lunedì 26 settembre 2011

Dilemmi


che cazzo mi metto.jpg

Da che mondo e’ mondo, esiste la differenza tra i sessi nell’alienare le proprie cose, si apre un fronte interfamigliare tra il mascolo che non butterebbe via na mazza e la femminuccia che geneticamente affiderebbe l'intero contenuto degli armadi al camion del raccoglitore monnezza differenziata.. per poi poter dire..Vedi, non ho nulla da mettermi e mi spiace che nn si possano far vedere foto qui..altrimenti vedreste una vignetta ma immaginate una signora in biancheria intima che apre un armadio dicendo ..stasera nn so che cazzo mettere.. e nell’armadio si vedono appesi una serie di peni da pornoshop, tutti messi allineati. Occorre ammettere che per le donne la scelta degli abiti da cestinare e’ molto piu’ facile.. dieci minuti dopo essere stato pagato con la firma di 3 etti di cambiali senzosso, l'abbigliamento femminile e’ gia’ irrimediabilmente fuori moda. Senti discorsi del tipo…Ehi Giuseppa, perche’ alla festa di Antonella non metti il tuo tubino nero?.. Azz..Ma sei fuori? L'ho comprato un anno fa e l'ho gia’ messo al matrimonio del tuo amico Dario.. la gente pensera’ che io abbia un solo vestito!  Azz..Guarda che Dario si e’ sposato a Friburgo con una ragazza Australiana e noi eravamo gli unici Italiani invitati.. chi cazzo vuoi che lo abbia visto il tuo tubino nero! ..Ma sei proprio un troglodita tagliato fuori! Di sicuro avranno messo le foto del matrimonio su Facebook no?...

Sti cazz, lo avevo dimenticato.. con la disoccupazione che cresce, la crisi mondiale che avanza e la Grecia che affonda assieme alla borsa e ai soldi miei, la gente ha una sola grande preoccupazione..andare su Facebook per capire quale vestito portava tua moglie al matrimonio celebrato a Friburgo tra Dario di Borgaro e Ann di Perth .Ma ne convenite che la moda maschile assomiglia invece ai piani quinquennali sovietici. E’ dall’ultima guerra che mi compro giacche e abiti e ho assistito all'inesorabile ciclicita’ dei bottoni.. cinque anni di giacche a due bottoni, poi altri cinque di giacche a tre bottoni, seguiti da un nuovo quinquennio di due bottoni e cosi’ via. Ecco perche’ ho cercato con tutte le mie forze di oppormi all'eliminazione del mio vestiario acquistato ancora in lire all' inizio del secolo.. sono certo che tra qualche mese rivedro’ quegli stessi abiti sulle pagine di Vogue. Alla fine pero’ l'ha spuntata mia moglie, la quale mi ha fatto notare che quando lei mi ha conosciuto, io portavo una taglia 48 e che oggi mi avventuro nei territori della 52.. e’ proprio vero, l'11 settembre e l’euro hanno cambiato tutto! Cosi’ mi sono deciso a collocare nel contenitore degli indumenti usati i miei abiti all'ultimo grido. Ora pero’..sfiga nella sfiga si pone un problema.. a causa dell’iper movimento dei tre mesi di ferie con nuotate a nn finire e guerra con polipi, sono dimagrito di qualche kg e sono tornato alla 48, quindi rivolgo un appello agli operatori della raccolta indumenti.. se trovate un giacca firmata Pignatelli, seminuova, con la tasca interna destra macchiata da penna indelebile e leggermente  scucita, telefonatemi occhio che se risponde una voce femminile dovete dire che e’ per un sondaggio.
Insomma..il fatto di  buttare via roba “inutile”per me e’ un aggettivo riferito solo agli uomini politici o alle zanzare, ed e’ di difficile applicazione. Sono forse inutili le tende da balcone che i vicini ti hanno costretto a togliere perche’ hanno perso il blu originale e sono diventate color grigio topo malato? Nient'affatto.. il giorno che mi decidessi a dare il bianco in salotto sarebbero utilissime per coprire i divani quindi no buttare e posizionare in cantina in attesa dell’evento. Miiiii e che dire delle mollette di legno senza piu’ la molla? Guai a buttarle! Se un domani mi servisse un cuneo per fermare una porta che sbatte basta cercarle nel cassetto posizionate nella scatola di latta dei biscotti con scritto «mollette rotte» che andrei a cercarla..sempre ammesso che non ne trovassi nel ripostiglio nella scatola che conteneva il prendipolvere con i confetti della cresima di Sara con scritto «piccoli cunei di legno per usi vari»). Ma so che inesorabilmente finiranno nella differenziata e quello e’ un bel problema.. qui nasce una riflessione attorno alla domanda ricorrente sugli smaltimenti… e questo dove cazzo lo butto? L'Amiat ci propone una visione del mondo semplificata, quasi manichea, dove le cose sono o di plastica, o di vetro, o di legno, ma la realta’ e’ piu’ complessa, molto complessa assai. Gli oggetti sembrano sfidarti continuamente. ..E me, dove minchia mi butti? Pare domandarti il vecchio bastoncino da sci che hai in garage. E allora ti accanisci su di lui.. stacchi la manopola di plastica dal bastone d'alluminio (si’, quelli di canna li ho buttati antedifferenziata nel 65), separi il cinturino di pelle e la rondella, ancora di plastica ma morbida e quindi riciclabile. L'operazione di differenziazione ti ha richiesto piu’ o meno una ventina di minuti, se li moltiplichi per tutti gli oggetti che devi eliminare, capisci che sarai pronto quando la finanziaria permettera’ il pensionamento.
Alla fine carichi tutto sulla macchina e confidi nell'aiuto degli addetti all'eco-centro che suppliscono con la cortesia alle carenze organizzative e alle  rigidita’ dei callcenter numero verde al servizio del cittadino che interpellati per aver un aiuto telefonico su cosa potevo fare dei miei cento chili di giornali che avevo in cantina considerato che tutti i raccoglitori esterni erano traboccanti.. avevano risposto..li lasci in cantina e li deponga quando vede che i contenitori esterni sono vuoti.. Sti cazz e io mi devo mettere di posta al controllo degli scarichi per poi partire alla mennea per poter arrivare primo ed avere l’accesso al contenitore..quindi ne approfitto di questo post e a tutti gli addetti all'eco-centro, che mi hanno aiutato a gettare oltre alla carta anche gli oggetti piu’ diversi e a separarmi dagli affetti piu’ cari, un grazie di cuore...e per favore..trattatemeli beni..mi raccomando.