E
ci son ricascato..giro nel web e butto l'occhio sulle aste del
Catawiki e boom eccoti dei netsuke che mi fan godere come un
selvaggio e senza perder tempo sparo una cifra che
spiazzatutti..erano li che cincischiavano sui cents 15,50 – 16,00 –
17 e quindi da buon milanese sparo 170,80 e trac mi becco il lotto
assieme agli insulti degli astatori.
Quindi
considero il giorno che e' il 5 aprile pagando col classico bonifico
perche' paypal era azzerato da precedenti acquisti e aspetto
fiducioso pensando che in sette gg lavorativi i nanetti netsuke si
sarebbero affiancati alle figure Lladro di Lella (anche li e' tutto
un programma sulle spedizioni vedi foto)..
Azz
passano venti giorni e i nanetti son sempre li che aspettano oppure
stanno arrivando a piedi e comincio a madonnare inviando richieste e
insulti..il cinese mi risponde che per arrivare in Italia ci vuol
tempo..azz e mo' me lo dice sto limoncino malschiacciato e quindi
gli blocco i pagamenti parlando con Catawiki (sino alla
ricezione)..il limoncino risponde a geroglifici che tradotti
significano..se ti incrocio in italia ti spiego il cara e il kiri..
vabbuo'
questo post sa di nulla lo so ma ad oggi sono al 40mo giorno e
finalmente i nanetti sono in Italia..ma non e' finita qui..vado a
studiarmi il centro internazionale e ti trovo le lamentele di cui
sotto..ragazzi e' finita, tra poco andro' in quel di Casalestatino e
i nanetti vadano affanbip e assieme a loro mi ci mando da solo e
mannaggia a me e alle aste sul web..
Poste Italiane: dalla Cina con furore in tempi brevi mo’ arriva con tutta calma, che non c’è fretta
brand e marche, prodotti
Mi sono azzardato ad ordinare un prodotto dalla Cina con la spedizione standard, ossia il servizio postale base.
Sapevo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma pensavo che alle porte del 2016 anche la Cina fosse all’avanguardia con il servizio postale.
Dimenticavo però di vivere in Italia.
Il giorno 26 dicembre 2015 ho ordinato questo:
Il F10 Deluxe è un – ottimo – telecomando per media center prodotto dalla MeLE e venduto direttamente dal costruttore sul proprio store aliexpress.
L’ho acquistato con PayPal che, abbinato ad aliexpress, mi ha richiesto una manciata di secondi per completare l’ordine.
Temevo le lungaggini del Capodanno, ma poi mi sono ricordato che in Cina non sarebbe arrivato che a febbraio: perfetto.
Come prevedibile, il 29 dicembre il mio pacco partiva dal magazzino di Shenzhen alla volta dell’Italia; tempo previsto, dalle due alle tre settimane.
Devo ammetterlo, mi aspettavo ci mettesse di meno, ma ci sono voluti ben 10 giorni per percorrere la Cina continentale prima di arrivare al porto. E se pensiamo che Shenzhen è sul mare, sticazzi. Il 10 gennaio, però, la mia spedizione veniva dispacciata via mare alla volta dell’Italia.
8 giorni di nave prima di arrivare in Italia. Che ti viene da pensare che se per fare 12.000 km via mare ci hanno messo di meno dei 100 km via terra, i corrieri in Cina devono andare in giro cavalcando bradipi.
Incredibile amisci, ma è tutto vero:
Non ci è dato sapere in quale porto italiano sia arrivato, ma il 19 gennaio abbiamo la conferma che la spedizione è arrivata al Centro Scambi Internazionale di Milano e alle 3 del mattino dello stesso giorno lo vediamo preso in carico dal Centro Operativo Postale.
Cominciano a lavorare il pacco alle 17 dello stesso giorno.
Poi lo lavorano di nuovo il 22 gennaio.
E nuovamente il 26 gennaio.
Cosa ne stiano facendo, non è dato saperlo, quindi il 28 decido di fare un’azione temeraria: chiamo il call center di Poste Italiane, che risponde – miracolosamente – entro pochi minuti.
– Buongiorno, volevo informazioni sulla spedizione bla, bla, bla, perché la vedo sempre ferma al Centro Operativo di Milano e mi chiedo come mai.
– Eh, perché lei vede solo scritto così, ma in realtà io vedo che è entrato in dogana, che per voi è sempre Centro Operativo Postale. Forse devono fare dei controlli ulteriori. Sul pacco c’è scritto “telecomando”: che cosa c’è dentro?
– Un telecomando.
– Ah, allora tutto bene.
Chiedo un altro paio di informazioni, ma l’operatrice mi rassicura: faranno qualche controllo in dogana e poi me lo spediranno.
Passano altri due giorni e richiamo.
– Buongiorno, volevo informazioni sulla spedizione bla, bla, bla, perché la vedo sempre ferma al Centro Operativo di Milano e mi chiedo come mai.
– Sa, è passato in dogana, è per quello che ci ha messo di più. Però guardi che è andato tutto bene, perché vedo che qui c’è scritto telecomando e non hanno rilevato anomalie. C’è un telecomando, nel pacco?
– Eh, sì.
– Non si preoccupi, è tutto a posto e vedrà che oggi o domani glielo consegnano.
Ovviamente così non è, quindi il 2 febbraio chiamo, di nuovo.
– Sa, la spedizione, ferma, Milano, che palle.
– No, ma guardi che va tutto bene. Io lo vedo in consegna, quindi vedrà che domani arriva.
Aspetto altri due giorni prima di chiamare per incazzarmi, ma vengo trattenuto da un nuovo aggiornamento sul servizio di tracciabilità di Poste Italiane: la mia spedizione partita dalla Cina e diretta a Brescia, passante per Milano, il 4 febbraio è stata inviata al Centro Operativo Postale di Torino.
No, non ho sbagliato a scrivere: l’hanno davvero mandato a Torino.
Il ragionamento di Poste Italiane, probabilmente, è che sia più proficuo quel giro rispetto ad un tradizionale Milano-Brescia. E ci sta, perché è lo stesso ragionamento che fece Colombo quando scoprì l’America. Solo che alle Poste non gli hanno detto che in India non c’è arrivato.
L’errore risulta evidente quando il pacco resta per tre giorni a Torino prima di arrivarmi a casa, ma a quel punto ho le palle così piene che si stanno precipitando autonomamente al piano di sotto, quindi scendo ad aprire.
Alla faccia del “va tutto bene”, per aver comprato un telecomando, spedito in un pacco con scritto telecomando, contenente davvero un telecomando, l’efficientissimo duo comico Poste & Dogane mi ha chiesto la bellezza di 13 euro.
Che ho brillantemente elargito accompagnati con imprecazioni miste.
Se calcoliamo il tempo perso e lo quantifichiamo in denaro, mi sarebbe risultato più economico andare personalmente a Schenzhen a ritirarlo.
Come mia abitudine, in fondo ad ogni recensione aggiungo un voto da 1 a 5 per il servizio e per il dettaglio delle voci. Vorrei farlo anche qui, utilizzando dei simpatici pacchi postali per rendere graficamente la valutazione.
Appena me li consegnano, ve lo faccio sapere.
Sapevo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma pensavo che alle porte del 2016 anche la Cina fosse all’avanguardia con il servizio postale.
Dimenticavo però di vivere in Italia.
Il giorno 26 dicembre 2015 ho ordinato questo:
Il F10 Deluxe è un – ottimo – telecomando per media center prodotto dalla MeLE e venduto direttamente dal costruttore sul proprio store aliexpress.
L’ho acquistato con PayPal che, abbinato ad aliexpress, mi ha richiesto una manciata di secondi per completare l’ordine.
Temevo le lungaggini del Capodanno, ma poi mi sono ricordato che in Cina non sarebbe arrivato che a febbraio: perfetto.
Come prevedibile, il 29 dicembre il mio pacco partiva dal magazzino di Shenzhen alla volta dell’Italia; tempo previsto, dalle due alle tre settimane.
Devo ammetterlo, mi aspettavo ci mettesse di meno, ma ci sono voluti ben 10 giorni per percorrere la Cina continentale prima di arrivare al porto. E se pensiamo che Shenzhen è sul mare, sticazzi. Il 10 gennaio, però, la mia spedizione veniva dispacciata via mare alla volta dell’Italia.
8 giorni di nave prima di arrivare in Italia. Che ti viene da pensare che se per fare 12.000 km via mare ci hanno messo di meno dei 100 km via terra, i corrieri in Cina devono andare in giro cavalcando bradipi.
Incredibile amisci, ma è tutto vero:
Non ci è dato sapere in quale porto italiano sia arrivato, ma il 19 gennaio abbiamo la conferma che la spedizione è arrivata al Centro Scambi Internazionale di Milano e alle 3 del mattino dello stesso giorno lo vediamo preso in carico dal Centro Operativo Postale.
Cominciano a lavorare il pacco alle 17 dello stesso giorno.
Poi lo lavorano di nuovo il 22 gennaio.
E nuovamente il 26 gennaio.
Cosa ne stiano facendo, non è dato saperlo, quindi il 28 decido di fare un’azione temeraria: chiamo il call center di Poste Italiane, che risponde – miracolosamente – entro pochi minuti.
– Buongiorno, volevo informazioni sulla spedizione bla, bla, bla, perché la vedo sempre ferma al Centro Operativo di Milano e mi chiedo come mai.
– Eh, perché lei vede solo scritto così, ma in realtà io vedo che è entrato in dogana, che per voi è sempre Centro Operativo Postale. Forse devono fare dei controlli ulteriori. Sul pacco c’è scritto “telecomando”: che cosa c’è dentro?
– Un telecomando.
– Ah, allora tutto bene.
Chiedo un altro paio di informazioni, ma l’operatrice mi rassicura: faranno qualche controllo in dogana e poi me lo spediranno.
Passano altri due giorni e richiamo.
– Buongiorno, volevo informazioni sulla spedizione bla, bla, bla, perché la vedo sempre ferma al Centro Operativo di Milano e mi chiedo come mai.
– Sa, è passato in dogana, è per quello che ci ha messo di più. Però guardi che è andato tutto bene, perché vedo che qui c’è scritto telecomando e non hanno rilevato anomalie. C’è un telecomando, nel pacco?
– Eh, sì.
– Non si preoccupi, è tutto a posto e vedrà che oggi o domani glielo consegnano.
Ovviamente così non è, quindi il 2 febbraio chiamo, di nuovo.
– Sa, la spedizione, ferma, Milano, che palle.
– No, ma guardi che va tutto bene. Io lo vedo in consegna, quindi vedrà che domani arriva.
Aspetto altri due giorni prima di chiamare per incazzarmi, ma vengo trattenuto da un nuovo aggiornamento sul servizio di tracciabilità di Poste Italiane: la mia spedizione partita dalla Cina e diretta a Brescia, passante per Milano, il 4 febbraio è stata inviata al Centro Operativo Postale di Torino.
No, non ho sbagliato a scrivere: l’hanno davvero mandato a Torino.
Il ragionamento di Poste Italiane, probabilmente, è che sia più proficuo quel giro rispetto ad un tradizionale Milano-Brescia. E ci sta, perché è lo stesso ragionamento che fece Colombo quando scoprì l’America. Solo che alle Poste non gli hanno detto che in India non c’è arrivato.
L’errore risulta evidente quando il pacco resta per tre giorni a Torino prima di arrivarmi a casa, ma a quel punto ho le palle così piene che si stanno precipitando autonomamente al piano di sotto, quindi scendo ad aprire.
Alla faccia del “va tutto bene”, per aver comprato un telecomando, spedito in un pacco con scritto telecomando, contenente davvero un telecomando, l’efficientissimo duo comico Poste & Dogane mi ha chiesto la bellezza di 13 euro.
Che ho brillantemente elargito accompagnati con imprecazioni miste.
Se calcoliamo il tempo perso e lo quantifichiamo in denaro, mi sarebbe risultato più economico andare personalmente a Schenzhen a ritirarlo.
Come mia abitudine, in fondo ad ogni recensione aggiungo un voto da 1 a 5 per il servizio e per il dettaglio delle voci. Vorrei farlo anche qui, utilizzando dei simpatici pacchi postali per rendere graficamente la valutazione.
Appena me li consegnano, ve lo faccio sapere.
Io per l'identico tipo di spedizione nel giro di un anno sono passato ad aspettare da 8gg a 21gg….. forse perché nessuno si è messo con pazienza ad aiutarli a migliorare?
Ci sono venditori esteri che escludono la spedizione in Italia, però ok per S.Marino, ho imprecato un venditore spiegandogli che S.Marino non è un'isola tropicale, ma mi ha negato tassativamente la spedizione in Italia, è bello e gratificante dopo avere trovato un oggetto raro di cui hai estremamente necessità sentirsi scrivere <> oppure <>, a meno che richiedi DHL o compagnia alterna con i relativi costi.
Ci fosse un comparto pubblico italiano che non fosse conosciuto a cinesi, americani, australiani. Che schifo ragazzi !!!
Statemi bene.