Lumerete pluriosi vocaboli ne la mea lingua Togolese, ch'i' m'ho piuttosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole, colle quali bene esprimere lo concetto de li post mia. Se l'ipotiposi del sentimento personale fosse capace di reintegrare il proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, allora io rappresenterei l'autofrase della sintomatica contemporanea di togo tuentinain nick di carluccio demetrio bonzi.
domenica 31 gennaio 2010
venerdì 29 gennaio 2010
MAO 12 - se l'e' cercata
Che succede MAO, ti sei messo in combutta con BUDDY il pappagallo? Sembrate due cospiratori a trafficare con carta e penna. Fate un poco vedere..state scrivendo una lettera? E' meglio che la controllo, prima di finire nei guai… Ma cazzo e’ per Osama Bin Ladren? Siete impazziti?Vi siete giocati il cervello? Lo sapete che e’ l'uomo piu’ ricercato dell'Universo, che ha dichiarato guerra al nostro Mondo e vuole cambiarlo a sua immagine e somiglianza..opps mi stavo confondendo con le parole? Ma si’, siete incutiti, e’ evidente e non dovrei nemmeno meravigliarmi… ormai in questa casa siamo al delirio! Mi vien voglia di porre fine ai tuoi giorni..vabbe’ fatemi leggere..e poi anche tu pappagallo del menga..ti facevo piu’ intelligente quando eri sul mio sito e cambia colore che mi sembri un mare in burrasca..allora vediamo..
Egregio Mr. Osama Bin Ladren,
e’ da una vita che sentiamo parlare di lei e delle sue imprese che rendono questo nostro pianeta ancora piu’ agitato di quanto normalmente lo sia e poi speriamo che davvero lei esista e non sia solo un movimento sia per fare crollare i titoli in borsa che per romperci i coglioni nei nostri spostamenti perche’ siamo stanchi di arrivare 3 ore prima in aeroporto, di farci fare radiografie e di farci sequestrare la nostra lima per le unghie. Non c'e’ posto al mondo dove non si parli di lei, tanto che, se fosse un mitomane e secondo noi lo e’, ora dovrebbe essere talmente ingrassato da sembrare l'omino della Michelin. Se avessimo saputo prima di lei, della sua vita, delle sue aspirazioni, le avremmo scritto subito e forse oggi le cose sarebbero diverse. Peccato, perche’ sembra che molti la conoscevano e, pur sapendo di lei, non hanno fatto nulla per aiutarla a cambiare, per migliorarla almeno. Ma veniamo al dunque.
Ci ha stupito apprendere che lei proviene da una famiglia agiata, addirittura reale, dove sicuramente non le sara’ mancato nulla, ne’ soldi, ne’ comodità, ben diversamente da tanti suoi confratelli morti di fame. Ebbene, e’ proprio questa scoperta che ci ha dato molto da pensare. Doveva essere un giovane ricco e viziato che ora, diventato uomo (si fa’ per dire), spende cio’ che ha per far danni non avendo un cazzo da fare, oppure questo e’ conseguenza di un turbamento infantile del tipo..Caro Bin oggi niente cammello perche’ e’ a fare il tagliando e per andare a scuola ti fai il deserto a piedi. Chi lo sa? Qui ci vorrebbe uno psicanalista, ma dubitiamo che lei si renda disponibile per una esame, considerando i suoi numerosi impegni organizzativi, compreso quello di rintanarsi in tutti i buchi disponibili come una talpa, oppure spuntare improvvisamente come un pupazzo a molla per preannunziarci il suo terrore.
Lei ribattera’ che il suo e’ un atto di coscienza, un tocco divino, che ha abbandonato il lusso per passare alle grotte, agli abiti dimessi, alla barba incolta e alle bombe per il bene del mondo, ma a noi due non la racconta, sa? Sono un gatto moderno nato col computer sotto il culo io, mica un topino da nulla e il mio amico qui e’ un pappagallo con due ali cosi’ che era sul sito del mio onorevole padrone, mica un passerotto ed ha un cugino si chiama Buddy come lui, un gorilla con due coglioni tipo palle da bowling. Queste cose le lasci fare a San Francesco, che era uno che le cose le sapeva fare bene. Lei, solo perche’ ha qualche soldino e un po' di parlantina non si puo’ approfittare della credulita’ della gente come un venditore di medicine miracolose alle fiere, e la smetta di buttarla giu’ cosi’ dura perche’ anche se potra’ inorgoglirla l'essere l'uomo più odiato al mondo, questo non fa di lei un pezzo raro e tanto meno speciale. Ce ne vuole per questo! Si guardi indietro a chi l'ha preceduta e vedra’ com'è finito, proprio in questi giorni si e’ celebrato il ricordo di quello che ha fatto. Non e’ bello e nemmeno serio, star li’ a promettere disastri sputacchiando tra i peli della barba, assieme a gente cosi’ timida da doversi coprire la faccia o forse e’ perche’ hanno le facce come il culo. Capisce o no che questo e’ circonvenzione d'incapaci? Per non parlare dei brindisi al successo delle sue imprese, che fanno inorridire anche noi animali, delle sue apparizioni sui campi d'addestramento a fare il fighetto col mitra, come faceva Saddam prima di sembrare un clochard. Ma dove cazzo crede di essere? Su di un pianeta tutto suo? Figuriamoci..ma non rompa i coglioni.
Non le piace questo, non le piace quello, vuole tutti come lei. E allora usi il buon senso, si batta si’ per la giustizia di quella che ritiene la sua gente, ma che sia giustizia vera e non si metta in politica per carita’, col rischio di peggiorare ancora di piu’. Cosa pensa, che siamo tutti uguali e che dobbiamo credere in maniera uniforme a quello che crede lei? Perche’ lo dice lei? Ma lei, che ci rappresenta? Il mondo arabo? Lo chieda al suo gatto o al suo pappagallo, sempre che ci siano animali come noi disposti a farle compagnia, e si rendera’ conto che lei non ha capito proprio un cazzo, ed inutile che ci imbonisca con sette vergini che ci aspettano.
Il mondo, quello reale, e’ della gente che vuole vivere e interpreta le parole del Dio in cui crede come un invito alla fratellanza e non alla violenza e alla prevaricazione. Gente che vuole migliorarsi e aprirsi, non rinchiudersi a pregare 6 volte al giorno col culo per aria, rinunciando ai beni della cultura e della scienza e nemmeno vuole rinunciare ai piaceri della vita…Ci siamo capiti, vero Bin Ladren? La sua e’ solamente una lettura arcaica e ottusa di un libro, un'interpretazione di comodo per il suo tornaconto e di pochi altri deliranti che con questo mondo non hanno nulla da spartire. Ma dobbiamo spiegargliele noi queste cose? Due animali?
Che ne e’ del vostro passato islamico ? Il suo è un pessimo esempio che poi trova emulatori che se la prendono anche coi crocifissi o con chi disegna vignette dissacranti..
E adesso non pigoli che la sua e’ una santa missione, che gli occidentali infedeli li deve eliminare per fare giustizia, per liberare il suo popolo dal giogo dei cattivi capitalisti e degli Ebrei oppressori. Queste balle le potranno bere i cultori della pace a senso unico e i preti che dal pulpito sventolano la bandiera dei disubbidienti e hanno le tasche piene di fiammiferi per riaccendere i roghi dell'inquisizione. Non parli di liberta’ agli Islamici, quando e’ proprio la sua dottrina che li priva della liberta’, quella di pensare. Lei non sa nemmeno cos'e’ la liberta’ perche’ lei stesso non e’ libero e nemmeno i suoi integralisti lo sono, ma prigionieri della peggiore ignoranza, quella di chi non vuol sentire e vedere. La liberta’ non e’ solamente una condizione esteriore, ma intima, che sta nel cervello e nel cuore e che, assieme alla cultura, distrugge le differenze e con esse il potere economico che crea popoli ricchissimi ed altri poveri in canna, sia esso degli occidentali che dei vari rais, sceicchi e mullah e allah ben dhur.
Noi, da animali liberi ancor piu’ degli umani, crediamo che personaggi come lei non fanno paura solamente per la loro crudelta’, per l'ostinazione che mettono nelle loro ossessioni, ma anche perche’ gli uomini hanno bisogno del diavolo, incapaci come sono di comportarsi bene anche senza temere l'inferno e poi a noi animali piace il caldo. Ma pensiamo anche che tipi come lei passano, la storia stessa li supera e li archivia lasciando solo un nome su qualche libro, tanto per ricordare ai giovani che nell'umanita’ può esserci anche qualche stronzo di troppo. Quindi, si ravveda e getti il kalashnikov alle ortiche, si rada la barba e si faccia riprendere da Aljazeera mentre sorridente raccoglie un mazzo di fiori. E che non siano papaveri, per favore!
Nell'attesa di una sua risposta che gradiremo meno violenta possibile, le inviamo distinti saluti.
F.to: MAO e BUDDY
Minchia siete stanchi di vivere, ragazzi? Scrivete queste cose ad uno che ammazza all'ingrosso e poi se ne vanta in TV? Qui finisce male, quello con voi si fa un paio di ciabatte per casa e un ventaglio per il caldo. Vi annoterà nella sua lista nera e vi servirà la scorta anche per andare a far pipi’. Dite che quando avete qualcosa sullo stomaco non riuscite a tenervela? Vi capisco pero’, capita anche a me. Sapete che vi dico? Il francobollo lo metto io e pure prioritario..
mercoledì 27 gennaio 2010
domenica 24 gennaio 2010
Ifigonia in Culide (prefazione)
Questa e' la prefazione dei prossimi due post della parodia della tragedia di Ifigenia in Aulide.. Ovviamente io vedo alla mia maniera quello che a scuola ci hanno propinato e su cose pesanti del tipo Ifigenia in Aulide ho cercato la parte che quasi tutti hanno interpretato o quantomeno letto nei vari atenei, nel mio caso trasformata in Ifigonia in Culide, la fine sara’ la stessa ma la trama leggermente modificata e per non perderne le tracce la posto qui per la terza volta , ovviamente e’ meglio partire dalla prima parte..per i puristi ricordo che al tragedia greca era ambientata in un accampamento greco in Aulide, le barche erano bloccate a causa di bonaccia (non e’ la belene ma la mancanza di vento). Dovevano recarsi a Troia (non e’ la stessa ma la citta’), ma l’indovino Calcante disse la cazzata che solo sacrificando alla dea Artemide una figlia di Agamennone..appunto Ifigenia (Ifigonia per me) sarebbero tornato i venti (per me scorregge nel successivo trattato). La storia continua con Agamennone che convinto da Odisseo chiama la figlia che non era presente in Aulide e le dice di venire (nel mio trattato il venire non era “moto a luogo” ma godimento australe), perche’ lei avrebbe dovuto sposare Achille. Poi sto pirla di Agamennone si pente e rimanda un altro messaggio (fax nel mio caso) dicendole di fermarsi..ma ci stava sempre il coglione di turno intercettatore, Menelao (nel mio trattato mene lao le mani). Nel contempo Ifigenia e la madre Clinnestra piu’ il piccolo Oreste..arrivano per le presunte nozze. A quel punto la verita’ viene a galla e quindi sia Ifigenia che Clinnestra si incazzano di brutto e pure Achille si incazza nel conoscere che il suo nome era stato usato per far cadere in trappola l’Ifigenia e minaccia vendetta tremenda vendetta. Ma la buona Ifigenia decide di sacri.fica.rsi per il bene dell’esercito, a dimostrazione che oggi non ci sono piu’ le donne di una volta…la fanciulla quindi si appresta al sacrificio e scompare ma..sara’ sostituita da una cerva che la dea Artemide ha mandato per salvare la fanciulla..nel mio trattato vedrete invece come finira’.. ovviamente saranno coinvolti molti principi e insomma questa interpretazione e’ passata negli anni da matricola a matricola ..come ultima nota io ho dovuto studiarmi a memoria tutta quanta la commedia ed avevo l’alternativa o recitare o pagare il testimone facendo tutta la camerata nudo in ginocchio passando su noccioline e una candela accesa nel culo..in caso di spegnimento si doveva rifare il percorso ..come difficoltà di mantenere accesa la candela si passava da tre punti del percorso dove ci stavano i pisciatori che tentavano di spegnere la candela… quindi il mio ruolo interpretativo e’ stato quello del principe Allah Ben Dhur.. a voi la lettura di Ifigonia in Culide..senza perdere di rispetto Ifigenia in Aulide..
Trama..per chi non ha tempo per leggere la parodia goliardica che si svolge nella Reggia di Corinto nel 69.a.c., Viene emesso un bando per i vari principi pretendenti al talamo nuziale con la principessa IFIGONIA..
I personaggi sono ..
ALLAH BEN DUR, (primo pretendente)
DON PEDER ASTA (secondo pretendente)
UCCELLONE ,Conte di Belmanico (terzo pretendente)
KITO HITO ,Samurai (quarto pretendente)
ENTER O’CLISMA (Gran Sacerdote),
IN MAN LAH (Gran Cerimoniere),
BEL PISTOLINO (Elefante Sacro),
IL RE DI CORINTO (sfortunato padre di Ifigonia)
IFIGONIA (la principessa).
I 4 pretendenti dovranno risolvere degli indovinelli, solo uno di loro e non dico chi risolvera’ l’indovinello, ma la sfortuna vuole che per incidente accorso, il vincitore fosse privo dell’attributo..al che Ifigonia incazzatissima strappa le palle al genitore e mette fine ai suoi giorni buttandosi nel cesso, al suo sposo il compito di tirare la catena.
Questo dramma e’ stato edito assieme ad una raccolta di commedie, ballate e sproloqui dalla casa Editrice Punto di Torino e fa parte dei testi che tutti i goliardi conoscono..
Cito testualmente quanto noi avevamo inserito nella prefazione del trattato….
i nostri vecchi ci hanno insegnato a dividere pane e sale e ci hanno dato le gambe per incamminarci. Ed il cuore. Oggi ci mandano il vaglia delle loro trepidazioni. Noi purtroppo non possiamo rendere molto di quanto ci hanno dato..se non il dottorato della nostra infinita gratitudine. Essi, poveri vecchi, ci hanno perduto…come l’albero perde il suo frutto. Essi, ansiando, prima di vederci incamminare, hanno voluto insegnarci la strada per vederci andare con moto piano sublime. Hanno anche rinunciato, e noi paghiamo il prezzo di quel loro volere risparmiare il pianto di Adamo.
Non vi e’ tranquillita’ per noi..se non quella che il mondo possa offrirci. I Goliardi nei secoli. E se poi nulla di questo fosse vero? Accetteremmo. Come quando la nostra ragazza ci lascia e piange perche’ ci vuole ancora bene e noi, dopo, la onoriamo di fiori. Per non lasciarla sola, Infatti “puella cum sola cogitata male cogitat” e noi vorremmo dirle “Nec possum tecum vivere nec sine te”. E dopo? Noi resteremmo cosi’, Fino a quando “movend sunt coeli et terra”.
UN PRINCIPE DELLA GOLIARDIA.
Ifigonia in Culide (parte prima)
Reggia di Corinto, Vastissima sala da trono - anno 69 a.c.
ATTO PRIMO
SCENA:
Le porte sono spalancate per dare accesso al popolo Entra il gran cerimoniere.
Gran Cerimoniere:
O popolo bruto, su snuda il banano
non vedi che giunge l'amato sovrano ?
Il Sir di Corinto, dal nobile augello
qual mai non fu visto più duro e più bello.
Il sir di Corinto dall'agile pene
terrore e ruina del fragile imene;
il sir di Corinto dal cazzo peloso
del cul rubicondo ognora goloso.
O popolo invitto, in gesta d'amore
s'affermi il Sovrano più caro al tuo cuore.
Rendiamogli omaggio nel modo migliore,
offrendogli il culo delle nostre signore.
Popolo:
Noi siamo felici, sappiategli dire,
che tutto al Sovrano c'e' grato d'offrire.
Le nostre consorti facciam preparare
in modo che a turno le possa inculare.
Noi siamo felici, noi siamo contenti
le chiappe del culo porgiam riverenti,
che al nostro gentile e amato Sovrano.
rimanga gradito il buco dell'ano.
(Entra il seguito della Corte. Le nobili dame hanno le parti del corpo desiderabili leggermente velate.
Il Re, con noncuranza, tocca di tanto in tanto le forme delle damigelle più carine.)
Il Re, con noncuranza, tocca di tanto in tanto le forme delle damigelle più carine.)
Re :
O sudditi amati. io resto confuso!
Il turno dei culi che offrite per l'uso
sarà più gradito al regio mio cazzo
che mai troverebbe migliore sollazzo.
La gioia che mi dai o popolo e' si grande
che già l'uccello regio distende le mutande.
Per mio regal decreto sarà da stamattina
distribuita ai poveri gratis la vaselina:
che al fine permetta, finche' lo vogliate,
di fare nell'ano gloriose chiavate.
Voglio sian compensati i sudditi fedeli:
il cul pigliate pure, ma state attenti ai peli.
(Segni di giubilo)
Cerimoniere :
Adesso fuori dai coglioni
per lasciar posto ai Principi e ai Baroni.
Ai Principi e ai Baroni e ad Ifigonia bella
che sospirando brama l'ardor d'una cappella.
Coro delle vergini (Danzando):
Noi siam le vergini dai candidi manti,
siam rotte di dietro, ma sane davanti;
i nostri ditini son tutti escoriati,
a furia di cazzi che abbiamo menati.
Nell'arte sovrana di fare i pompini
battiamo le troie di tutti i casini;
la lingua sapiente e l'agile mano
dan gioia e sollievo al duro banano.
Ifigonia :
Padre mio, padre mio.
sono presa dal desio.
Ho già un dito che fa male
per l'abuso del ditale;
ho la fica che mi tira
come corda di una lira
sto soffrendo atroci pene
del prurito dell'imene,
nella fica ho persin messo
la manopola del cesso
mi ficcai nella vagina
la più grossa colubrina;
mi son messa dentro il buso
sino il cero di Caruso;
mi piantai nel deretano
cinque dita, e la mano.
Credo giunto sia il momento
di donarmi un Reggimento
che non sappia manovrare,
ma sia lesto nel montare;
nella fica anelo tanto
d`appagarlo tutto quanto...
me la sento rovinata
senza averla adoperata.
Padre mio si forte e bello
ho bisogno di un uccello:
d'un uccello di nobil schiatta
che mi sballi la ciabatta,
di una fava grossa e dura
che ricrei la mia natura.
Manda un bando per il Regno,
sia trovato uccello degno
che finisca le mie pene
spalancandomi l'imene.
Padre mio se non mi sposo
moriro' senza quel Coso.
Re :
Giuste sono le tue brame, o figlia bene amata,
s'io padre non ti fossi, di già ti avrei chiavata.
Con la regal consorte, tua madre la Regina,
n'ho fatte diciassette soltanto stamattina.
E se alle mie brame non ponessi un freno
non passan tre minuti che il bandolo mi meno.
Vedendo tanti culi di Principi e Baroni
mi sento un gran prurito nel fondo dei coglioni.
Popolo :
Noi siamo felici, noi siamo contenti
si rizzano i cazzi tuttora pendenti.
Madama Ifigonia soave e pudica
già sente prurito nell'inclita fica.
O Giove possente, che Venere bella
le faccia gran dono di tale cappella:
che il culo le rompa, le rompa l'imene
e infine la tolga da tutte le pene.
Sia pago il desio alla vergine cara
meniamoci il cazzo in nobile gara.
(Tutti eseguono)
Ifigonia (rivolta al popolo):
Quanta fava, quanta fava.
ma perche' nessun mi chiava?
Su donatemi un uccello,
un uccello lungo e bello:
nella fica e poi nell'ano
che mi entri piano piano.
Ho gran voglia di godere
ve lo chiedo per piacere.
Deh non fatemi soffrire
ve lo pago mille lire.
Re:
Udendo le tue giuste e oneste aspirazioni,
d'orgoglio mi ribolle lo sperma nei coglioni:
con animo commosso, vedo tra i bianchi veli
spuntare nere le punte dei tuoi peli.
Non voglio che si sciupi tanto lavoro mio,
con sforzo, forse, potrei chiavarti anch'io.
Il sacerdote venga, si appresti al sacrificio:
Enter O'Clisma tosto ne tragga lieto auspicio.
Cerimoniere :
S'avanzi Enter O'Clisma, il Sacerdote,
dal culo più vezzoso delle gote.
Sacerdote (entrando) :
Al Sire di Corinto, Signore degli Achei,
auguro cazzi in culo non men di trentasei.
Re:
Al Gran Sacerdote, d'ogni rispetto degno
venga dato, in omaggio, un bel cazzo di legno.
Gran Sacerdote :
La tua proposta, o Sire. mi rende il cuore gaio.
pero', l'avrei più caro di ben temprato acciaio.
Popolo :
Noi siamo felici, noi siamo contenti,
prendiamo l'ucccllo ben stretto tra i denti,
che al Gran Sacerdote quel cazzo d'acciaio,
il culo gli renda siccome un mortaio!
Gran Sacerdote :
Sono corso immantinente alla regal chiamata
lasciando quasi a mezzo la solita chiavata.
Pazienza! Se il ciel non me lo lega,
mi rifaro' di certo con una bella sega.
Esponi il tuo desio, o gran Sire venerando,
in fretta, te ne prego, non vedi come bando?
Re:
Alla mia amata figlia, la pallida Ifigonia,
da qualche tempo, prude la rorida begonia.
O Sacerdote sommo, chiuditi in sacrestia,
prendi l'uccello in mano e fanne profezia!
Gran Sacerdote:
Eseguo senza indugio i tuoi detti, o Signore,
augurandoti in culo cazzi sessantanove.
(il Gran Sacerdote esce da destra...)
Ifigonia:
Padre mio, padre mio,
questa volta l'avro' anch'io.
Sospirando quel belino
voglio farmi un ditalino,
domandandovi permesso
vado a farmelo nel cesso.
(Fa per avviarsi)
Re (trattenendola):
Rimani, o sconsigliata; il padre tuo diletto
innanzi al popolo tutto ti grattera' il grilletto,
mentre il Cerimoniere, memore del mio pegno,
mi inculera' di dietro col suo cazzo di legno.
Se con le bianche mani mi tiene su i coglioni
vedrai nella mezz'ora quaranta polluzioni.
Popolo :
Noi siam felici, noi siam contenti,
il re che L'ha duro in tutti i momenti;
seguiamo l'esempio del caro sovrano.
facciamoci forza, pigliamolo in mano!
Gran Sacerdote (entrando) :
Nel libro del futuro ho aperto uno spiraglio
rompendo un culo vergine col mio peloso maglio;
Re:
I detti tuoi sapienti sian rapidi e fatali
come fuor dell'ano i nodi emorroidali.
Gran Sacerdote :
Seguendo il tuo consiglio o re buono e sapiente,
misi L'uccello duro sopra un braciere ardente,
lessai il coglion sinistro, ne bevvi poscia il brodo,
grande e divino auspicio traendone in tal modo:
questa e' la frase magica che ho letto nel librone:
"Nessuno vada in figa se privo di goldone,
e che in figa a Ifigonia nessun metta l'uccello
se prima non si svela l'arcano indovinello.
Tra i principi del sangue dal bel tornito uccello
bandito sia il concorso con un indovinello,,.
Cerimoniere (al popolo) :
Toccatevi i coglioni, se li avete.
perche' vedo transitare un prete.
(Tutti si toccano i coglioni, e Ifigonia, che non li ha, con una mano tocca
con leggiadria ed amore le grosse palle del Sovrano, ed esegue... con
l'altra, seduta su di un orinale)
ATTO SECONDO
SCENA:
La stessa sala. Sono presenti i principi pretendenti di Ifigonia con il loro seguito, in esecuzione alla profezia di Enter O'Clisma. I pretendenti si presentano.
Hallah Ben Dur :
Superando monte e valle
v'ho portato le mie palle;
e riempio un gran mastello
con il brodo del mio uccello.
Don Peder-Asta :
Sarete delusa di tutti sti doni
guardando d'Oriente i gloriosi coglioni:
ho riempito quattro stalle
col sudor delle mie palle!
Uccellone, Conte di Belmanico :
O fulgida stella, o figlia del Re,
deh guarda il dono portato per te!
Ho riempito una caserma
solamente col mio sperma.
Spiro Kito:
Io sono Spiro Kito,
dalle palle di granito.
Ho creato un nuovo lago
col prodotto del mio mago.
Cerimoniere (impaziente) :
Si avanzino separatamente i pretendenti
fate largo, e al culo state attenti.
Hallah Ben Dur :
Io sono Hallah Ben Dur , dal poderoso uccello,
e dall'Arabia vengo a dorso di un cammello.
Il viaggio fu si lungo e percorso senza tappe
che per lo strofinio mi bruciano le chiappe.
Ed or, giunto alla fin di questo mio viaggio.
ho piedi, fava e culo che puzzan di formaggio.
Rinunciai in Bagdad a un favoloso ingaggio
spronato dal desio di misurarti il raggio;
il raggio della fica. o dolce Principessa,
perche' ardo dal desio di romperti la fessa.
Sul dorso di un cammello so far mille esercizi,
infransi più d'un culo all'ombra dei palmizi.
Le mie palle lucenti, senza badare al puzzo,
sembrano per il volume le uova di uno struzzo.
Son bruno, ardito, forte, devoto mussulmano
e dall'Arabia tutta certo il miglior banano.
Con L'aiuto d'Allah sciorro' l'indovinello
e deporro' ai tuoi piedi il mio abbronzato uccello.
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segue la seconda parte
Ifigonia in Culide (parte seconda)
Ifigonia (leggendo):
Si dice che un giorno un cortese prelato
avendo per via un capro chiavato
s'accorse più tardi che l'estro di maggio
rendealo padre di un ibrido paggio.
Cerimoniere:
Se non rispondi nella settimana
faro' del tuo scroto una sottana.
Hallah Ben Dur :
Non so... quel prelato...
se un capro ha chiavato...
io penso con duolo
che ha preso lo scolo.
Popolo (facendo scongiuri):
Noi siamo infelici, noi siamo scontenti,
ti secchino il cazzo i nostri accidenti!
S'affloscian gli uccelli in segno di duolo
quel testa di cazzo ci parla di scolo.
Cerimoniere:
Il primo pretendente e' bello e fritto,
venga il secondo con l'uccello dritto.
Don Peder-Asta (al Re):
Palpita il cuore mio per tale lieto evento!
t'auguro cazzi in culo settecento!
Sono principe e barone, signor del Mozambico
e rompo fiche e culi col mio prestante fico;
vi dico per sicuro, che ho sempre il cazzo duro
ma di mente molto fina,
viaggio sempre con vaselina.
Son Principe di sangue, son nobile spagnolo
che per poter fottere, mancando il protargolo,
uso il preservativo. per non subire l'onta
di prendere lo scolo all'atto della monta.
(Ifigonia. provocatissima, scopre le anche, porgendo la fica alle labbra del Grande di Spagna).
Ifigonia :
O Principe sapiente, venuto ai miei pie'.
da quanto tempo pensi non uso più il bide' ?
Don Peder-Asta :
Se il fiuto non m'inganna,
o mia adorata fata,
io debbo dirti che
non ti sei mai lavata !
Popolo (incazzato):
Noi siamo infelici, che fan sti coglioni?
Lo sanno gli Svizzeri dei Quattro Cantoni
lo sanno le troie, lo sanno i lenoni,
lo sanno persino i nostri coglioni.
Fu il dì di Giunone, con mossa pudica,
che madonna lfigonia lavossi la fica.
Coi suoi venti chili di augusto formaggio
fu fatta una palla di un metro di raggio.
Al Prence sia data la pena infamante
di prenderlo in culo dal Sacro Elefante.
Cerimoniere :
Del Popolo sian tosto eseguiti i voleri:
venga Bel Pistolin coi suoi venti staffieri!
Quaranta frombolieri intanto, piano piano,
L'aiuteranno un poco col palmo della mano.
E nel caso imprevisto che non gli venga duro,
gli fregheran con garbo la punta contro il muro.
(Entra Bel Pistolino, dando evidenti segni di giubilo: la scena si svolge alla presenza del popolo)
Popolo :
Pompa. pompa come un mulo
fagli tremare le chiappe del culo.
Daglielo duro, sburagli mollo,
fagli tremare le vene del collo.
Cerimoniere:
Il secondo campione e' liquidato,
sia almeno il terzo Prence il fortunato.
Uccellone :
Sono il nobile Uccellone,
sono conte e son barone,
chiavo donne a buon mercato
col mio cazzo fortunato.
La mattina appena desto
me lo meno lesto lesto,
poi mi sparo, a colazione,
qualche rapido raspone.
Prima ancor di mezzogiorno,
nobil donne del dintorno
fanno a gara, porco zio,
per provare il cazzo mio.
Quattro seghe a mezzogiorno
non fan male per contorno.
Verso sera per divario
rompo qualche tafanario,
alternando col pompino
la chiavata a pecorino.
Se son stanco, verso sera,
chiavo sol la cameriera.
Sulla punta del mio pene
non si contan le flittene.
Vedi, bando come un mulo
alla vista del tuo culo.
Ifigonia:
Sai tu dirmi il mistero della sfinge,
la quale prima caca e dopo spinge?
Uccellone :
Mi riesce, Ifigonia, la tua parola oscura.
il cazzo già mi suda di pallida paura.
ll Ciel mi fu avverso, ignoro il mistero;
mi mette terrore un nero pensiero!
Già vedo il mio culo sfondato all'istante
dal cazzo tremendo del Sacro Elefante!
Gia sento roteare in rotto e alterno moto
i possenti testicoli entro il peloso scroto.
Ho nel fondo del cuore una puntura sorda
come una dozzina di piattole che morda.
Conobbi una fanciulla dalla parola oscura,
mi sento tremebondo,preso dalla paura.
Re (sdegnato):
Tu che, fra tanti, brami la mano di mia figlia,
col culo pieno d'aglio farai le Mille Miglia.
Cerimoniere :
Tosto venga eseguito del Sovrano il volere:
si porti senza indugio d'aglio un gran paniere.
(Uccellone scoppia in una gran risata).
Re:
Tu ridi, sconsigliato, davanti al gran travaglio
di far la Mille Miglia col culo pieno d'aglio?!
Uccellone :
Mi fate solo pena o poveri coglioni,
che' per riempirmi il culo ne occorron tre vagoni.
Col culo pieno d'aglio, novello errante ebreo;
io freghero' in volata la rossa Alfa Romeo.
Cerimoniere :
Sian tosto eseguiti i comandi del Sire,
col cul pieno d'aglio ei deve finire.
Ifigonia (piangendo):
Addio mio Bel Manico nobil Signore,
a perder il tuo cazzo non si rassegna il cuore.
Non hai colpa veruna, se con l'uccello dritto
giammai non scandagliasti la Sfinge dell'Egitto
se solo in mille fiate, alla tua chioma fulva,
s'intrecciano tenaci i peli della vulva.
Re :
Non piangere Ifigonia, lustro dei peli miei,
sii paziente e devota ai detti degli dei.
Cerimoniere :
Il terzo, a quanto pare, e' bello e fritto,
s'avanzi il quarto, col banano dritto.
(Il Principe Spiro Kito, figlio del Sol Levante, si avanza nei paludamenti di Gran Samurai.)
Spiro Kito:
Il Regno di Budda manda il mio cuore,
io vengo dal Regno del mandorlo in fiore.
Son Duca d'Oriente, nomato Spiro Kito,
ho il cazzo si duro che par di granito.
Ancora bambino, giostrando da pazzo,
sembravo potente nell'uso del cazzo;
potente a tal punto. sebbene maschietto,
da farmi pensare a tenzoni da letto.
Poi vinsi il primato persin nei casini,
campione invitto di fiche e pompini;
tal che le ragazze, godendoci anch'esse,
s'offrivan per nulla, le povere fesse.
Un'unica volta, una donna di rango
negommi convegno nel giro di un tango:
l'attesi, e quando s'offri l'occasione
le roppi il culo con uno spintone.
Cosi la mia fama varcando le mura
di questa, diciamo, casa di cura,
giungea alle bimbe di buona famiglia
dove la madre, più bon della figlia,
cullava L'uccello con docile mano
per fare alla figlia rompere l'ano.
Or passo all'azione, domanda Signora
qualsiasi indugio va a danno dell'ora.
Popolo :
Noi siamo felici e non siamo sciocchi
questo senz'altro e' un cazzo coi fiocchi.
Spiro Kito:
Io vengo dal paese dei mandrilli
dove si va nel culo pure ai grilli.
Son figlio del Giappone, Spiro Kito,
ed ho un paio di coglioni di granito.
Facciamo presto con le spiegaziohi,
che' e' tempo di sbrodar nei pantaloni.
Ifigonia :
Eravi un eremita a Poggibonsi
che non cacava, e non faceva stronzi;
or sai tu dirmi, quando ei ruttava,
ai suoi fedeli che impressione dava ?
Spiro Kito:
A tanto indovinello una risposta sola:
quell'eremita avea il retto nella gola.
La storia già ci parla del Principe Gargiulo
il quale avea la faccia che somigliava al culo.
Son più che certo, e posso dirlo lieto,
all'eremita un rutto, puzzava come un peto.
Il Cerimoniere apre la pergamena e approva. Il Re s'avanza, congiunge le mani dei due giovani Principi sanzionando l'unione, mentre il popolo e gli astanti si inginocchiano in religioso e muto ringraziamento agli Dei e le vergini innalzano al cielo il loro tenue canto.
Vergini :
O Venere buona, o Venere bella,
provvedi noi pure di dura cappella
e come a lei, Principessa ed amica,
ci capiti in dono l'uccel nella fica.
Re:
Un principe che ha tanto di cervello
ragiona certamente con l'uccello.
Per Ifigonia mia, devota e grata
ecco la fava tanto sospirata!
Sii degna dell'uccel che t'ho donato
non obliando i fasti del Casato:
la grande Filiberta. illustre e saggia,
il culo s'incendio', con l'acqua ragia,
preferendo la morte al nero duolo
di curarsi lo scol col protargolo;
Vulvina Bartolino, sua germana,
che arrossiva sbucciando una banana,
in un momento di furor demente
s'uccise con lo sperma di un serpente.
La nobil Filiconia, tua bisava,
sempre in lizza nel gioco della fava,
mori'. vetusta d'armi, in un bordello
col cuore trapassato da un uccello.
Ifigonia :
Il sorriso della fica,
la mia gioia alfin vi dica.
Son contenta. son beata.
che' alla fin saro' chiavata.
Ma vi giuro sugli Dei
di pensare ancora ai miei:
tanto al Re che alla Regina.
quando m'alzo ogni mattina;
con il segno del littorio,
ed a mamma l'originale
Dunlop, cazzo artificiale.
Popolo :
Noi siamo felici, noi siamo contenti
s'innalzano i cazzi di gioia frementi:
porgiamoci tosto il culo di sponda,
L'uccello del Prence di gioia c'inonda.
Vergini:
Noi siamo le vergini dai candidi manti,
s'intrecciano i cazzi, s'innalzano i canti;
il grande fattaccio ci dona gaiezza
e per la gran gioia tagliamo la pezza.
S'intreccian le danze, s'innalzano i canti,
per farci chiavare useremo i guanti.
Lasciamo le seghe, lasciamo i pompini,
lasciamo un istante i bei ditalini;
E' giorno di festa, l'azzurro pervinca
mettiamo all'occhiello del muso di tinca;
seguendo l'esempio del popolo intero,
un grosso banano ci laceri il velo.
Cerimoniere:
Per celebrare l'evento risuoni nella Reggia
in segno di giubilo. almeno una scorreggia.
Ifigonia:
O amato Spiro Kito. Prence e Samurai,
il tempo passa e non mi chiavi mai!
Spiro Kito:
Desisti, o Principessa, dal chieder spiegazioni
non vedi che cominci a rompermi i coglioni?
Ifigonia :
Fammi vedere le palle di solido granito,
fammi toccar l'uccello almeno con un dito;
che brami Spiro Kito dalla tua dolce amica,
vuoi farmi il culo o ripulir la fica?
Spiro Kito:
C'e' una cosa, Ifigonia, che ancora non t'ho detto,
un segreto terribile che freme nel mio petto.
Ifigonia:
Oh parla Spiro Kito, mio divino,
t'ascolto col canal di Bartolino.
Spiro Kito:
Un giorno, or son quattr'anni,
soffrendo per un callo
stavo prendendo un bagno
nel Grande Fiume Giallo,
e, come fanno i nobili Signori.
io giravo in culo a paggi e valvassori.
Quand'ecco passa altero un bonzo di Kul-Su'.
col quale ero si amico che ci davam del tu,
ed egli mi propose, con sordido cinismo,
di fare nel suo culo un giro di turismo.
Altra cosa non volli, e, come un folle toro,
soffiando, a capo basso, glielo ficcai nel foro.
Ma, a quell'infame bonzo, nel nero tafanario,
albergava da tempo un verme solitario,
che mentre io mi godea il morbido budello
mi si mangio' pian piano la punta dell'uccello.
Il Prence Spiro Kito, per questo caso strano,
possiede ancor le palle, ma e' privo di banano;
ed or mia diletta, quando vuol godere,
non ha altra risorsa che il buco del sedere.
Vedi, mi fai pentire d'esserti vicino,
per placar le smanie fatti un ditalino.
Or non e' il momento di fare una chiavata,
il cane pechinese proceda alla leccata.
Passata da tempo e la mala avventura,
che tolsemi il membro di madre natura!
Ed or per il tuo bel sesso gentile
io dunque t'ho fatto un Pesce d'Aprile.
Io sono impotente, in caso si bello;
in modo assoluto mi manca l'uccello.
Non godo di dietro a modo di prete.
E' noto che il prete modello e perfetto.
privato dell'uso di maschio uccelletto,
se preso da brama di ibrida voglia
qualunque desio nel culo convoglia.
Ifigonia:
E vero che i preti, a quanto mi dici, I
prendendolo a tergo si rendon felici,
ma molti son quelli. lo provano i fatti
che in barba alle leggi si chiavan da matti.
D'esempio sia al mondo, per detto Egiziano,
di Cesare invitto l'uccello sovrano.
Ignobile fellone, vil traditore,
la nobile Ifigonia getti nel disonore.
Fui vittima innocente di un infame tranello;
il verme divorarti potea cuore non uccello.
Crudele e perverso mi e' stato il destino,
scegliendo a consorte per me un culatino.
Spiro Kito:
Tristi giorni un dl trascorsi con i resti dell'uccello
mi chiusi in una torre sovrastante il mio castello,
tristi notti solo. mesto, tutto avvolto nei neri veli
mi strappavo ad uno ad uno
bestemmiando tutti i peli.
Dieci giorni, dieci notti. solo, muto come un reo,
mi pelai tutto lo scroto con l'accluso perineo.
Dieci notti, e quand'ebbi
manco un pelo sul coglione,
senza L'ombra di un conforto
mi gettai giu' dal balcone.
Fu un istante...
giunto al suolo dileguossi il mio tormento,
per dar luogo ad uno strano novello godimento.
Volle il cielo, assai benigno, che nel rapido
mio giro, io cadessi con il culo
sull'uccello di un fachiro,
che da circa quarant'anni meditava sotto il muro
scarno, muto, impassibile, con il cazzo sempre duro.
Benedetto sia per sempre
quell'uccello e quel momento
che la porta disserrommi al soave godimento.
Da quattr'anni sempre in viaggi
per città, paesi e corti,
io di uccelli assai ne ho presi:
lunghi. grossi, dritti e storti,
bianchi, neri, rossi e gialli, prepotenti e timorosi
malmenati stranamente, tatuati e rumorosi.
Ifigonia:
Giove mio, Giove mio,
perche' mai non chiavo anch'io?
Perche' scrisser nel libro del destino
che andar dovessi sposa a un culatino?
Spiro Kito:
Ferma i tuoi detti alteri, o Ifigonia e basta;
rispetta, se non l'altro, l'arte pederasta.
Vedo che tu le gioie non sai dell'intestino
te lo dice un esperto e vecchio culatino.
Re (entra con una scatola in mano) :
Ho sentito rumore dalla stanza vicina,
state cercando forse la vasellina ?
Ifigonia :
Anche la vasellina, nuovo scherno,
o padre snaturato. va all'inferno.
Ora ti mangio il destro e poi il sinistro,
e sta certo che neanche il dio Calisto,
se pieta si prendesse del tuo guaio,
te ne potrebbe far un altro paio.
Castrato sei e se vorrai godere,
falle anche tu col buco del sedere.
Re:
Accorrete Cortigiani, Duchi, Principi Baroni,
Nobiluomini, Visconti dai ben solidi coglioni,
voi pulzelle, maritate, nobil Dame. Castellane,
che battete di gran lunga le piil celebri puttane,
tralasciate le chiavate, i rasponi ed i pompini
sospendete un sol momento i consueti ditalini.
Ifigonia, la sovrana, accecata dal dolore,
si mangio' le rosse palle dell'augusto genitore.
Addio vergini belle. che lasciaste L'imene
sotto la forte punta del mio robusto pene.
Addio peli rosati di donne e di bambini,
addio lingue sapienti maestre di pompini,
addio nobile uccello, piega da questa sera
la grossa audace testa, un giorno tanto altera.
Finite son purtroppo le giostre e k tenzoni
che finora facesti per mezzo dei coglioni.
Addio nobile uccello un giorno tanto grande,
da giungere alle stelle con poderoso glande,
Signore della vulva. terrore dello sfintere,
che mille e mille volte furente come un toro,
dilaniasti le ceste giungendo nel piloro;
che mille e mille volte, con mosse agili e strane,
metteste a repentaglio le trombe falloppiane.
Tu, che mai cedesti a seghe ed a pompini,
stavolta fosti vittima di due denti canini.
Dormi! Da questa sera sars tuo cimitero,
in segno di cordoglio, un sospensorio nero.
Da oggi tu, negletto, starai nelle mutande,
non piùl le tingerai con il possente glande.
Morire ben dovevi in nobile tenzone
e invece, miserello, moristi da coglione!!!
Avrei bramato di perdere anche il cazzo,
ma perderlo da prode nel gioco del rampazzo.
Cerimoniere :
Ti sarà dato il trattamento duro
d'esser legata con la fica al muro.
Il popolo sfilera' e tu con l'ano
farai da monumento vespasiano.
Ifigonia:
Sognavo un cazzo forte da bambina,
percio' pregavo Giove ogni mattina,
che', come un giorno avvenne per Enrica (mia sorella)
potesse capitarmi nella fica
un poderoso e ben tornito cazzo
per farmene per sempre il mio sollazzo.
Cosi non fu! E la Giustizia grande
che gioia e pur dolore in terra spande.
volle che fossi, per crudel destino,
moglie di un detestato culatino!!!
Addio per sempre, Spiro Kito sposo,
mi butto pel dolor nel water closo.
Tu porrai fin, ti prego, alla mia pena,
tirando lentamente la catena.
Si dice che un giorno un cortese prelato
avendo per via un capro chiavato
s'accorse più tardi che l'estro di maggio
rendealo padre di un ibrido paggio.
Cerimoniere:
Se non rispondi nella settimana
faro' del tuo scroto una sottana.
Hallah Ben Dur :
Non so... quel prelato...
se un capro ha chiavato...
io penso con duolo
che ha preso lo scolo.
Popolo (facendo scongiuri):
Noi siamo infelici, noi siamo scontenti,
ti secchino il cazzo i nostri accidenti!
S'affloscian gli uccelli in segno di duolo
quel testa di cazzo ci parla di scolo.
Cerimoniere:
Il primo pretendente e' bello e fritto,
venga il secondo con l'uccello dritto.
Don Peder-Asta (al Re):
Palpita il cuore mio per tale lieto evento!
t'auguro cazzi in culo settecento!
Sono principe e barone, signor del Mozambico
e rompo fiche e culi col mio prestante fico;
vi dico per sicuro, che ho sempre il cazzo duro
ma di mente molto fina,
viaggio sempre con vaselina.
Son Principe di sangue, son nobile spagnolo
che per poter fottere, mancando il protargolo,
uso il preservativo. per non subire l'onta
di prendere lo scolo all'atto della monta.
(Ifigonia. provocatissima, scopre le anche, porgendo la fica alle labbra del Grande di Spagna).
Ifigonia :
O Principe sapiente, venuto ai miei pie'.
da quanto tempo pensi non uso più il bide' ?
Don Peder-Asta :
Se il fiuto non m'inganna,
o mia adorata fata,
io debbo dirti che
non ti sei mai lavata !
Popolo (incazzato):
Noi siamo infelici, che fan sti coglioni?
Lo sanno gli Svizzeri dei Quattro Cantoni
lo sanno le troie, lo sanno i lenoni,
lo sanno persino i nostri coglioni.
Fu il dì di Giunone, con mossa pudica,
che madonna lfigonia lavossi la fica.
Coi suoi venti chili di augusto formaggio
fu fatta una palla di un metro di raggio.
Al Prence sia data la pena infamante
di prenderlo in culo dal Sacro Elefante.
Cerimoniere :
Del Popolo sian tosto eseguiti i voleri:
venga Bel Pistolin coi suoi venti staffieri!
Quaranta frombolieri intanto, piano piano,
L'aiuteranno un poco col palmo della mano.
E nel caso imprevisto che non gli venga duro,
gli fregheran con garbo la punta contro il muro.
(Entra Bel Pistolino, dando evidenti segni di giubilo: la scena si svolge alla presenza del popolo)
Popolo :
Pompa. pompa come un mulo
fagli tremare le chiappe del culo.
Daglielo duro, sburagli mollo,
fagli tremare le vene del collo.
Cerimoniere:
Il secondo campione e' liquidato,
sia almeno il terzo Prence il fortunato.
Uccellone :
Sono il nobile Uccellone,
sono conte e son barone,
chiavo donne a buon mercato
col mio cazzo fortunato.
La mattina appena desto
me lo meno lesto lesto,
poi mi sparo, a colazione,
qualche rapido raspone.
Prima ancor di mezzogiorno,
nobil donne del dintorno
fanno a gara, porco zio,
per provare il cazzo mio.
Quattro seghe a mezzogiorno
non fan male per contorno.
Verso sera per divario
rompo qualche tafanario,
alternando col pompino
la chiavata a pecorino.
Se son stanco, verso sera,
chiavo sol la cameriera.
Sulla punta del mio pene
non si contan le flittene.
Vedi, bando come un mulo
alla vista del tuo culo.
Ifigonia:
Sai tu dirmi il mistero della sfinge,
la quale prima caca e dopo spinge?
Uccellone :
Mi riesce, Ifigonia, la tua parola oscura.
il cazzo già mi suda di pallida paura.
ll Ciel mi fu avverso, ignoro il mistero;
mi mette terrore un nero pensiero!
Già vedo il mio culo sfondato all'istante
dal cazzo tremendo del Sacro Elefante!
Gia sento roteare in rotto e alterno moto
i possenti testicoli entro il peloso scroto.
Ho nel fondo del cuore una puntura sorda
come una dozzina di piattole che morda.
Conobbi una fanciulla dalla parola oscura,
mi sento tremebondo,preso dalla paura.
Re (sdegnato):
Tu che, fra tanti, brami la mano di mia figlia,
col culo pieno d'aglio farai le Mille Miglia.
Cerimoniere :
Tosto venga eseguito del Sovrano il volere:
si porti senza indugio d'aglio un gran paniere.
(Uccellone scoppia in una gran risata).
Re:
Tu ridi, sconsigliato, davanti al gran travaglio
di far la Mille Miglia col culo pieno d'aglio?!
Uccellone :
Mi fate solo pena o poveri coglioni,
che' per riempirmi il culo ne occorron tre vagoni.
Col culo pieno d'aglio, novello errante ebreo;
io freghero' in volata la rossa Alfa Romeo.
Cerimoniere :
Sian tosto eseguiti i comandi del Sire,
col cul pieno d'aglio ei deve finire.
Ifigonia (piangendo):
Addio mio Bel Manico nobil Signore,
a perder il tuo cazzo non si rassegna il cuore.
Non hai colpa veruna, se con l'uccello dritto
giammai non scandagliasti la Sfinge dell'Egitto
se solo in mille fiate, alla tua chioma fulva,
s'intrecciano tenaci i peli della vulva.
Re :
Non piangere Ifigonia, lustro dei peli miei,
sii paziente e devota ai detti degli dei.
Cerimoniere :
Il terzo, a quanto pare, e' bello e fritto,
s'avanzi il quarto, col banano dritto.
(Il Principe Spiro Kito, figlio del Sol Levante, si avanza nei paludamenti di Gran Samurai.)
Spiro Kito:
Il Regno di Budda manda il mio cuore,
io vengo dal Regno del mandorlo in fiore.
Son Duca d'Oriente, nomato Spiro Kito,
ho il cazzo si duro che par di granito.
Ancora bambino, giostrando da pazzo,
sembravo potente nell'uso del cazzo;
potente a tal punto. sebbene maschietto,
da farmi pensare a tenzoni da letto.
Poi vinsi il primato persin nei casini,
campione invitto di fiche e pompini;
tal che le ragazze, godendoci anch'esse,
s'offrivan per nulla, le povere fesse.
Un'unica volta, una donna di rango
negommi convegno nel giro di un tango:
l'attesi, e quando s'offri l'occasione
le roppi il culo con uno spintone.
Cosi la mia fama varcando le mura
di questa, diciamo, casa di cura,
giungea alle bimbe di buona famiglia
dove la madre, più bon della figlia,
cullava L'uccello con docile mano
per fare alla figlia rompere l'ano.
Or passo all'azione, domanda Signora
qualsiasi indugio va a danno dell'ora.
Popolo :
Noi siamo felici e non siamo sciocchi
questo senz'altro e' un cazzo coi fiocchi.
Spiro Kito:
Io vengo dal paese dei mandrilli
dove si va nel culo pure ai grilli.
Son figlio del Giappone, Spiro Kito,
ed ho un paio di coglioni di granito.
Facciamo presto con le spiegaziohi,
che' e' tempo di sbrodar nei pantaloni.
Ifigonia :
Eravi un eremita a Poggibonsi
che non cacava, e non faceva stronzi;
or sai tu dirmi, quando ei ruttava,
ai suoi fedeli che impressione dava ?
Spiro Kito:
A tanto indovinello una risposta sola:
quell'eremita avea il retto nella gola.
La storia già ci parla del Principe Gargiulo
il quale avea la faccia che somigliava al culo.
Son più che certo, e posso dirlo lieto,
all'eremita un rutto, puzzava come un peto.
Il Cerimoniere apre la pergamena e approva. Il Re s'avanza, congiunge le mani dei due giovani Principi sanzionando l'unione, mentre il popolo e gli astanti si inginocchiano in religioso e muto ringraziamento agli Dei e le vergini innalzano al cielo il loro tenue canto.
Vergini :
O Venere buona, o Venere bella,
provvedi noi pure di dura cappella
e come a lei, Principessa ed amica,
ci capiti in dono l'uccel nella fica.
Re:
Un principe che ha tanto di cervello
ragiona certamente con l'uccello.
Per Ifigonia mia, devota e grata
ecco la fava tanto sospirata!
Sii degna dell'uccel che t'ho donato
non obliando i fasti del Casato:
la grande Filiberta. illustre e saggia,
il culo s'incendio', con l'acqua ragia,
preferendo la morte al nero duolo
di curarsi lo scol col protargolo;
Vulvina Bartolino, sua germana,
che arrossiva sbucciando una banana,
in un momento di furor demente
s'uccise con lo sperma di un serpente.
La nobil Filiconia, tua bisava,
sempre in lizza nel gioco della fava,
mori'. vetusta d'armi, in un bordello
col cuore trapassato da un uccello.
Ifigonia :
Il sorriso della fica,
la mia gioia alfin vi dica.
Son contenta. son beata.
che' alla fin saro' chiavata.
Ma vi giuro sugli Dei
di pensare ancora ai miei:
tanto al Re che alla Regina.
quando m'alzo ogni mattina;
con il segno del littorio,
ed a mamma l'originale
Dunlop, cazzo artificiale.
Popolo :
Noi siamo felici, noi siamo contenti
s'innalzano i cazzi di gioia frementi:
porgiamoci tosto il culo di sponda,
L'uccello del Prence di gioia c'inonda.
Vergini:
Noi siamo le vergini dai candidi manti,
s'intrecciano i cazzi, s'innalzano i canti;
il grande fattaccio ci dona gaiezza
e per la gran gioia tagliamo la pezza.
S'intreccian le danze, s'innalzano i canti,
per farci chiavare useremo i guanti.
Lasciamo le seghe, lasciamo i pompini,
lasciamo un istante i bei ditalini;
E' giorno di festa, l'azzurro pervinca
mettiamo all'occhiello del muso di tinca;
seguendo l'esempio del popolo intero,
un grosso banano ci laceri il velo.
Cerimoniere:
Per celebrare l'evento risuoni nella Reggia
in segno di giubilo. almeno una scorreggia.
ATTO TERZO
SCENA: La camera nuziale. Nei quattro angoli, quattro bidet dove bruciano profumi. Nelle pareti bracieri accesi.
Pezze di marchese sparse. In fondo, un water closed con catena d'oro. Ifigonia e Spiro Kito giacciono sul talamo.
Ifigonia:
O amato Spiro Kito. Prence e Samurai,
il tempo passa e non mi chiavi mai!
Spiro Kito:
Desisti, o Principessa, dal chieder spiegazioni
non vedi che cominci a rompermi i coglioni?
Ifigonia :
Fammi vedere le palle di solido granito,
fammi toccar l'uccello almeno con un dito;
che brami Spiro Kito dalla tua dolce amica,
vuoi farmi il culo o ripulir la fica?
Spiro Kito:
C'e' una cosa, Ifigonia, che ancora non t'ho detto,
un segreto terribile che freme nel mio petto.
Ifigonia:
Oh parla Spiro Kito, mio divino,
t'ascolto col canal di Bartolino.
Spiro Kito:
Un giorno, or son quattr'anni,
soffrendo per un callo
stavo prendendo un bagno
nel Grande Fiume Giallo,
e, come fanno i nobili Signori.
io giravo in culo a paggi e valvassori.
Quand'ecco passa altero un bonzo di Kul-Su'.
col quale ero si amico che ci davam del tu,
ed egli mi propose, con sordido cinismo,
di fare nel suo culo un giro di turismo.
Altra cosa non volli, e, come un folle toro,
soffiando, a capo basso, glielo ficcai nel foro.
Ma, a quell'infame bonzo, nel nero tafanario,
albergava da tempo un verme solitario,
che mentre io mi godea il morbido budello
mi si mangio' pian piano la punta dell'uccello.
Il Prence Spiro Kito, per questo caso strano,
possiede ancor le palle, ma e' privo di banano;
ed or mia diletta, quando vuol godere,
non ha altra risorsa che il buco del sedere.
Vedi, mi fai pentire d'esserti vicino,
per placar le smanie fatti un ditalino.
Or non e' il momento di fare una chiavata,
il cane pechinese proceda alla leccata.
Passata da tempo e la mala avventura,
che tolsemi il membro di madre natura!
Ed or per il tuo bel sesso gentile
io dunque t'ho fatto un Pesce d'Aprile.
Io sono impotente, in caso si bello;
in modo assoluto mi manca l'uccello.
Non godo di dietro a modo di prete.
E' noto che il prete modello e perfetto.
privato dell'uso di maschio uccelletto,
se preso da brama di ibrida voglia
qualunque desio nel culo convoglia.
Ifigonia:
E vero che i preti, a quanto mi dici, I
prendendolo a tergo si rendon felici,
ma molti son quelli. lo provano i fatti
che in barba alle leggi si chiavan da matti.
D'esempio sia al mondo, per detto Egiziano,
di Cesare invitto l'uccello sovrano.
Ignobile fellone, vil traditore,
la nobile Ifigonia getti nel disonore.
Fui vittima innocente di un infame tranello;
il verme divorarti potea cuore non uccello.
Crudele e perverso mi e' stato il destino,
scegliendo a consorte per me un culatino.
Spiro Kito:
Tristi giorni un dl trascorsi con i resti dell'uccello
mi chiusi in una torre sovrastante il mio castello,
tristi notti solo. mesto, tutto avvolto nei neri veli
mi strappavo ad uno ad uno
bestemmiando tutti i peli.
Dieci giorni, dieci notti. solo, muto come un reo,
mi pelai tutto lo scroto con l'accluso perineo.
Dieci notti, e quand'ebbi
manco un pelo sul coglione,
senza L'ombra di un conforto
mi gettai giu' dal balcone.
Fu un istante...
giunto al suolo dileguossi il mio tormento,
per dar luogo ad uno strano novello godimento.
Volle il cielo, assai benigno, che nel rapido
mio giro, io cadessi con il culo
sull'uccello di un fachiro,
che da circa quarant'anni meditava sotto il muro
scarno, muto, impassibile, con il cazzo sempre duro.
Benedetto sia per sempre
quell'uccello e quel momento
che la porta disserrommi al soave godimento.
Da quattr'anni sempre in viaggi
per città, paesi e corti,
io di uccelli assai ne ho presi:
lunghi. grossi, dritti e storti,
bianchi, neri, rossi e gialli, prepotenti e timorosi
malmenati stranamente, tatuati e rumorosi.
Ifigonia:
Giove mio, Giove mio,
perche' mai non chiavo anch'io?
Perche' scrisser nel libro del destino
che andar dovessi sposa a un culatino?
Spiro Kito:
Ferma i tuoi detti alteri, o Ifigonia e basta;
rispetta, se non l'altro, l'arte pederasta.
Vedo che tu le gioie non sai dell'intestino
te lo dice un esperto e vecchio culatino.
Re (entra con una scatola in mano) :
Ho sentito rumore dalla stanza vicina,
state cercando forse la vasellina ?
(Ifigonia, furiosa per la delusione subita, si avventa sui coglioni paterni.)
Ifigonia :
Anche la vasellina, nuovo scherno,
o padre snaturato. va all'inferno.
Ora ti mangio il destro e poi il sinistro,
e sta certo che neanche il dio Calisto,
se pieta si prendesse del tuo guaio,
te ne potrebbe far un altro paio.
Castrato sei e se vorrai godere,
falle anche tu col buco del sedere.
Re:
Accorrete Cortigiani, Duchi, Principi Baroni,
Nobiluomini, Visconti dai ben solidi coglioni,
voi pulzelle, maritate, nobil Dame. Castellane,
che battete di gran lunga le piil celebri puttane,
tralasciate le chiavate, i rasponi ed i pompini
sospendete un sol momento i consueti ditalini.
Ifigonia, la sovrana, accecata dal dolore,
si mangio' le rosse palle dell'augusto genitore.
Addio vergini belle. che lasciaste L'imene
sotto la forte punta del mio robusto pene.
Addio peli rosati di donne e di bambini,
addio lingue sapienti maestre di pompini,
addio nobile uccello, piega da questa sera
la grossa audace testa, un giorno tanto altera.
Finite son purtroppo le giostre e k tenzoni
che finora facesti per mezzo dei coglioni.
Addio nobile uccello un giorno tanto grande,
da giungere alle stelle con poderoso glande,
Signore della vulva. terrore dello sfintere,
che mille e mille volte furente come un toro,
dilaniasti le ceste giungendo nel piloro;
che mille e mille volte, con mosse agili e strane,
metteste a repentaglio le trombe falloppiane.
Tu, che mai cedesti a seghe ed a pompini,
stavolta fosti vittima di due denti canini.
Dormi! Da questa sera sars tuo cimitero,
in segno di cordoglio, un sospensorio nero.
Da oggi tu, negletto, starai nelle mutande,
non piùl le tingerai con il possente glande.
Morire ben dovevi in nobile tenzone
e invece, miserello, moristi da coglione!!!
Avrei bramato di perdere anche il cazzo,
ma perderlo da prode nel gioco del rampazzo.
(Il Re si apparta piangendo)
Cerimoniere :
Ti sarà dato il trattamento duro
d'esser legata con la fica al muro.
Il popolo sfilera' e tu con l'ano
farai da monumento vespasiano.
Ifigonia:
Sognavo un cazzo forte da bambina,
percio' pregavo Giove ogni mattina,
che', come un giorno avvenne per Enrica (mia sorella)
potesse capitarmi nella fica
un poderoso e ben tornito cazzo
per farmene per sempre il mio sollazzo.
Cosi non fu! E la Giustizia grande
che gioia e pur dolore in terra spande.
volle che fossi, per crudel destino,
moglie di un detestato culatino!!!
Addio per sempre, Spiro Kito sposo,
mi butto pel dolor nel water closo.
Tu porrai fin, ti prego, alla mia pena,
tirando lentamente la catena.
Prima che qualcuno possa trattenerla, Ifigonia si getta a capofitta nel water closed. Spiro Kito, ubbidendo ai suoi ultimi voleri, tira lentamente la catena.
(Tutti si inginocchiano pregando, mentre una salva di scorregge saluta la moritura.)
CALA LA TELA
sabato 23 gennaio 2010
Deligere oportet quem velis diligere
Deligere oportet quem velis diligere
(bisogna scegliere chi si vuol amare)
E’ sempre festa quando crediamo
e difendiamo la vita,
quando Ti ringraziamo
per quanto gia' abbiamo,
quando sappiamo metterci
in ascolto della tua parola,
quando siamo in aiuto
a chi ne ha bisogno,
quando dividiamo
le nostre gioie con gli altri,
quando la speranza guida
le nostre giornate ed azioni,
quando sappiamo credere
che ci sia qualcuno dentro di noi
che ci sa comprendere
che ci indica la via
che ci spiega perche’ stiamo sbagliando,
quando ti riconosciamo come amico
come insegnante, come amante,
e condividiamo il tuo silenzio,
che ci fa capire e nasci dentro di noi
e per noi ogni giorno e’ festa con te dentro...
Resta dentro ..
venerdì 22 gennaio 2010
Editoriale
Ebbene si.. utilizzo il blog per riflessioni di carattere leggero o sociale, per condividere esperienze personali o per consigli tecnologici e davvero cerco a volte una strada, non per altri, ma per me stesso, leggasi recentemente l’anacronistico gatto MAO alternativo ai soliti fatti che capitano quotidianamente in chiave leggermente satirica.
Fondamentalmente pero’ mi piacerebbe anche presentare l’uomo come un formidabile miscuglio di pensiero ed azione perche’ considero che dall’immaginazione nasca la realta’ in quanto voluta e costruita dall’uomo che ha in se il seme della verita’, la sua verita’ anche nel parlare in terza persona non disdegnando magari sacre scritture e al di la’ del senso religioso e senza prendere posizioni ed offrire spunti interpretativi per chi scrive sorprendenti e altamente significativi per l’uomo che deve vivere, pensare ed agire nel mondo mediatico. Mi ricordo agli albori scolastici come i miei compagni recepivano discorsi di Socrate, Epicuro, Platone, Aristotele, Eraclito e dimentico altri ma non dovuto all’eta’ ma al non interessamento coi ricordi, erano pesanti perche’ anacronistici ma ripeto solo per altri in quanto
io li vivevo a modo mio, ho un modo di prendere le notizie alla mia maniera ed e’ per quello che nei miei discorsi salto di palo in frasca..quante volte me l’hanno ripetuto i docenti..sin dalle elementari e visto col senno del poi devo dire che proprio docenti non lo erano ma seguivano solo un tracciato e quei “fuori tema” che mi appioppavano per me erano il mio tema e non quello che gli altri mi volevano far fare.
Tanto per fare un esempio salto sulle recenti festivita’..il Natale..la notte di questo giorno ci invita a superare qualche cosa..per me questa festa e’ festa di rassegnazione..tutte quelle luci sull’albero, sono una sfida alla notte che regna sulla terra, il bambino nella culla rappresenta la nostra speranza del tutto nuova. Il destino e’ vinto insomma..ma per destino lo considero come una notte sui nostri pensieri, perche’ non e’ possibile che si pensi se si e’ convinti che tutto e’ imposto e regolato dal consumismo, persino il nostro pensiero. Sarebbe meglio non pensare a nulla e mettersi solo a giocare alla tombola o a carte. L’origine sociale antica cancellava il tempo..i figli imitavano i gesti del papa’, sia democristiano o comunista, sia interista o juventino, era gia’ quello che sarebbe stato nel futuro
…l’ereditarieta’ esisteva nella societa’ prima ancora di entrare nei nostri convincimenti. Ma sapere per ricominciare
Non necessita davvero sapere…Insomma il pensiero o e’ riformatore o si spegne nella massa, questo accade se noi agiamo meccanicamente senza la luce e la luce viene a disturbarci. Tutto quello che capitava nel sonno dell’umanita’ era preventivamente conosciuto..guerra, carestie ..pestilenze..Tutto questo era atteso ed e’ per quello che i bambini nascevano vecchi. L’oriente ci insegna che la salute spegne il pensiero e non ci insegna cio’ che fu’. Non sono pensieri distorti e non sto andando fuori tema perche’ l’apparenza ha un grande peso perche’ il figlio imita il padre o peggio ancora imita quello che vede in TV su Youtube, lui vuol fare il tronista o partecipare al grande fratello, lei idem o vuol fare la velina e si reputa grassa e diventa anoressica.
Secondo la buona creanza ogni pensiero e’ considerato scandaloso, e’ il vecchio che sa’..si puo’ fare di meglio? Questa anche se non scritta e’ una legge potente. Cio’ che vi e’ di giovanile viene costantemente svalutato dagli antichi, dove si vede la giovinezza che dopo un sorprendente avvio, chiedere ben presto perdono agli Dei barbuti e calvi e farla diventare vecchia prima del tempo e non e’ il mio caso dovuto alla sindrome di peterpan ed e’ qui che esco dalla massa degli insegnamenti imposti.
Attenzione che non sono fuori tema in quanto torno sulla notte di Natale che ci invita ad adorare l’infanzia, l’infanzia in lei e l’infanzia in noi. Col negare ogni macchia, ogni segno, ogni predestinazione e in quel corpo nuovo intende farlo Dio al di sopra di ogni Deo. Che non sia facile a credere, lo ammetto e sono il primo a non credere ma se il Bambino credera’ il contrario imprimera’ su di se’ l’elemento ereditatorio come un tatuaggio. Ecco perche’ occorre e bisogna assolutamente appigliarsi all’altra idea, vale a dire ADORARLO.
Abbiate fede o increduli e le prove verranno. Era ammesso come vero che non si poteva fare a meno degli schiavi, ma era la schiavitu’ stessa che ne forniva le prove. Anche la guerra e’ la sola prova contro la pace, l’ineguaglianza e’ l’ingiustizia prova di se stesse in quanto ci sono e le riscontro ogni giorno, e per questo si giustificano. Dacche’ la forza regna, risulta che bisogna difendersi, ma si ha un circolo chiuso di azioni malfatte, non esiste una spiegazione logica e quindi pensare e’ rifiutare.
Cominceremo dunque da capo? (questo lo chiedeva Socrate il vecchio fanciullo). Ma i vecchi pensavano come il loro berretto o secondo il loro berretto (testa) e i giovani si davano l’aria di vecchi per meritarsi il berretto. La fede degli antichi distoglieva dal volere, la nuova fede invece comanda per prima cosa volere, quindi di sperare, perche’ l’una cosa non va senza l’altra. E siccome il bello significa qualcosa, tale e’ il senso della bella immagine dei re Magi, coperti di abiti lussuosi che stanno in adorazione a sto bambinello nudo. Mi fermo..stop
Non sono ne’ Re ne’ Mago ne’ Bambinello quindi mi faccio la solita canna e tornero’ a parlare di MAO e fatti del giorno…
Crinass
OPERA DEGRADATA – NESSUN DIRITTO
Come da Consulente Legale Informatico dell’Avv. Valentina Freudiani
LUCIANA LITTIZZETTO
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato a discrezione di togo29 e comunque non sistematicamente.
Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale, ai sensi della legge 62 del 7/3/2001. Alcune immagini sono frutto di una ricerca attraverso la rete e/o prelevate da siti all'apparenza di pubblico dominio,ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvedera’ alla loro pronta rimozione.
Una notizia di cui francamente non si puo’ proprio fare a meno. Paris Hilton c'ha fatto sapere che dorme con un maiale. SI’. Si e’ comperata una bella maialina rosa, l'ha chiamata Princess Piglette e se la tiene a letto con lei. Sotto le lenzuola.
Per carita’. Una e’ libera di scegliersi i compagni di letto che vuole. Ci mancherebbe. Peccato che il dialogo con un suino venga un po' a mancare. E' anche vero che ci sono uomini che invitati a scambiare quattro chiacchiere al massimo grugniscono quanto un verro e anche come livello igienico nulla hanno da invidiargli. Ma tant'e’. Io la stimo quella donna li’. Paris e’ sempre una sicurezza. Se pu0’ fare una minchiata lei la fa. Non si tira mai indietro. Domani le gira di segare una sequoia con la seghetta per le fialette? Lei lo fa. Le viene di andare nella curva della Roma a gridare forza Lazio e prendersi un bel bouquet di calci in culo? Lei lo fa. Tempo fa ci aveva anche fatto sapere che mangiava solo polli e tacchini che arrivavano dall'Italia. Se li faceva spedire apposta. Li’ ho tremato perche’ mi son detto.. Speriamo che non mangi anche le oche se no e’ cannibale. Comunque il suino domestico non e’ una novità. Anche George Clooney aveva tenuto un porco in casa. Aveva ’sto porcellino Max, che viveva con lui. Poi Max e’ morto, George se n'e’ fatto una ragione, e si e’ fidanzato con la Canalis. Comunque pensa come sara’ contento il suo fidanzato, della Paris dico… Per fortuna lei e’ magrissima e tutta spigoli, se no e’ un attimo che lui allunghi la mano, senta morbido, e si dedichi alla maiala invece che a lei. Ma senti, ma uno come suo padre, il signor Hilton, che ha messo su una catena di alberghi famosi in tutto il mondo, ma uno sforzo in piu’ per non generare una figlia che e’ un bungalow di cazzate, non lo poteva fare?
Ma le follie di questi tempi pullulano. Non so se avete letto. La Gregoraci, moglie dell'esimio Flavio Briatore, sta per partorire. Bene. C'ha fatto sapere che e’ maschio. Molto bene. C'ha anche detto come lo vogliono chiamare. Che giubilo. Il nome prescelto e’ Falco. Falco Briatore. Non e’ male. A me non spiacerebbe anche Merlo, per dire, che cosi’ quando torna da scuola con un bel voto puoi dirgli ..Bravo Merlo!... Pero’ han detto che se era una femmina l'avrebbero chiamata o Kenya o Asia. Eh, ma allora i conti non mi tornano. Allora cosa c'entra Falco. Ma scusa. Un minimo di logica. Se scegli gli stati scegli gli stati, se scegli gli uccelli scegli gli uccelli. Per dire. Vuoi chiamare la femmina Asia? Allora se e’ maschio devi chiamarlo Uruguay. I continenti li ho controllati, sono tutti out perche’ sono femmina. Comunque. Chiamalo Sudan. Congo piuttosto. Cosi’ poi quando nasce la sorellina fate Congo e Kenya, fighissimo. O se no, se fossero due gemelli, Burchina e Faso. Oppure teniamo buoni i volatili e se va bene Falco, per la femmina potrebbe andare molto bene Poiana. Che almeno rimaniamo nel campo dei rapaci. Se sono una coppia di gemelli allora ce n'e’ uno magnifico. Coco e Rita .
giovedì 21 gennaio 2010
Luv Ya
Basta con l’Italia, mi sono rotto gli ammennicoli. Credo che l’unica soluzione sia di trasferirsi negli State. Almeno li si dice pane al pane e vino al vino. Bread to bread e wine to wine. Non come qui che di parole ne abbiamo in esubero. Cassonate e cassonate ma che dico? Cassomorte di termini che ci confondono i pensieri. Prendi ad esempio due flirtosi poco convinti, quelli che si slinguano solo per noia. Proprio giocherellando con le parole sono in grado di farti vedere i sorci multicolor o vistavision. Frase classica che non fa testo ma e’ signi..fica..tiva.. Ti voglio bene ma non ti amo. Che poi tradotto in lingua corrente significa.. Senti facciamoci una sbattuta ma levati dalla testa che io sia la tua fidanzata. Ipocrita malcagata. Io invece ti odio ma non ti ammazzo. Quindi ritieniti fortunata e sparisci dal mio orizzonte che se ti cucco, ti riduco a pangrattato e ti faccio stare tutta in una scodella. Spacciatrice di minchiate stratosferiche. Vedi..le americane non hanno sto impiccio. Loro dicono subito.. Ti amo. I love you. Se lo dicono per salutarsi, per fare le coccole, per dichiararsi amore eterno. Altrimenti usano il ..Mi piaci... Che almeno e’ leale. I like you. E visto che sono entusiaste lo usano parecchio senza contare lo slang del Luv ya che sarebbe anche un ti voglio bene seguito da X che sono i baci e da O che sono gli abbracci oppure un XD, certo che occorre molta fantasia per vedere le labbra che formano una X ma ha attaccato e ora negli sms lo mettono tutti anche qui oltreoceano..Lo sussurrano all’orecchio del fidanzato e lo esclamano davanti ad una fetta di cotechino. Noi invece sempre li con il misurino. Mi vuoi bene ma come? Come alla tua cocorita? Ma quanto? Dammi un’idea del dosaggio. S.Q.? Secondo Quantita’ come nei manuali delle ricette? Adesso le codarde trucide azzardano il “mi fai stare bene”. Alla Biagio Antonacci. Sai che sforzo. Mi fai stare bene lo puoi dire a chiunque. Persino al tuo medico schiatzu quando ti schiaccia i piedi e ti mette a posto la cervicale annodandoti i coglioni. E poi il “mi fai stare bene” la dice lunga su quanto sia sempre tu il punto di partenza, l’alfa e l’omega del tuo moto sentimentale, il baricentro e la convergenza dei tuoi sensi, grande tornitrice delle mie palle. Io mi ricordo a suo tempo diciamo nella guerra punica o forse in quella di Troia (mi viene meglio anche perche’ si adatta alla persona) che dopo aver frequentato una femminuccia per 180 giorni mi son sentito dire le seguenti parole.. Beh, la nostra come dire… relazione”.Prego? Come dire relazione cosa? Stiamo assieme da meta’ anno, ci siam fatti vedere da mezzo mondo, mi hai presentato ai tuoi cugini di terzo grado scala Mercalli che vivono sulla riva del Gange e ancora non trovi le parole? Cagasotto squallida trucidosa sgrillettata. E il bello e’ che mi presentava come il suo miglior..amico..Alla faccia del bicarbonato cazzuto!!!! A pensarci bene mi si arricciano ancora i peli sul petto .Miglior amico???Ma chi ti ha mai cagata.. stronzetta sifilitica.. Peccato che tu con il tuo miglior amico fai praticamente le stesse cose che fai con un fidanzato, sgorbia zozza purulenta. E allora spero che tu non abbia avuto di migliori amici oltre me, Roba da infilzarla con le forchettine della bourghignonne e dargliela al gatto. L’ho lasciata poi, ed ora sto con chi non mi dice mai I love you semmai esce la classica storia del ,,come mai non dici mai che mi ami? E a me sta bene cosi’, la pace dei sensi o il senso della pace che per un uomo significa non ricordarsi il motivo a per cui piacevano le donne, rimane quel sempre quel senso di benessere e pace non influenzato dai sensi di cui sopra..quindi LUV YA
mercoledì 20 gennaio 2010
A volte ritornano...
Anche questa settimana e’ stata generosa di disgrazie. Le petroliere affondano come barchette di carta, la Fiat come regalo postNatale manda i suoi addetti di Termini Imerese a fare il bagno e raccogliere arance, la Rai continua a pretendere il canone della TV anche se non la caghi, l’Andreina e’ in ritardo di mestruazioni, Ettore il cane semaforo (incrocio tra un lupo di Canicatti’ e un porcospino di Lambrate) ha pisciato sul pacco dei giornali dell’edicola di piazza Agora’..e cosa vuoi di piu’ dalla vita? Niente. Nemmeno un Lucano (ano per gli amici)..vorrei qualcosa di meno se possibile. Ormai quando mi chiedono. Come va? Non ce la faccio piu’ a dire ..bene. Al massimo mi viene un insomma, un ..tiremm innanz (come disse Amatore Scesa il mio concittadino che significa “andiamo avanti”), quando sono in piena euforia per le prossime domande diro’ ..resisto o respiro o respiro e resisto. Io di solito a questo stress me la cavo con personalissimi rimedi, un tarallo al peperoncino per il magone, una carota cruda per la rabbia funesta, the’ caldo e capperi allo spiedo per le malinconie. Ma ultimamente mi e’ capitato tra capo e collo un dispiacere per il quale non ho trovato rimedio, non ho scovato un antidoto anche perche’ non lo cerco, si chiama solo IgM K in zona gamma al 4,8% (e’ l’ultima percentuale e spero faccia come il Berluska per quello che dice sull’inflazione..esiste ma non lo diciamo..) senza contare il refrain calunniatorio di cui sono soggetto e l’importante come diceva qualcuno, parlate bene, parlate male..purche’ se ne parli..ma cazzo parlate poco..
Eccomi sistemato..ma chi l’ha detto che i lupi sono in via d’estinzione? Com’e’ che cantava Basilio nel Barbiere di Siviglia? La calunnia e’ un venticello..nelle orecchie della gente si introduce destramente e le teste ed i cervelli fa gonfiar…a te oltre che al cervello ti gonfia anche la bile.
Carissima signora dal cuore ammuffito al pari del fiato. Mi spiace deluderla, ma proprio pur non avendo nulla contro chi ha determinate tendenze o aspirazioni, io non lo sono quello che lei ha sentenziato e di certo non faro’ nulla per farla convincere del contrario, sono debole di stomaco e in questi casi davvero lungi da me eccitazioni penetrali in cloache massime travestite da gente perseguitata dalla ria sorte.
Per evitare di tracimare ancora malanimo a destra e a manca le consiglio quello che diverse volte ho a lei detto, un weekend di petting selvaggio. Vedra’ che risultati. E come a lei lo prescrivo a tutti i malvagi che nella calunnia trovano una giustificazione alla loro insoddisfazione nell’essere rifiutate. Lo so che se metto in fila organi da lei presi (cazzi per essere volgare e farmi capire da lei) mi ci faccio in metraggio la Torino/Bologna e ritorno, ma sappia che esistono anche persone con le palle che non si svuotano nei cessi comuni ( opps scusi ..lei non e’ comune.. e’speciale..extra). Le parole sono macigni. Bisogna fare attenzione. Lo so che ci sono pettegolezzi piu’ innocui del tipo soft e a cui si da’ la qualifica di bisex..a parte il fatto che ciascuno e’ libero di fare le scelte sessuali che crede, compreso il faidate selvaggio tanto per gradire.., non capisco come fai tu (scusa la confidenza ma mi viene meglio per mandarti poi affanculo) che fai la pettinatrice di peli che trovi sui cazzi che prendi a dire che “quello li e’ frocio che si e’ fatto ricco sulle spalle altrui e quindi non da benestare ad ingressi di gente perbene ..chi e’ venuto ad informarti personalmente? Il tuo arcangelo? La tua dose di bianca giornaliera? La pasticca che ti prendi per poter essere sballata e raccontare delle emerite cazzate?..insomma se uno non ti fa perche’ gli fai schifo sia fisicamente sia come ragioni? A te la testa serve solo per dividere le orecchie e metterci un cappello da Befana sopra, dicevo se non ti da’ retta e voglio essere gentile nell’espressione e’ un frocio, e se non si droga, beve e si masturba..Ma non ti passa per la testa che magari gli fai schifo per quel profumo spermatozoico che sprigioni dal vestito colore vomito d’ubriaco?. Non ho interesse nel continuare a descrivere che mestiere veramente fai e di chi sei figlia per non offendere la categoria delle vulvivendole, ma mi rendo conto che di pervertiti ne esistono e proprio in posti dove meno te li aspetti, tu sai chi sono veramente per aver estorto mie foto al pellegrino che bonta’ sua si e’ massaggiato il volatile mentre tu spazzolavi altro. Hai meno anni di me ma potresti essere mia nonna, te l’ho detto e te lo ripeto, qui per te non c’e’ trippa per gatti, scordati di me, io non ho nulla a che spartire con gente del tuo stampo, scrivi pure le cazzate che vuoi sul tuo sito ma vedi solo di non coinvolgermi perche’ ti faro’ male, molto male e quei pochi che ti sono rimasti come amici, non considerarli tali altrimenti non ti scriverei in questo modo..ne convieni?. Ne approfitto per farti i migliori auguri per il Carnevale e ti va di culo che non devi spender soldi per indossare maschere considerato che sei mascherata di natura e come ti ho detto in passato… stavi bene nel presepe vivente come personaggio, solo che ho avuto difficolta’ nel riconoscerti perche’ eri vestita solo della tua pelle e non ho capito se eri l’animale di destra o di sinistra ma era indifferente no?..sia come asino che come vacca, il ruolo lo hai coperto egregiamente.
venerdì 15 gennaio 2010
SMS delle Feste
OPERA DEGRADATA – NESSUN DIRITTO
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LUCIANA LITTIZZETTO
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A me sto’ MAO fa cagare veramente, troppo serioso e poi te lo vedi un gatto che zampetta sulla tastiera mentre risponde al telefonino e zappinga su Sky e chatta col nickname di altri..bah. Dai pensiamo a cose reali, la neve e’ arrivata e non e’ da confondersi con la forfora del sindaco che passava in elicottero agratisse mentre io se devo fare un volo di 15 minuts devo fare due flebo di euri. Ad ogni modo e' davvero strano, la neve nelle favole rende tutti piu’ buoni mentre qui da noi e’ tutto il contrario. Siamo piu’ incazzosi insomma. Manco scendessero dal cielo fiocchi di cocaina. Quando nevica gli unici contenti sono i bambini i cassintegrati che lavorano per un giorno a spalare neve e infine i cani. I bambini che si tirano le palle di neve e i cani che fan la cacca sul pulito. Poi dopo qualche giorno i bambini si tirano le palle di neve con dentro la cacca dei cani e la festa e’ bell’e finita. L’unica e’ infilarsi degli scarponcini da pastorella di Fatima che fan la bella caviglia da pachiderma e aspettare che i giardini di marzo si vestano di nuovi colori come diceva il Lucio.
Dai, e’ l'inizio d'anno, siamo buoni. Pensiamo positivo. Dobbiamo gia’ esser grati che e’ finita la menata degli SMS di Natale. Quelle grandinate di cazzate che ti arrivano sotto le feste e che non fan piacere a nessuno tranne ai gestori o provider telefonici. Quei messaggini che fanno gli spiritosi, quelle orride poesiole in rima, quelle mefitiche filastrocche che schifano anche i bambini dell’asilo del tipo…Babbo Natale con i suoi gnometti ha sudato per mesetti, parte in volo tra un pochino per portarti un regalino, guarda bene e’ speciale i miei Auguri di Natale!. Ma sparati nei coglioni pirla. E’ Natale e ti odio. Ti sembra normale? …Dal vicino caminetto viene giu’ un angioletto…. E rimandalo su… chi cazzo te l’ha chiesto? Ti ho forse mandato un sms chiedendo di spedirmi un cherubino, per caso? Allora sparisci nel vuoto della tua esistenza. Poi ci sono quelli a luci rosse del tipo .. viene l’uomo di colore che ti incula con furore, poi si aggiunge l’africano che ti ciula piano piano, e mentre il culo ti fa male, tanti auguri e Buon Natale. No, perche’ e’ Natale, dovresti essere piu’ buono, amare tutto il mondo, poi ti arrivano sti sms e ti spuntano i canini da vampiro di Twilight. E vogliamo parlare di quei messaggini zen lunghi otto chilometri? Tipo.. Ti auguro con tutto il cuore che il karma del Natale ti avvolga lo spirito nel suo ampio mantello, e che la luce del sole universale ti accarezzi l'anima…. Ma l'anima di tua sorella… quanto mi stai sugli zebedebebei… Avvolgiti nel tuo mantello e levati di torno. Poi, il bello e’ che i mandanti di ’ste cazzate non si firmano. Tutto un pappardellone che per arrivare… pipit pipit pipit… ci mette mezz’ora e poi Buon Natale fine. Tutto ’sto torrone e poi non c'e’ la firma. Perche’ non c'e’ la firma? Io voglio sapere chi me l'ha mandato… Ma non per ringraziare. Noooo… Per sapere chi odiaree a chi rompere il culo. Perche’ non voglio un odio cosi’ senza confini. Un odio sans frontieres come i medici. Io voglio che sgorghi da me un odio preciso,mirato, col perimetro.Un odio col bersaglio. Invece nada. Oppure ti mettono la firma… Gianni. Gianni chi? Conosco 25 Gianni, posso mica rispondere Grazie a tutti 25? Peggio ancora quando si firmano persone ignote che manco le hai mai cagate. Roberto e Teresa Vattelapesca.Chi sono?boh.. Vabbe’ proseguo col va’ di culo al popolo mascolino che non si cucca gli sms della Befana che sono i peggiori. Quest’anno ne andava molto di moda uno…Potresti mica mandarmi una tua foto perche’ nessuno crede che conosco la Befana?.. oppure il massimo era a cantilena… la befana vien di notte e di te se ne strafotte, porta dono ai bambini se non fanno i birichini, porta dono ai piu’ buoni..se non rompono i coglioni…Ecco. Che tu pensi subito a chi te l'ha mandato ’sto messaggio. Che non e’ esattamente la Belene Rodriguez. Che ti vien da dire.. Eh, senti un po’, bella di notte? A chi dai della Befana ? E tu che hai il naso che piscia in bocca, la pelle muffita come il gorgonzola, e ti speli come i serpenti che fanno la muta, a cosa sembri? A Gollum, quello nato da un rapporto tra Cicciolina, Grande Puffo e la strega Salamandra, pezzo di cretina fatta e finita. Mostra..nel senso piu’ schifoso della parola. E comunque per non essere da meno, ti auguro Buon Anno con questo ultimo SMS..Scriviti Natale su una gamba e poi Capodanno sull’altra e io verro’ a trovarti tra le feste ma girati di schiena almeno non ti vedro’ in faccia.
giovedì 14 gennaio 2010
MAO 11 - Ultimo avviso
Ehi MAO gatto bastardo, hai visto il mio cellulare? E' da una vita che lo cerco disperatamente e non lo trovo piu’. Minchia li fanno sempre piu’ piccoli e sa il cazzo dove si nascondono, ho cercato nelle tasche del giaccone, in quelle dei pantaloni, anche tra la biancheria da lavare nel cesto in bagno, ho controllato nei cassetti, nella lavatrice e negli armadi, ho vuotato il borsello mi sono messo gattoni..opps scusa.. e ho perlustrato sotto tutti i mobili di casa. Non ho tralasciato nemmeno di guardare nel forno,nel frigo nelle scarpe…nada. zero di negativo. Sembra svanito come una bolla di sapone. Ho rivoltato l'intero appartamento come un calzino e sono disperato.Datemi una corda, un masso e ditemi dove sta il fiume..
Con la storia che sono sempre reperibile grazie ad esso, non lo lascio mai e me lo porto ovunque, anche per tutta la casa, tanto che ormai fa parte di me, e’ diventato il mio terzo orecchio, la mia seconda bocca, una protesi insostituibile, irrinunciabile…lo so lo so che lo lascio sempre spento.
Bah, speriamo che non mi sia caduto di tasca mentre facevo jogging, certo e’ che lo slalom tra le merde dei cani puo’ darsi l’abbia fatto scivolare fuori. Certo che sti cani non sono come te che sei pulito, tu la fai o dentro la tua cassetta o niente, i cani secondo me hanno dentro solo un lungo tubo.. da una parte entra e dall'altra esce a comando. Ma quando trovano il tempo di digerire? Mah!Tralasciamo il discorso merde o continuo su chi li porta all’evacuazione quotidiana e devo dire solo beati loro (i cani) che a comando la fanno senza bisogno di crusca e stare sul cesso con l’enigmistica. Lo so che e’ un discorso tutto di merda ma sono agitato.
Insomma, Mao, vuoi smetterla di poltrire sul divano e darmi una mano a cercarlo? Non ti rendi conto della mia angoscia?Sai che faccio, chiamo il cane del Debandi quello che non si capisce che incrocio semaforico e’ e ti faccio tagliare le palle da lui.. Pensa se qualcuno mi sta cercando? Qualche amico, parente o, peggio, un editore che mi vuole pubblicare i tuoi post! E se fosse un produttore cinematografico, un regista della Rai, di Mediaset? Sarebbe un dramma scoprire un giorno che mi sono perso l'occasione di essere l'autore di un romanzo scelto da Verdone per il suo prossimo film da Oscar del tipo “Ballando coi Gatti”. Coi tempi che corrono, quando tutti sembrano vivere col pepe nel culo, potrebbe andare di fretta e non trovandomi, rinunciare e cercarsi un altro pirla come me che scrive robe da gatto. Uno col telefonino a disposizione, non come me che me lo perdo o lo lascio spento. Ma ho proprio una testa di cazzo.Te l'immagini? Un'occasione cosi’, svanita perche’ sono irreperibile. Da tagliarmi le palle da solo.Oltre a tutto, tu non lo sai, ma da questa mattina il mio server e’ in tilt e non riesco a collegarmi alla posta elettronica. Morale, non posso nemmeno scoprire se qualcuno mi ha scritto! E intanto le e-mail si accumulano ed io non le posso leggere. E' pazzesco! Oggi ne esco matto! Almeno avessi accettato la clausola della segreteria telefonica, oppure il trasferimento di chiamata! Tutto per non essere rintracciabile… Che situazione insopportabile!
Mi sento uno escluso dal mondo. Un paria, un emarginato dalla societa’. Un naufrago sulla zattera del Titanic. L'ultimo rimasto, prossima preda degli squali dell'indifferenza. La tua. Si’, perché mi chiedo come fai ad essere cosi’ insensibile? Non vedi in che stato di agitazione mi trovo? E pensare che verso di te ho un amore quasi paterno, sei il mio gatto preferito e tu lo sai bene e, nonostante cio’, te ne stai in panciolle a guardarmi mentre mi dispero. E poi dicono che avere un animale per amico e’ la cosa più bella che possa capitare ad un umano. Evidentemente si riferivano ai cani, certamente non ai gatti di merda senzacuorati come te.
Intanto il tempo passa ed io sono senza cellulare. Ma sara’ cosi’ anche per gli altri o sono solo io preda della AMC, Ansia Mancata Comunicazione? A guardarci attorno, non c'e’ persona senza il telefonino e si vive tra musichette continue e tipi che parlano da soli e gesticolano. Il Grande Cellulare ci guida dall'alto delle sue antenne. Domina la nostra Vita. A lui ci rivolgiamo, offerti in voto, fedeli ascoltatori del suo verbo. Un verbo dai mille toni, quelli degli amici, dei parenti, dei contatti d'affari, che dispensa miliardi di parole, trilli e melodie. Il Grande Cellulare Onnipresente anche con i suoi messaggini. Lui, il tutto ormai, Internet compresa. Ma secondo te sto cellulare fara’ anche il caffe’? Sai che penso? Se improvvisamente l'aria di questo nostro pianeta si opponesse e riconquistasse la sua liberta’? Quella di propagare solo il canto degli uccelli, il sospiro del vento, il frusciare della pioggia, il ruggito dei temporali. Basta con la propagazione di onde radio, elettromagnetiche. Solo suoni originali, naturali. E basta anche con i rumori molesti dei motori delle auto e delle moto. Basta voci dai televisori e dalle radio. Basta tutto.
Il mondo ammutolirebbe e se ne rimarrebbe congelato a bocca aperta, lo sguardo perso. Ognuno solo e abbandonato a se stesso ad ascoltare il proprio respiro. Fantascienza. E intanto io non trovo sto cazzo di cellulare. Aspetta un momento, amico mio. Mi e’ venuta un'idea.. ora chiamo il mio cellulare dal telefono fisso e cosi’ lo rintraccio grazie alla sua suoneria. Se e’ in casa, a forza di girarla, lo sentiro’ certamente.Ma perche’ non me l’hai detto prima..pirla di un gatto senza palle. Ecco.. fatto, ho composto il numero e adesso questa angoscia finira’. Si’, lo sento,e’ lui.. sento il suo trillo smorzato, come se fosse sepolto sotto un materasso. Lo sento appena ma lo sento ed e’ qui vicino, anche se non lo vedo. Il suono viene dalle tue parti, MAO, dal divano e dalla tua espressione felice sembra che qualcuno ti stia solleticando il pelo vero? Una dolce vibrazione che ti rilassa, diabolico gatto! La vibrazione del vibrocall del mio telefonino sepolto sotto al tuo culo da pelandrone ti fa godere come una foca ammaestrata! Sparisci gatto bastardo, prima che ti vendo ad un domatore di pulci, per fare da camper ai suoi atleti quando va in giro per le piazze dei paesi! Sparisci e non farti piu’ vedere! Ma poteva capitarmi un gatto piu’ rimbambito di te?
mercoledì 13 gennaio 2010
MAO 10 - Catastrofismo
Ehi MAO, scivola dal computer e cerca di fare cose da gatto. Finira’ che, oltre alla vista, ti consumerai anche quella prugna di cervello che ti ritrovi. E poi che e’ sta scoperta scientifica che tutti i gatti hanno origine dal medio oriente..tu devi lasciar perdere i gattori di ricerca, te l’ho detto sul MAO 9 la storia delle scatolette di manzo ma non le abbiamo mangiate e ci siamo fatti una pizza ricordi? Poi passi per gli ingredienti ma cazzo ora esageri sia col maiale che lo consideri impuro ma la tua cuccia a forma di moschea te la puoi sognare e smetti di dire alla gatta della Clelia di mettersi il velo o succedera’ un cataclisma.. ma dai..
No, non sto facendo del catastrofismo, il mio e’ solo un consiglio e, oltre a cio’, il computer e’ mio e serve a me per cazzzeggio. Non e’ la prima volta che te lo faccio notare, quindi alza il culo e scarpina via tu e le tue idee.
A fare catastrofismo ci pensano gia’ in tanti, tutti quelli che ogni giorno lanciano un allarme nuovo per farci tremare d’angoscia e distogliere il nostro interesse dai tanti rospi che siamo costretti continuamente ad ingoiare e io devo pensare alle tue idee e alle tue sette vite o sette gatte vergini che dici di trovare nell’aldila’ se ti immoli per una giusta causa.
Insomma abbiamo gia’ dei casini reali…un giorno e’ il clima che si sta surriscaldando e finiremo tutti bolliti come dannati in un girone dell’inferno dantesco, un altro e’ il nostro consumo energetico che e’ tale da farci rischiare l’assideramento durante inverno. Senza contare l’inquinamento che provochiamo nelle citta’ che ci distruggera’ la salute, per non parlare dei fiumi d’acqua che consumiamo e delle riserve idriche che vanno disperse in acquedotti ridotti a colabrodo…mpfffffazz.
Oltre a questi allarmi, che gia’ sarebbero sufficienti per farci ammalare d’insonnia cronica e dovremo prendere tre cucchiai di magnesio per rilassarci, ci sono le pensioni che non si sa’ che fine faranno, il lavoro sempre piu’ precario, gli evasori fiscali e le spese folli dello stato, la delinquenza locale e quella importata con le centinaia di immigrati che continuano a sbarcare sulle nostre coste e che fanno casino li a Rosarno, il pericolo di atti terroristici degli integralisti e dei brigatisti e tutti gli isti vati,, ed infine, la concorrenza dei prodotti dall’oriente che, siano buoni oppure paccottiglia scopiazzata e spacciata per originale, ci stanno rovinando l’economia e smaronnando il coglionisterio.
Un catastrofismo che e’ ormai il cornetto giornaliero da inzuppare nel caffe’ o nel caffelatte con crusca la mattina appena svegli, nel mio caso verso le 10 e nel tuo sa il cazzo quando ti svegli. E per ogni drammatico allarme c’e’ una unica soluzione.. dobbiamo pensarci da noi e comportarci con saggezza e oculatezza, perche’ i nostri amministratori, che nella maggioranza in piu’ di mezzo secolo non hanno fatto una sega se non parlarsi addosso, hanno capito che scaricandoci la responsabilita’ possono prendere fiato e continuare a fare fantapolitica o fintapolitica qualdirsivoglia e tu mi parli anche di ste cose che trovi sui motori.
Per il consumo esagerato d’acqua la soluzione che ci propongono e quella di consumarne meno. Una pensata che rivela subito il livello di fantasia e di sottile ingegno dei nostri politici. Si potrebbe, per esempio, chiudere il rubinetto tra il lavaggio dell’orecchia sinistra e quello dell’orecchia destra. Oppure, fare il bagno tutti assieme, padre, madre, sei figli e il cane e ci va’ di culo perche’ tu caro MAO ti lavi lavi da solo con la tua saliva che ti scendeva. Di riparare gli acquedotti o farne di nuovi se ne discute da decenni ma mancano sempre i soldi e se anche tutti noi decidessimo di lavarci un’orecchia i giorni pari e l’altra quelli dispari, i soldi risparmiati finirebbero nel pozzo senza fondo della spesa pubblica che tutti propongono di controllare e diminuire e per farlo spendono fior di quattrinazzi nostri. Per l’inquinamento, invece, ci consigliano di andare a piedi o in bicicletta o di andare affanculo, che piova, nevichi o ci sia il solleone, oppure con l’autobus, tutti implaccati come sardine, mentre le auto di servizio dei nostri notabili circolano tranquillamente sbattendosene i i coglioni dei limiti di velocita’ e senza nemmeno usare le corsie preferenziali e gli aerei di stato li portano a spasso dove minchia vogliono. E io pagaaaaaaaaaaaaaaaaaa porca puttana sifilitica….
Non c’e’ occasione in cui politici, esperti, accademici, alti prelati e oggi anche comici, non lancino allarmi o denuncie su pericoli e tragedie imminenti, pronte a distruggerci la vita. Un piccolo esercito di Cassandre che dell’allarmismo hanno fatto una fede e spesso anche un’ottima fonte di guadagno. Untori di paure, “sniffatori” di popolarita’ e di potere.
Siamo diventati un popolo di scontenti e diffidenti a forza di sentire ste cagate nei notiziari. Scontenti perche’ vediamo le nostre vite consumarsi da spettatori di una commedia che non cambia mai scenario e diffidenti perche’ quasi sempre questi attori-predicatori non fanno altro che propinarci problemi senza soluzioni o addirittura aria fritta che alla fine evapora e, con tanto fiato di tanti, oggi dovremmo aver gia’ eliminato il buco dell’ozono mentre invece ci hanno riaperto il buco nel culo.
Ora sparisci, MAO, mettiti a fare cose da gatto occidentale e lascia stare sto computer e sti motori di ricerca che ti riempiono la capa di minchiate, altrimenti mi trasformero’ anch’io in un catastrofista e per te saranno gatti amari e ti faccio secco 3 delle tue sette vite o ti mando a verificare se ti spettano ste sette gatte vergini a premio del tuo sacrificio.
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