E' una prassi nettamente inglese quella di dover rifiutare delle onorificenze.
Cento anni fa nel 1921 Joseph Rudyard Kipling rifiuto' di diventare Membro dell'Ordine al merito del Regno Unito e nello stesso tempo disse che SE saprai trattare la vittoria e la sconfitta allo stesso modo..sarai un uomo.
Che controsenso ipocrita hanno questi inglesi con la i minuscola, persino il principe e famiglia presenti alla finale, che secondo il protocollo reale avrebbero dovuto consegnare la coppa ai vincitori se n'e' sono andati assieme ai loro 50.000 sudditi.. per fortuna i nostri 6.000 hanno potuto festeggiare senza il patema di essere contagiati da questo popolo pseudo europeo che si permette di fischiare sull'inno nazionale degli avversari.
Certo e' che per evitare di vedere questi uomini infantili a togliersi con disprezzo la medaglia dal collo avrebbero dovuto quantomeno offrirla a loro come elemosina in mano e per chi non l'avesse ritirava, ributtarla nel cesto della differenziata tra omiemmerda e uomini veri. Eccezione fatta con Henderson che e' stato l'unico giocatore inglese a mantenere con onore al collo la medaglia ottenuta con sacrificio alla faccia dei giovani calciatori che hanno ritenuto figo togliersela con disprezzo a loro stessi.
Una lezione l'ha data anche il nostro Berrettini che ha ritirato il piatto d'argento complimentandosi con Djokovic il meritevole vincitore (con un sorriso del tipo..ci si rivede, tanto ho tempo).
Nel 1980 ci fu la finale a Wimbledon tra Borg e McEnroe e alle loro spalle su un muro ci stava scritto If you can meet with Triumpph and Disaster And treat those two impostors just the same.
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina e trattare allo stesso modo questi due impostori etc etc
Vabbuo' Vi traduco la poesia di Kypling e cerco di dimenticare la premiazione della finale che avrebbero dovuto tagliare e mettere lo spot del cellulare per i nonni che per quanto odioso era meglio di quello che ci hanno fatto vedere per lunghissimi sei minuti..
SE
Se
saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e
te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando
tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro
dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O
essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato,
non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono,
né parlare troppo saggio;
Se
saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai
pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai
confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo
questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le
verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli
sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita,
distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.
Se
saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo
in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di
nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se
saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo
scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te
non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete
duro!”
Se
saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O
passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli
amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà,
ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile
minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà
la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta —
sarai un Uomo, figlio mio!
Erano uomini quelli che abbiamo visto???