lunedì 5 febbraio 2018

Bondi ex cortigiano

Questo post interessantemente pubblicato su “il Foglio” e' dedicato a Sandro Bondi, il poeta versaiolo prestato alla politica che oggi nessuno vuole e a suo tempo il misero ha dedicato anima e scritti al buon Berluska ed era forse battuto in fatto di fidaggine dal buon Emilio Fede che solo lui e' stato il re negli elogi e nei complimenti al capo, pubblicando in modo patologico il suo “Lo Amo”.
Silvio accolse Bondi e lo fece ministro dei Beni culturali e anche coordinatore di Forza Italia.
Nel 2014 Bondi pero' rompe con Arcore e diventa Renziano, ma senza la sudditaggine mostrata nel periodo berlusconiano.
Oggi che nessuno si e' ricordato di listarlo, Bondi e' lo strumento perfetto nelle mani della propaganda antiberlusconi.
Adesso si dichiara “pentito” di tutto quel suo amore per Berlusconi e si flagella parlando col Fatto quotidiano: “Provo vergogna per quello che ho fatto.
Se penso a mio padre, a quel che intendeva lui della vita, del rigore, dell’integrita' che ciascuno deve custodire.
Della dignita' che invece suo figlio non ha avuto.
Se raccolgo i ricordi mi trovo immerso a fare l’esegeta cieco.
Sono addolorato perche' non dovevo essere li'”.
E ancora: “Sono stato un cortigiano, ecco la parola esatta. Quando ho avuto il potere l’ho esercitato nel modo che oggi dico peggiore…”.
Viene dipinto come un uomo distrutto dai rimorsi, Sandro Bondi, compagno nella vita di un’altra forzista pentita, Manuela Repetti, anche lei non ricandidata.
E non stupisce, perche' in fondo Bondi ha l’animo fragile del poeta, preda di illusioni, delusioni e grandi passioni.
E a un grande poeta si ispiro' quando defini' Berlusconi uno che come il conte Ugolino divora il cranio dei suoi figli.
Lo stesso Berlusconi che un tempo era per Bondi “vita splendente”. Insomma, si cambia. Anche radicalmente.
E in campagna elettorale anche Bondi va bene, tra una promessa e l’altra, per animare la campagna elettorale contro il centrodestra.
Il Fatto by lo Stefano del resto non poteva farsi sfuggire l’occasione di vignettarlo visto che a Bondi aveva gia' dedicato i versi satirici di Mimmo Lombezzi che riassumono bene la carriera e le giravolte di Sandro Bondi:
Da sindaco marxista
ch’io fui di Fivizzano
divenni liberista!
E a Silvio offrii l’inchino…
Del leader meneghino
io fui sommo poeta.
Divenni il suo zerbino:
Lodarlo? Unica meta!
Nel cantarlo incantato
nessuno arrivo' a tanto!
Dissi che era L’Inviato
dello Spirito Santo!
Poi un giorno inviperito
dal miele che ho versato
estrassi tutto il fiele
che avevo digerito.
Ai suoi servi e famigli
dissi ch’era “Ugolino…
che divorava i figli!
dalla sera al mattino…
Cosi' virai di botto:
divenni Verdiniano
Un modo liberista
di essere Renziano…