abruzzo. Che sia destino delle reliquie
convergere a Roma e ripartirne?
Pare
anche loro destino mantenere margini di mistero, com’e' ovvio per
chi prende forza dall’aver toccato (appunto) il mistero.
Qui
infatti abbiamo ridotto a un racconto lineare la vicenda del prepuzio
che e' fatta di comparse e scomparse, duplicazioni, moltiplicazioni.
Sarebbero almeno 32 le localita' europee nelle quali il prepuzio di
Cristo e' stato segnalato nei secoli, racconta ora Tonino Ceravolo in
Il
prepuzio di Cristo.
Storie
di reliquie nell’Europa cristiana (Rubbettino).
E
c’era per un tempo sia a Roma — in San Giovanni in Laterano —
sia a Calcata e si argomentava che l’uno fosse il prepuzio e
l’altro l’ombelico, ovvero il cordone ombelicale, che oggi si
conserva in vista dell’utilizzo delle staminali e un tempo si
conservava chissa' perche', ma nel caso di Gesu' di sicuro con buoni
motivi.
Del
cordone infatti parla la fonte piu' antica che nomina il prepuzio e
si tratta di un apocrifo del Nuovo Testamento, il Vangelo
arabo-siriaco (forse
dell’VIII secolo):
«Lo
circoncisero nella grotta. Quella vecchia ebrea prese il pezzetto di
pelle — ma altri dicono che si prese il cordone ombelicale — e lo
mise in un’ampolla di vecchio olio di nardo».
Oggi
il cordone ombelicale lo conserviamo in azoto liquido: c’e' dunque
una lampante continuita' tra l’apocrifo e le regole del nostro
sistema sanitario.
Ma
come si presentava il «sacrosanto prepuzio», o «bellico» che
fosse? L’osservarono da vicino a meta' del Cinquecento due inviati
di Paolo IV. Uno dei due, a nome Pipinelli, premendo con le dita «lo
spezzo' in due» e le due parti furono cosi' descritte dalla
Narrazione
critico-storica della Reliquiapreziosissima del Santissimo Prepuzio
(che
è del 1802):
«L’una
della grossezza d’un piccolissimo Cece, l’altra d’un granellino
di seme di Canapa».
Come
c’erano tanti prepuzi cosi' c’erano — in giro per l’Europa —
tanti sangui di Cristo.. e qui non s’intende piu' quello del
cordone, ma quello della Passione, uscito dalle ferite della
flagellazione, delle spine, dei chiodi, del costato.
Una
parte l’aveva raccolta Longino, il soldato del colpo di lancia che
stava pronto lì sotto. Un’altra aveva impregnato
il
guanto di Nicodemo, che aveva schiodato Gesu' e aveva nascosto il
guanto nel becco d’un uccello.
Ma
anche Maria e la Maddalena avevano raccolto qualcosa la' sul
Calvario. Troppo sangue e pezzi della croce e spine della corona, che
presto scatenarono satire e invettive, da Boccaccio a Chaucer, a
Calvino, fino a Garibaldi e Joyce.
Erasmo
da Rotterdam affermava non senza ironia che ai suoi tempi circolavano
talmente tanti frammenti della croce da costruire una nave. San
Paolino pero' aveva preso sul serio la proliferazione delle schegge e
trovato una soluzione... la reintegrazione della croce: se ne
potevano staccare tutti i frammenti che si voleva, ma la croce
restava sempre integra.
Boccaccio
da parte sua, nella novella decima della sesta giornata, mette in
scena l’ineffabile Frate Cipolla, che promette a certi contadini di
mostrare «la penna dell’agnolo Gabriello», ma poi — avendo
subito il furto della penna — si accomoda a mostrare i «carboni
che arrostirono San Lorenzo».
A
quei tempi satira e devozione si toccavano: una «santa lacrima»
versata da Cristo su Lazzaro morto era conservata a Vendôme e a
Roma, in San Lorenzo in Lucina, c’era e c’e' uno spezzone della
graticola di San Lorenzo. Il culto delle reliquie non cessa con
l’arrivo del terzo millennio.
Come
gia' i frammenti della croce cosi' sono oggi innumerevoli i filamenti
del saio di Padre Pio che girano per il mondo, o le fialette con il
sangue di Wojtyla raccolto da don Stanislaw — novello Nicodemo —
in occasione di un prelievo al Gemelli.
Ne'
cessa la filiera delle reliquie da contatto, o reliquie di reliquie.
Gia'
vedemmo moltiplicati per ogni dove i berretti e le camicie di
Garibaldi e oggi vediamo i pellegrini che offrono uno zucchetto di
loro fattura a papa Francesco, che se lo mette in testa per un
momento e subito lo restituisce all’offerente, avendolo fatto suo
«per contatto».
E
l’entusiasmo dei napoletani per la presenza in citta' delle
«ceneri» di Pino Daniele?
E
gli autografi non sono una reliquia?
E
la mania dei selfie? Reliquia per contatto, reliquia per imago.
Le
reliquie cambiano, ma non cessano perche' e' proprio della vita
lasciare reliquie e forse il mondo e' tutto un reliquiario.