lunedì 11 ottobre 2010

Bun loc de munca



Allarme. Allarme. Non sono il Re della xenofobia ma la minaccia viene dai Carpazi. Scende dai rilievi della Transilvania e approda alle rive del Po. Nome in codice? MR. Muratore rumeno. Il manovale del mattone che viene dal Mar Nero va cosi’ di moda che il suo diffondersi da qualche anno minaccia la sopravvivenza degli ultimi esemplari di maschio con cazzuola di razza autoctona agevolati dal fatto che qui nessuno vuol fare il mestiere che loro cercano di fare. Io personalmente sto dando trabaco a una mezza dozzina. Costel, Biku, Vasili, Nicolau, Vlad e Cornelius detto Dracula per via di un evidentissimo surplus di canini. Mi immaginavo almeno che arrivassero al calar delle tenebre, in carrozza, col mantello nero, il cilindro e un nugolo di pipistrelli a far da sfondo nella Torino magica. Sognavo che mi si avventassero sul collo da buoni Transilvaniesi azzannandomi la giugulare e sparendo poi al primo sorgere del sole per tornare nelle loro tombe. Invece i principi della notte, i nosferati sabaudi il sangue me lo stanno levando lo stesso senza neanche l’ausilio dell’arcata dentale. Pallidi son pallidi. Dei cicciobelli biondi con degli occhi azzurri pieni di nostalgia che sarebbero perfetti per «Uomini e Donne» della De Filippi.. meno per risanare i miei bisognosi impianti idraulici e per la precisione per la sostituzioni delle tubazioni che sono in eternit considerato nocivo e quindi da sostituire. La prerogativa dei muratori rumeni e’ che l’italiano lo capiscono poco meno di niente anche se ormai son comunitari (per questo li chiamo Tari con diminutivo affettuoso). Quindi parlare con loro e’ come parlare col muro. Solo che col muro non ci puoi piu’ parlare perché l’hanno gia’ abbattuto, percio’ se stai zitto fai prima. Di solito, in una impresa rumena, c’e’ solo il capocantiere, rumeno di rumenia, che mastica abbastanza l’italiano. Anzi, a dirla tutta, lo parla benissimo, meglio di Luca Giurato e di quello rosso del calcio che mi sfugge il cognome. Il capocantiere e’ una specie di pifferaio di Hamelin che suona lo zufolo e magicamente tutto comincia a prendere vita. Una cometa che brilla indicando ai manovali il cammino. Peccato solo che come il corpo celeste appaia una volta ogni duecento anni, avendo lui ben 47 cantieri aperti in contemporanea,una moglie con 15 imprese per pulizie condomini e non parlo di te Giovanna ma ci vado mooooolto vicino, insomma un giro d’affari del tenore di di Bonolis quello del caffe’ marca oro e una casa in costruzione nei dintorni di Bucarest di 3 piani, dodici bagni e una ventina di stanze per piano. Quindi? Quindi, dice un vecchio proverbio moldavo …Quando il gatto rumeno non c’e’ i topi rumeni ballano... Infatti tra poco nel condominio apriro’ una discoteca.. la famigerata Discuteca Rumenesca. Ogni tanto, preso dallo scoramento, li raduno tutti e faccio dei monologhi brandendo la pala sporca di cemento. Loro mi guardano, non capiscono un cazzo ma intuiscono qualcosina dal tono che pare sia molto simile a quello di Ceausescu quando faceva i comizi ma il risultato e’ sempre lo stesso, se avessero coglioni di bronzo sentiremmo campane a festa tutto il giorno e questo lo diceva sempre a me il proff di elettronica. La vecchia impresa Rumenasca ha lasciato in dote al condominio in zona caldaia del teleriscaldamento un lettino, di quelli di plastica, da terrazzo, col materassino a righe. Bene. Ultimamente ho notato questo strano fenomeno. Ogni volta che vado a controllare il teleriscaldamento, il lettino e’ posizionato in una zona diversa. I lavori sono fermi, gli operai non si vedono ma il lettino, quello, se lo sfiori con la mano, e’ ancora caldo. Come si dice in rumeno? «Bun loc de munca». Buon lavoro. Piu’ che condominio questo e’ il dom de milan indua se sta mai cui man in man e indua el rumen el fa el gadan…zanzan.