mercoledì 29 aprile 2015

Black Press Review.




Predefinito Black Press Review - Sequestro e oscuramento siti per violazione diritto d'autore



La Guardia di Finanza ha oscurato 19 siti che diffondevano quotidiani e periodici nazionali ed esteri in formato digitale.


Citazione:
La salvaguardia del diritto d’autore – aggiunge Lotti – è una precondizione fondamentale della libertà di stampa e del pluralismo dell’informazione. Per questo motivo ringrazio la Guardia di Finanza per l’eccellente operazione, nella consapevolezza che l’opera quotidiana della Guardia di Finanza resta un presidio fondamentale a tutela dell’editoria italiana.
Fonte: Governo Italiano - Operazione Black Press Review, dichiarazione del Sottosegretario Luca Lotti

domenica 26 aprile 2015

martedì 21 aprile 2015

Nuovo acquisto LinkedIn


DI MARIA TERESA COMETTO
Dopo la recessione, è cresciuta l’importanza delle connessioni «social-professionali» per trovare un posto di lavoro.
LinkedIn
Il curriculum è sempre più tecnologico
Ha comprato per 1,5 miliardi Lynda, sito di corsi di formazione online nell’hi-tech. E vuole mappare l’economia globale.

Il tasso di aziende Ue che fatica a trovare il personale qualificato
è salito dal 35 al 39%

Troppo spesso i lavoratori disoccupati cercano un impiego in aree geografiche e settori diversi da quelli dove sono davvero disponibili i posti. Questo non incontrarsi della domanda e dell’offerta, si è accentuato dopo l’ultima recessione e negli Stati Uniti spiega circa un terzo del livello della disoccupazione, secondo una recente ricerca di Giorgio Topa, economista della Federal Reserve bank di New York. Anche in Europa il fenomeno esiste: secondo uno studio di Eurofound, agenzia Ue specializzata in ricerca su politiche sociali e del lavoro, nel 2013 il 39% delle aziende intervistate ha avuto difficoltà a reperire personale con la qualifica adeguata; erano il 35% nel 2005.
A far incontrare meglio domanda e offerta aiutano i servizi Internet come LinkedIn, che ha appena deciso di aggiungere un’altra funzione al suo social network professionale: l’insegnamento di competenze tecnologiche, utili ad arricchire il curriculum e quindi a trovare più facilmente un lavoro, visto che ormai in tutti i settori è richiesta un’alfabetizzazione tecnologica di base.
LinkedIn ha comprato per 1,5 miliardi di dollari il sito Lynda.com, leader nella formazione professionale high-tech, fondato 20 anni fa da LyndaWeinman (post precedente).
La capacità di Lynda.com di certificare la gente che completa i suoi corsi, è un’informazione interessante per i milioni di cacciatori di teste o di responsabili aziendali delle risorse umane che pagano LinkedIn per trovare potenziali candidati da assumere.

Lo scopo

Con questa mossa LinkedIn si è buttata nel mercato dell’elearning, l’educazione online, che è in crescita: vale 107 miliardi di dollari quest’anno, secondo Global industry analysts.
I venture capitalist ci credono e nel 2014 hanno investito 747milioni di dollari in startup americane che offrono corsi e addestramento online.
Per LinkedIn è un modo di aumentare il suo appeal rispetto ai numerosi concorrenti e continuare a piacere a Wall Street, dove le sue azioni sono quasi sestuplicate da quando si è quotata, nel 2011.
Negli ultimi quattro anni anche il suo fatturato è aumentato a un ritmo molto alto, 325% fino ai 2,2 miliardi di dollari del 2014: oltre la metà viene dai reclutatori che pagano per scovare i talenti di cui hanno bisogno; circa un quarto dalla pubblicità (marketing solution)
e il 19% dagli individui che pagano per i servizi premium, ad esempio per poter inviare messaggi anche ai membri del network a cui non sono ancora collegati, un’opzione negata a chi partecipa gratis.

Obiettivi

Gli obiettivi dell’amministratore delegato Jeffrey Weiner, in carica dal dicembre 2008, sono ambiziosi: sviluppare «il primo grafico dell’economia globale» — come ha spiegato annunciando l’acquisizione di Lynda.com — cioè ,,una mappa digitale che identifica le connessioni fra persone, aziende, posti di lavoro, professionalità, enti di formazione ed educazione,, che serve a far confluire «tutte le forme di capitale, intellettuale, finanziario e umano, dove può essere meglio sfruttato,,.
Le connessioni sono veramente importanti per trovare un impiego corrispondente alle proprie capacità.
L’ultima ricerca di SilkRoad fra le aziende americane per capire come assumono il personale, ha rivelato che la fonte principale sono le referenze, le segnalazioni e i pareri ricevuti da chi ha una conoscenza diretta dei candidati: motivano il 22% delle assunzioni.
Ma al secondo posto ci sono i siti Internet come LinkedIn, da cui vengono i contatti per il 25% dei colloqui con i candidati per un posto e il 16% delle effettive assunzioni.
Il sito più usato dalle aziende del campione della ricerca SilkRoad è Indeed, che è il più grande al mondo per numero di visitatori unici al mese: 150 milioni.
È anche quello che appare più efficace: il 29% dei contattati e intervistati attraverso Indeed è stato assunto l’anno scorso.
Al secondo posto come fonte di contatti per le aziende Usa è CareerBuilder, che vanta di offrire 1,5 milioni di opportunità di impiego, ma il suo tasso di conversione dalle interviste alle assunzioni è più basso, il 20%.
Poi ci sono LinkedIn Craiglist, ugualmente popolari e ugualmente efficaci con quasi un quarto di assunzioni rispetto ai colloqui con i candidati.
E infine Monster, che nel suo database globale ha 40 milioni dicurriculum vitae.
I tre più nuovi servizi online sono TweetMyJobs, che per mettere in contatto reclutatori e candidati usa Twitter e Facebook; BranchOut, una applicazione di Facebook; e ZipRecruiter.com, che permette ai datori di lavoro di pubblicare le loro offerte su tutti i siti del settore — compresi Indeed, LinkedIn, Monster e Craigslist — con un solo annuncio e di condividerlo anche sui social network come Facebook e Twitter.


Lynda Weinman.



Quattro milioni di persone hanno imparato a fare video, grafica con il sito della signora californiana acquisito da LinkedIn

Lynda Weinman, un passato da professoressa e il sogno realizzato di diventare una digital-mentore.



La chiamano «la mamma di Internet».

Ha allevato 4 milioni di professionisti del web.

E ora il suo ventennale lavoro è stato premiato con una bella soddisfazione: la sua società Lynda.com è stata comprata per 1,5 miliardi di dollari da LinkedIn.

Lynda Weinman ha 60 anni e un piglio da ragazzina, con quegli occhiali a «occhi di gatto», molto Hollywood Anni Cinquanta, che sono il suo vezzo.

Proprio la californiana Hollywood è la sua città natale e anche grazie all’industria del cinema Lynda è diventata una guru tecnologica.

Ma la sua vocazione all’inizio non era high-tech.

Si era laureata infatti in discipline Umanistiche all’Evergreen state college di Olympia,nello stato di Washington,

nel 1976.

L’anno dopo aveva aperto due negozi di abbigliamento a Los Angeles, chiusi poi nell’82.

Il suo interesse per i computer è cominciato quando un boyfriend ha portato a casa un Apple II:

leggendo il manuale, Lynda ha imparato a farlo funzionare e ha deciso di continuare a studiare in questo campo, da autodidatta.

Così è diventata una dei primissimi esperti di digital media e grafica computerizzata:

ha insegnato queste materie dall’89 al ’96 all’Art center college of design di Pasadena, in California, dove uno degli allievi era Bruce Heavin, diventato poi suo marito.

Il suo know how tecnologico la Weinman l’ha messo a frutto prima lavorando per Dreamquest come creatrice

dell’animazione e degli effetti speciali di una serie di film, fra cui:

«Robo-Cop 2» (1990) e «Star Trek V: l ’ultima frontiera» (1989).

Ma nel ’95 ha decisodi mettersi in proprio, fondando insieme al marito Lynda.com a Ojai, sempre in California.

L’idea era lanciare una scuola non tradizionale, di «educazione continua», gestendo corsi sullo sviluppo del web e producendo video istruttivi.

Del resto l’insegnamento alternativo è sempre stato nelle corde di Lynda.

Quando era una teenager aveva trovato ispirazione nel libro Summerhill di A.S. Neill, molto popolare negli Anni

Sessanta in America, una sorta di manifesto per un’educazione non autoritaria.

«Descriveva un tipo diverso di scuola, con l’offerta di molti corsi interessanti e la possibilità per gli studenti di scegliere quello che volevano, invece di seguire un percorso obbligato», ha spiegato la Weinman.

Che all’epoca scelse di abbandonare la scuola superiore pubblica che stava frequentando per andare in un istituto privato, più progressista: per pagarsi la retta, lavorava ad una bancarella di hot dog.

L’ideale di corsi liberi e aperti è diventato realtà con Internet.

All’inizio Lynda.com era una risorsa gratuita per gli studenti della scuola a Ojai.

Poi nel 2002 ha lanciato i primi corsi online a pagamento, con un abbonamento mensile o annuale.

Adesso la società ha sede in un villaggio californiano sull’oceano, Carpinteria, impiega circa 500 persone a tempo pieno oltre a 140 insegnati pagati con royalties.

I suoi corsi online coprono materie come 3D e animazione, audio-foto e video, design web e interattivo.

La filosofia è riassunta da Lynda su LinkedIn: «Le persone motivate a imparare e a continuare a imparare sono quelle che trovano uno scopo e una passione nella loro vita, sono i cittadini che contribuiscono alle loro comunità, sono il tipo di lavoratori che tutti, dai piccoli imprenditori ai top manager, vogliono assumere».

venerdì 17 aprile 2015

Aggiornamenti.


Ebbene si, dopo qualche giorno di tempo quasi estivo ecco le deboli piogge e la bassa pressione che invitano a fare qualche considerazione atta alla mia generazione, quella degli overanta avanzati che e’ stata la prima a buttarsi nell'informatica.  

Noi come dice il diVino, siamo nati col  VIC20,  il Commodore 64 o con lo Spectrum quello dei tasti a sei funzioni, li abbiamo collegati al televisore di casa, li abbiamo programmati in Basic e abbiamo cosi’ contribuito alla crescita di una schiera, diciamo un’orda di pseudo informatici.

E come ci ricambiano questi informatici che noi abbiamo nutrito fin dalla nostra adolescenza?

Odiandoci… Si’, gli informatici new generation ci odiano e ci considerano equilibristi, nel senso che stiamo sulle palle ad essi stessi.

Volete un esempio? Bueno..

Una volta, per spegnere il computer bastava schiacciare un tasto, lo stesso dell'accensione.

Era semplice e intuitivo a livello scimmia, come accendere e spegnere la luce.

Poi un bel giorno, qualcuno ha deciso che era troppo elementare  e adesso quindi devi cliccare in almeno tre punti, senza contare i messaggi che ti fanno stare in ansia chiedendoti se sei sicuro di chiudere senza salvare il file mcc123vgdffgds20..

Ora a livello di ansieta’ e salivazione zero, ti domandi che razza di roba sia il mcc123vgdffgds20?

Come minchia ha fatto ad entrare?

Se dico di no e poi il desktop potrebbe diventare tutto nero, se dico di si puo’ essere che mi sparo un virus dentro.

Boh..dubbio amletico e via con la roulette russa e invocando Sant’Intima di Karinzia clicco sul spegni e chi vedra’ vivra’ o viceserva.

Ma il colmo del sadismo si raggiunge con gli aggiornamenti di Windows.. ti capitano proprio quando hai l’acqua alla gola, magari sei o anche sette in ritardo, hai un treno che parte tra trentacinque minuti, mandi l'ultima mail, quella che non puo’ attendere e poi spegni il tuo ipad, quello che devi portare con te e sullo schermo ti compare un messaggio terroristico…Aggiornamento di Windows in corso, non spegnere o disconnettere il computer... se lo fai son cazzi tuoi e ti tocchera’ risistemare il tutto o quantomeno andare sul ripristino alla data.. ( e’ statisticamente provato che ad ogni aggiornamento ti ritrovi con un paio di programmi fuori uso con relativi smoccolamenti ed abbinamenti a nomi di animali con santi o pseudo tali).
Allora continui con un misto di parole imparate  al porto di Genova in via dei Pre’ dalle vulvivendole amiche degli scaricatori esodati, prendi l'Ipad o il notebook e, senza chiuderlo, lo sistemi sul sedile anteriore dell'auto e gli leghi pure la cintura per non perdere i punti di patente, come fosse un bambino.

Mentre vai verso la stazione, ad ogni semaforo controlli lo stato di avanzamento ..Aggiornamento in corso 7 di 34... Quando arrivi nel parcheggio della Stazione sei a quota 12 su 34 e alla partenza del treno mancano 7 minuti.

Valigetta 24 ore e 6 minuti in una mano e computer nell'altra, corri verso il binario …Aggiornamento in corso 13 di 34.

Salti in vettura mentre le porte si chiudono affettandoti una parte di zona dove normalmente non batte il sole…

Aggiornamento in corso 16 di 34 non spegnere o son sempre cazzi tuoi.

E tu che avevi contato sul tragitto ferroviario per finire la presentazione Power Point che dovevi mostrare appena arrivato a destinazione fai retromarcia continuando lo smoccolamento di cui sopra..

A meta’ percorso trenistico freccia rossa la belva dice che sei 20 su 34 e non godi selvaggiamente ma resisti per vincere sino a quando stai gia’ arrivando e sei ancora a 26 su 34.

Ormai hai finito l’elenco degli animali e i santi del calendario di padre Terenzio di Canicatti’ e quasi rassegnato hai una botta di culo perche’ salta al 32 su 34.

Ecco la stazione pfuiiii..  finalmente l'aggiornamento e’ finito.. ecco che si riavvia il sistema e compare sul monitor il solito conteggio di avvio che ti prega di attendere, tipo quello che precede l’autodistruzione,  quando lo schermo e’ di nuovo tutto acceso, in basso a destra whick which e si apre una finestrella …Batteria in esaurimento, attaccarsi al tram per non perdere i dati... Grrrrrrrrrr e li’ capisci che gli informatici new generation billgatiani ti odiano… almeno quanto tu odi loro.

mercoledì 8 aprile 2015

730 Precompirlato


Il 730 precompilato: chi ci riesce è un genio



IL 15 APRILE PARTE LA “RIVOLUZIONE ” PER DICHIARARE I REDDITI ONLINE, MA ARRIVARCI È UN’IMPRESA. A COMINCIARE DAL PIN

state sereni, pochi giorni e il Fisco diventa 2.0.

La data clou è il prossimo 15 aprile.

Per quelgiorno, 20 milioni di contribuenti scarteranno “la più grande rivoluzione fiscale italiana” (Matteo Renzi dixit): il 730 precompilato.

Poco importa, però, se permangono i problemi della vecchia versione, arricchiti da una via crucis a tappe forzate, tra form, questionari, conferme e attese di identificazione, come sta scoprendo chi ha provato quantomeno a compiere i primi passi.

Andiamo con ordine, partendo dalla fine.

Il prezioso documento non arriverà a casa, ma sarà disponibile solo sul sito dell'Agenzia delle Entrate.

Lì si potrà prenderne visione e scoprire cosa il Fisco sa di noi.

E qui inizia il primo problema: per farsi trovare pronti al tax day, infatti, bisogna accedere al proprio “cassetto fiscale”.

Come? Basta il “Pin”.

Per averlo bisogna registrarsi e richiedere il codice, ma solo dopo aver inserito il reddito complessivo dichiarato lo scorso anno. Facile, si dirà.

C'è un però: il sistema deve prima verificare che il contribuente sia in regola.

Solo in caso positivo otterrà un “mezzo Pin” di 4 cifre, le restanti 6 arriveranno via posta dopo due settimane, insieme alla password.

Se siete stati previdenti, e avete fatto questa procedura diversi mesi fa, dovete aggiornarla .. l’Agenzia lo richiede ogni tre mesi per motivi di sicurezza.

NON È UN'OPERAZIONE semplice, neanche per i più competenti, come dimostra il resoconto pubblicato su Lavoce. info da un docente di economia.

Eccone un estratto: “Rinnovata la password, cerco di entrare nella mia pagina, ma il sistema dichiara errate le mie coordinate. Presumo di aver sbagliato a digitare e ripeto la digitazione (...)

Al sesto tentativo provo la procedura “ho dimenticato la password”.

Mi chiedono la password che mi consegnarono quando mi attribuirono il Pin.

Impossibile trovarla.

Allora provo l’altra strada.. l’identificazione attraverso la carta regionale dei servizi.

Lo inserisco e provo.

Non funziona, non legge la carta.

Cerco in rete e scopro che il sito dell’Agenzia funziona con Internet Explorer, e non con Mozilla Firefox , che uso invece io. Lancio Explorer, vede la mia carta, mi chiede il Pin della stessa.

Purtroppo non ho aggiornato il file dove registro tutti i codici, digito tre volte il vecchio Pin e mi si blocca la carta.

Non mi arrendo, cerco nella documentazione cartacea, trovo Pin e Puk. Devo purtroppo installare il software che mi permette di sbloccare la carta col Puk, lo faccio e finalmente digito il Pin corretto.

Nulla.

Alla fine ce la faccio in 5 ore”.

Dopodiché si incappa nel secondo problema, più di sostanza.

Il documento, infatti, arriverà senza i dati sulle spese sanitarie per cui si richiede la detrazione.

Cioè quelle che spingono buona parte dei contribuenti a fare il 730.

Nel 2014, per dire, lo hanno fatto in 12 milioni, l’89% del totale. Mancherà poi quasi tutta la parte degli oneri deducibili e detraibili, come le spese per l’istruzione, e i versamenti ai partiti.

DAVANTI a queste complicazioni, si può scegliere di fare da sé o andare al vecchio Caf (costo: 40 euro circa) per farsi aiutare, con buona pace della “rivoluzione fiscale”.

La vera novità, però, è che la responsabilità ricadrà solo su questi ultimi: a loro andranno infatti addebitate le sanzioni o leimposte evase in caso di errori.

Non solo.

Sostituti d’imposta, Caf e commercialisti dovranno avere una delega per operare, che va prima acquisita e poi richiesta online.

Un paletto che ha spinto molti a considerare solo le richieste del 2014.

In alternativa a tutto questo, c’è la vecchia strada del 730 ordinario.

Ma non sarete 2.0. (per chi non capisse il due punto zero lumi il blog precedente)

Essere 2.0

Essere 2.0 vuol dire essere nel 21esimo secolo, essere connessi, non a caso questo millennio inizia per “20″ , un grande passo avanti rispetto al precedente “19″.
Per ora questo passo, questa grande differenza non si esprime tramite cambiamenti “reali” come una diversa redistribuzione sociale della ricchezza o del lavoro, o tramite nuovi modelli di conoscenza, ma nella presenza di nuovi sistemi di comunicazione, globali e veloci, in strettissima relazione tra di loro.
Il mondo 2.0 e' diretta conseguenza dei
limiti presenti nel mondo reale.
La nuova societa', espressione di questa prima parte di ventunesimo secolo, di quel 2.000 che essendo agli inizi e' per ora “solo” 2.0, e' connessa, veloce, semplice, partecipe ed
estremamente poco riflessiva
La generazione 2.0 e' stanca del modello precedente, stanca di essere solo diligente spettatrice.
La rete e' cassa  di risonanza di tutto cio' che in modo
intangibile ci rappresenta... il nostro pensiero, la nostra attenzione, le nostre forme di espressione, la nostra coralita'.
Ci stiamo progressivamente spostando dal mondo reale, soffocato da elementi tangibili e selettivi,  verso un nuovo e piu' semplice mondo virtuale.
Una fuga dalla realta' verso un mondo di
facili pensieri, incorporeo, talvolta anche scadente, ma sempre in grado di fornire nuove possibilita' di integrazione.
Essere 2.0 o due punto zero qual dir si voglia significa vivere nel terzo millennio, significa non avere pazienza, significa vivere utilizzando quotidianamente internet, molte volte al giorno, significa clikkare, postare, twittare, visualizzare, feedare, taggare,  selezionare, cercare, commentare, …
La società del “troppo” ha lasciato il passo alla società del “subito”, si tratta di un enorme cambiamento, non di un “passo in avanti” ma di un “grande passo” le cui infinite peculiarita' sono tutte da analizzare.

Nuove banalita' globali sostituiscono ingessati, esclusivi ed imperscrutabili centri di conoscenza e forse di potere.
Nuove eteree amicizie diventano sintetiche antagoniste del prendersi per mano.
Non a caso chi e' nato in questo secolo, la cui data di nascita inizia per 2 e 0,  riesce a cogliere al meglio lo spirito e le
dinamiche virtuali di questo nuovo palcoscenico, proprio perche' privo delle antecedenti vecchie infrastrutture, spesso espressione della società “1.9″, moderna e postmoderna.

Di una cosa dobbiamo esser certi ovvero che siamo solo agli inizi.

mercoledì 1 aprile 2015