venerdì 27 novembre 2009

Inno Calzedoiano




OPERA DEGRADATA – NESSUN DIRITTO

Come da Consulente Legale Informatico dell’Avv. Valentina Freudiani

LUCIANA LITTIZZETTO

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Si sta avvicinando il Natale e noi bagiane siam gia’ qui che facciamo i salti mortali. Le stirubacule, le acrobazie come quella della pubblicita’ che si danna l'anima a cucinare con la voce sotto che le dice: «Smettila di fare i salti mortali in cucina... compra il polpettone gia’ fatto!». Tra l'altro in una cucina che e’ grossa 2 metri per 2, un angolo cottura... che tu pensi: se fa quelle robe li’ in cucina, in salotto cos'ha montato? Il trapezio per lavare i vetri? Per pulire la vasca si tuffa dal boiler? Una deficiente col cervello fatto di purea. Sono cosi’, le donne della pubblicita’: o idiote, o nude, e se sono sia idiote sia nude, e’ il massimo (Belene esclusa). A volte cantano accarezzandosi le calze. E finisce che scatta la polemicona. Avete letto? Tutti contro la pubblicita’ delle calze che ha usato come sottofondo l’Inno di Mameli… «Sorelle d'Italia…». Tutti a dire, eh, ma che roba, usare l'inno di Mameli per un collant... eh, ma usare cosi’ l'elmo di Scipio... Ma scusa... ma se fino a ieri tutti dicevano che l'inno nazionale faceva schifo al cazzo? Lo detestavano. Volevano sostituirlo con qualsiasi cosa, dal «Nabucco» a Morricone, c'era Bossi che al suo posto avrebbe messo piuttosto «E’ arrivato Ludovico il Moro, con le palle di velluto nero», e Calderoli la sigla di Mazinga Zeta... e adesso ci ruga che lo cantino in uno spot? Ma vediamo i lati positivi… almeno lo imparano anche i calciatori. Basta solo che non finiscano gridando «Calzedonia si’!

L'unica che negli spot non si scompone mai e’ la Mina. Ecco. Vorrei dire una roba brevissima sulla pubblicità della pasta che ha come speaker Mina, che prima parte con una roba poeticissima sulla famiglia, l'amore, i figli, le lasagne e mai piu’ finito... robe tipo: «Gli amici... sono i fratelli che ti scegli... ma la bici, fattela scegliere... da uno che ne sa... Gli amici, ti condiscono, la vita... ti condissero anche la pasta, qualche volta... non sempre... burro e parmigiano... L'amicizia... ha un sapore speciale... non sara’... che hai un amico... andato a male?». E poi chiude dicendo: «Farfalle al sugo d'arrosto. Il piacere. Di stare. Insieme». Che tu ti chiedi: Sei sicura che ti faccia piacere, Mina mia? No, perche’ da come lo dici sembra che sian purgative ’ste minchia di farfalle... A meno che non siano farfalle vere, che allora capisco. Sembra che legga le istruzioni di un frullatore, che mandi un messaggio in alfabeto morse. Morto canarino. Rotta zampetta. Vendere gabbia. Togliere prima zampetta rotta. Mette punti continuamente. Ti sembra che abbia finito invece no. Bavette. A la bela. Maria. Origano. Timo. E un chilo di muso di maiale. Nutrienti. Ma ti sfondano. Il fegato. Tutto in sincope. Hai presente quando i bambini leggono alle elementari che la maestra dice: si’ ma dagli un po’ di senso!... Uguale. Mina e’ Mina, ci mancherebbe. Pero’ qui sembra un po’ la mia amica Maria De Filippi quando fa le telepromozioni. Che non ha voglia e butta via le parole. «Guardate questo divano che bello ha le sue belle 4 zampe sotto e sopra e’ molle e a chi piace molle lo faro’ impazzire, dovete comprarlo presto che e’ in offerta fate in fretta che mi levo sta rottura di maroni,sto martirio... ». Ma falle fare a Mastrota le telepromozioni che lui ci crede, da’ soddisfazione, e le pentole le fa brillare con gli occhi.