mercoledì 1 febbraio 2023

Re Bischerone.

 

Sopra il trono sedea di Pontedera,

siccome scrive il padre Sparagione,

un Re congiunto a un’orrida mogliera;

Lasagna ella chiamossi, ei Bischerone,

e gentil figlia avean che gran prurito

sentía, dove grattarsi è proibito.


Stava costei la sera e la mattina

or la madre, or il padre importunando

col dire: - Ahi! la mi prude! ahi! me meschina!

Io piango, e ognor soccorso vi domando,

ma il piangere e il pregare è inoperoso...

Ah! parmi averci un Mongibello ascoso. -


Bischeron nelle spalle si stringea;

Lasagna suggeria: - Fai due fomente

d’acqua di malva alla pantasilea,

e passerà quel pizzicore ardente. -

Ma del calmante ad onta, il pizzicore

di giorno in giorno si facea maggiore.


E, tornando la madre a tormentare, diceva:

- Voi mi date erba trastulla;

le viscere mi sento consumare...

Ho ventun anno, e son sempre fanciulla...

Sentite; io vo’ accordarvi tempo un mese,

e poscia al mio cervel darò le spese. -


Lasagna Bischeron prese a quattr’occhi,

e disse: - Qui convien pensarci bene,

se non vogliam che scorno ce ne tocchi;

diamle marito. - Ei sollevò le schiene,

e rispose: - Madonna, a me non tocca

batterla a questo e a quello in sulla bocca.


E poi... fra questi Re circonvicini

veramente... non v’è nulla di buono!

Non vaglion, tutti insiem, sette quattrini,

e ragazzacci scapestrati sono;

maritarla ad un suddito non voglio,

ché nol soffre l’onor del nostro soglio.


Dunque...- Dunque, signore, è necessario, -

Lasagna replicò, - darle marito... -

- Oh! voi m’avete rotto il tafanario! -

esclamò Bischerone imbestialito...

- Uh! - rispose la moglie, - fate voi;

guardate non avervi a pentir poi! -


Ah!... - disse il Re più in calma, - il pizzicore

che la figliuola nostra cosi abbrugia,

opra certo sarà di quel rancore

che ha contro me la fata Menandugia!

È un pezzo che costei, dall’odio invasa,

fa dei dispetti alla regal mia Casa.


- Io non so s’è la fata o la natura, -

disse Lasagna; - so ben che bisogna

darle marito, e farlo addirittura,

o, lo ripeto, avrem scorno e vergogna

poi... - State zitta, - disse il Re... - melenso

non sono; eh cazzo! quando penso... penso!