giovedì 19 marzo 2015

I Costretti Sposi.


Fatto Quotidiano del 19 Marzo



Matteo Tramaglino e SilviaLucia sono i promessi del Nazareno..Nel loro cammino verso il patto ..opss, le nozze ..s’imbattono in Don AbbondioLetta Gianni, l’Azzecca-Garbugli Coppi, Don RodrigoVerdini, Fra Cristoforo Delrio, LauraGertrude Boldrini…ci pensa la provvidenza, ma SilviaLucia s’invaghisce di un altro Matteo….



La storia non lo dice, ma Renzo e’ Renzie, Lucia Mondella e’ Silvio Berlusconi. Il giovin Matteo e’ Tramaglino e il benedetto matrimonio che s’ha da fare al piu’ presto.. e’ il Patto del Nazareno.

Gli sposi, loro malgrado, sono Promessi. Forse SilviaLucia e’ una civetta immorale.. per come dice il cardinal Bagnasco..pero’ ama di sincero amore l’altro Matteo, il Salvini, il Paperino fomentatore di tumulti ai forni di Milano. Mentre Renzi, come Paperon de’ Paperoni, ama solo banche e Assicurazioni.

Il Cardinal Borromeo e’ Giorgio Napoletano..l’Innominato e’ Giuliano Ferrara, costretto ad avallare tutte le trame di Don Rodrigo, ossia Denis Verdini..mentre a farsi strumento della Provvidenza c’e’ Beppe Grillo, che in quel ramo del parlamento (che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di deputati e senatori, scansando Mario Monti a seconda dell’uscita o dell’iscrizione al gruppo misto) raggiunge il suo gregge. Belante va da se’.



DON ABBONDIO E I BRAVI.



Don Rodrigo Verdini scommette con il cugino Attilio. Luca Lotti, di combinare il matrimonio e spedisce il piu’ bravo tra i suoi brevetti, Oscar Farinetti, a cercare un curato per le nozze. Con la retina in testa, il Giglio al bavero e l’antico baffo, sul limitare di Via Sant’Andrea delle Fratte. Il beffardo Farinetti aspetta. E’ il Griso, lui. Attende l’arrivo di Gianni Letta, ossia Don Abbondio. Il curato, stanco di pregare, gia’ si pregusta la cena (fagiolini a 80 euro cadauno) preparategli dalla Perpetua, Francesca Pascale.
E’ un’intrighina, lei, ma pur sempre una brava cuoca. Il Griso, intanto sbarra la strada al curato e gli intima..”Questo matrimonio s’ha da fare e in fretta”.



AZZECCA-GARBUGLI.



L’episodio getta nello sconforto Renzi. Ma Perpetua Pascale, la domestica di don Abbondio, lo convince dell’opportunita’ del patto, ops, delle Nozze..e gli suggerisce di prendere comunque Silvialucia e, con sua mamma Fedelinagnese nata Confalonieri, di consultare un fior di avvocato. Questi e’ Franco Coppi detto azzeccagarbugli. Il quale inizialmente, vuole aiutare la ragazza e avvalorare l’accusa di essere una civetta (indegna dunque del matrimonio) ma, venendo a capire in che guaio si finisce a contrastare il patto, li caccia via.



FRA CRISTOFORO E DON RODRIGO



Ai tre, allora non resta che rivolgersi a Fra Cristoforo Delrio, il Graziano. Questi inorridito, decide di affrontare direttamente don Rodrigo Verdini e convincerlo a lasciare liberi i due giovani. Ma il don, forte del proprio proposito, caccia il frate in malo modo. Allora Fra Cristoforo Delrio..alla testa dei suoi nove figli, tutti fraticelli..lancia un terribile anatema. E Don Rodrigoverdini, colpito, piu’ che il saio scorge una toga..e gia’ vive un presagio.



LA NOTTE DEGLI IMBROGLI



Intanto Fedelinagnese propone un’idea agli Sposi Costretti…portare Silvialucia al cospetto di Wladimir Luxuria a Muccassassina e li’, sulle note del TucaTuca, alla presenza di almeno due testimoni, sottoscrivere l’unione civile con Salvini. La pensata e’ presto accolta. A far da palo ci sono Tonio Ghedini e Maurizio Landini detto Gervasio. Quest’ultimo e’ il cugino di Renzo Renzi, ed essendo tonto non si accorge dell’irruzione in discoteca dei bravi che , sulle note di “ una lacrima sul Griso”. Tentano di sedurre la ragazza approfittando del lento. Silvialucia e’ si’ civetta, ma e’ controllata a vista da mamma Fedelinagnese, che .. una volta fallita l’unione civile per sopravvenuto prefetto, inviato da Angelino Alfano!. Porta via l’innocente strappandola ai brevetti.



ADDIO MONTI



E’ una struggente traversata quella di Silvialucia..in viaggio verso il convento di Cesano Boscone, in Lombardia..ed e’ nella corsa del Lungotevere fino a Via Nazionale, tra i quartieri di Roma, che, confortata da mamma’, intona il suo addio al “rione Monti” (li’ dove abita proprio Giorgio Napoletano, il Cardinale Borromeo).



LA MONACA DI MONZA.



Giunta a Cesano Boscone, “pochi passi distante da Monza”, Silvialucia viene poi accompagnata dalla madre guardiana, suor Ilda delle consorelle di Santa Boccassina, al convento di Monza, E’ qui che sotto il severo controllo di Suor Lucia dell’Annunziata, madre badessa, vive la famosa Monaca di Monza, ovvero Lauragertrude Boldrini. La “signora” prende sotto protezione la giovane e in men che non si dica, le cambia tutte le declinazioni. Delle Olgettine fa degli Olgettini, di Dudu’..il cagnetto di Silvialucia..fa Duda’. E, in rispetto delle parita’ di genere estesa agli animali domestici, del bue fa una bua (caduto/a vittima delle attenzioni di Egidio..”scellerato di professione”, zoofilo e seduttore di bovini..il/la quadrupede avvia un percorso di coming out verso una nuova identita’ grazie a Lauragertrude..e..sventurato com’e’, se chiamato non risponde).



I TUMULTI DI MILANO



Renzi, intanto, cerca ricovero all’Expo. Il giudice Raffaele Cantone, suo amico, e’ momentaneamente assente, e il giovane, rimasto per strada, si ritrova coinvolto nei disordini di piazza. Non si tratta di tumulti dei forni..a infiammare Milano sono le proteste organizzate Dalla Compagnia delle Opere. I ciellini, rabbiosi per l’arresto di Ercole Incalza, tentano l’assalto ai negozi di Rolex. Renzi si fa trascinare dalla folla e digita un numero impressionante ti tweet in difesa di Maurizio Lupi, criticando la giustizia che sta sempre dalla parte dei gugi e non #cambiamaiverso. Tra i suoi follower, un “birro” in incognito cerca di condurlo in questura, magari per presentarlo come nipote di Barraci H,Obama, ma Renzi, stanco, si ferma a Eataly dove il poliziotto viene a conoscenza della sua vera identita’ e lo denuncia al Griso Farinettim che lesto arriva ..accompagnato dalla Nibbia, cioe’ Carlotta De Franceschi..e lo trae in arresto.



L’INNOMINATO



Don Rodrigoverdini chiede aiuto all’Innominato, ovvero Giuliano Ferrara, intelligentissimo e finissimo stratega che, questa volta, non indugia nel castello delle proprie teorie e va per le spicce, chiama Lauragertrude e, con l’aiuto dello scellerato Egidio, si fa portare Silvialucia e la trae prigioniera nella propria fortezza in Toscana. L’innominato, forgiato com’e’ nella tempra dei totalitarismi..riflette sulle proprie responsabilita’ e sulle trame di cui si e’ reso autore..cerca anche una risposta ai dubbi che ormai lo assalgono, visto i risultati del primo patto del Nazareno (quello tra il Royal Baby e il Royal Cav.).. quando al sopraggiungere della sera, legge nel volto di Silvialucia la disperazione, vi vede altresi’ la propria conversione. Preda dei rimorsi, cerca sollievo nel ricordo di quando, giovinetto, nel mausoleo di Mosca, sulla piazza Rossa, vide la Salma imbalsamata di Acciaio, le spoglie della patria sovietica..”Stalin perdona molte cose per un atto antirevisionista”.



IL CARDINALE BORROMEO




L’Innominato trascorre una notte orribile funestata anche dal pianto di Silvialucia, che..dopo aver fatto promessa di non bere piu’ Sanbitter, di non ballare nella tavernetta di Arcore e di non andare piu’ per Bunga..a furia di lacrimare fa gocciare dalle gote anche il cerone, Per l’aere della vallata, intanto s’odono le campane a festa. E’ un segno. Il cardinale Federigo Borromeo (antenato di Beatrice), qui impersonato da Giorgio Napolitano, e’ in visita pastorale. Spinta dall’inquietudine e accompagnato da Emanuele Macaluso. L’innominato si presenta in canonica per parlargli. E i tre, guardandosi nelle palle degli occhi, si commuovono al ricordo dei bei piani quinquennali, dei kolchoz e dell’amata Prava. Le parole piu’ toccanti sono quelle del Cardinale Borromeo..”Compagni, abbiamo perso tempo con Trotskiy, Kamenev, Zinov’ev e Bucharin. Dobbiamo forse perdere adesso i nostri giorni con una Daria Bignardi, solo per far sposare i due Nazareni riluttanti?”.



LA POSTA



L’innominato torna alla propria fortezza e libera Silvialucia, impegnandosi a cambiare vita, Ferrara spedisce Silvialucia a casa di don Ferrante e donna Prassede, ossia Alessandro Sallusti e Daniela Santanche’, coppia di signori Milanesi che finalmente possono accogliere la ragazza, in attesa che venga a prenderla, per portarla con se’, il Matteo giusto: Salvini. La storia non lo dice ma i Lanzichenecchi a Cinque stelle sono in agguato, calano dal web e seminano virus ovunque facendo sballare persino i sondaggi di Alessandra Ghisleri. I Monatti..Luigi De Magistris a Napoli e Vincenzo De Luca in tutta la Campania..assolvono il loro compito abietto..portare il colera informatico in tutte le email per tutte le primarie a venire. Come nel capolavoro Disney di Edoardo Segantini e Giulio Chierchini.. I Promessi Paperi, piu’ che la Peste scoppia la Posta.



LA PROVVIDENZA



Nel frattempo, la Provvidenza, attende alla propria opera con da un lato Beppe Grillo che accoglie nel suo motoscafo ormeggiato a Portofino le tante vittime degli hacher, e dall’altro l’Innominato, sempre piu’ fervente testimone del collettivismo socialista deciso a scacciare dalle mura del proprio castello gli ultimi piratolli liberali e sincronizzare finalmente il cronometro con l’orologio del Cremino.



IL FINALE



A dispetto della peste e della posta, la Provvidenza mette tutto a posto. La storia non lo dice, ma il cardinal Borromeo solleva Silvialucia dal voto di bunghita’ e benedice l’arrivo di Salvini. La Provvidenza pero’ vede proprio lungo..Salvini arriva ma dice no a Silvialucia. Perdera’ la testa per una bella Tosa di nome Flavia. E partira’ per Verona. La storia non lo dice ma di Sergio Mattarella, infine..ossia il cocchiere Pedro che si conduce in carrozza mentre la storia si consuma…non si dice punto nulla.



Ps..Era pronto il convolo. Doveva avvenire fra 33 giorni, 33 ore, 33 minuti e qualche manciata di secondi, com’e’ d’uopo a regola di disneyana parodia. La storia non lo dice, ma e’ stata Wladimir Luxuria a fornire a Berlusconi la famosa raggiera D&G di spilli d’argento da mettere in testa come Lucia (per il silicone e la tintura, invece e’ ditata di suo). Mentre Renzi. Nel ruolo di giovine ammodo, s’e’ vestito coi panni forniti da Brunello Cucinelli, sarto degli umili in cachemire.