Da molto.
Da poco.
Per pochi mesi.
Per qualche anno soltanto.
Per sempre.
La vita Altrove costringe chi l’ha scelta, o chi l’ha subita, a fare il punto piu’ spesso di quanto non accada agli altri.
Dove sono capitato, cosa sto facendo qui, perche’ ci sono arrivato e come.
Qual e’ il senso dell’andare, quale il senso del restare.
Vale la pena o non varra’ la pena?.
Quando? Avevo un’alternativa? Ma chi me l’ha fatto fare?
La vita Altrove e’ una pioggia gelata, ma a volte potrebbe essere anche una coperta calda.
Dipende dai giorni e dalle stagioni dall’inserimento perche’ Vivere Altrove significa cancellarsi un poco alla volta e reinventarsi, di continuo.
Significa scegliere di perdere l’equilibrio e navigare a vista, quando non del tutto alla cieca.
Finche’ non si siano individuati, nella nebbia di un mare sconosciuto, nuovi punti fermi e nuove certezze cui ancorarsi.
Perche’, comunque la si voglia girare, noi siamo piante con le radici che hanno bisogno di terra.
Devi solo augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…, decantava il Poeta raccontando il viaggio per Itaca.
Quasi ad incoraggiare il viaggio di noialtri pur essendo ciechi nella nebbia.
Ma vivere altrove significa convivere con la nostalgia, parola che l’emigrante rispetta, teme e impara, a sue spese, a non deridere e ad usare con cautela.
Significa rincorrere il ricordo una mattina e imporsi di dimenticarlo la mattina dopo, perche’ fa male.
Significa accettare di adattarsi, di piegarsi, di contaminarsi, di compromettersi, sapendo che non sara’ mai abbastanza soprattutto se qualcuno ti ha illusa di trovare un posto sostitutivo alla tua vita in maniera migliore.
Siamo quel che siamo e, inevitabilmente, siamo anche il posto da cui veniamo.
Anche se impariamo ad accettare di non esserci quasi mai, in quel posto.
Di perdere compleanni, nascite, morti, onomastici, battesimi, cresime, matrimoni, eucaristie, ultime cene, grigliate, oratori, riunioni con i compagni di scuola, auguri natalizi coi colleghi o ex colleghi, aperitivi, tesi e tesine, incidenti, operazioni, discussioni con chi e’ restato li.
La vita altrove forse regalera’, col tempo, altrettante occasioni. Ovvio che la vita e’ generosa con chiunque abbia il coraggio di prenderla in mano ma e’ anche cattiva con chi crede o gli hanno fatto credere di trovare il paradiso ed invece ha trovato il purgatorio se non l’inferno.
Per fortuna o sfortuna esistono persone che si fanno i fatti degli altri e vedendo sia una parte che Altrove puo’ a volte fermare questo lanciarsi nel vuoto.
Per Vivere bisogna convincersi che le nostre radici se estirpate possono morire ma se trapiantate con criterio di chi conosce l’uso ti fara’ vedere il sole anche nei giorni di pioggia.
E come disse il Poeta ..
Devi solo augurarti che la strada sia lunga e che i mattini d'estate siano tanti quando metterai piede nei porti.
Ndr..il
Poeta e' Costantino Kavafis.