Dando
uno sguardo al passato alle origini dei Bonzi partendo da mio papa'
Ugo e dal nonno Baldassarre che non ho mai conosciuto, sono arrivato
sino all'avo di decima generazione laterale di nome Fachino che in
quel del Cremasco nella seconda meta' del 400 acquisi' la nomina di
Conte grazie all'aiuto che diede alla Repubblica Serenissima in
guerra contro gli Sforza per la conquista di Crema, utilizzando le
sue barche che servirono alle truppe per attraversare il fiume Serio.
Nel
1922 sostituisce un amico infortunato in una gara del campionato
lombardo di motociclismo, e vince il titolo. (e qui esce l'emulazione
di mia figlia Patty che col casco in testa sostituiva il suo ragazzo
nelle gare di cross e di questo sono venuto a conoscenza dai suoi
amici concorrenti che erano li in clinica nell' attesa che lei si
risvegliasse dal coma avuto per un incidente con moto di grossa
cilindrata).
Viaggia in auto da Tripoli a Mogadiscio con una Alfa Romeo 1900 e inizia anche a girare i suoi primi, celebri, documentari: "Lettere dall'Africa" e nel 1952 "Magia Verde", girato nella foresta dell'Amazzonia nel Mato Grosso.
Gli equipaggi erano composti dal Conte Bonzi assieme al direttore della fotografia Mario Craveri, e dal regista Gian Gaspare Napolitano affiancato dall'operatore Giovanni Raffaldi.
Anche mio padre Ugo non perse tempo ed entro' in societa' nella MondialFilm ma fu un flop grazie alle avversita' burocratiche ministeriali, un poco come il network ReteMia di cui ero azionista e membro della consulta e di tutto mi rimane il riconoscimento italico di cavaliere ufficiale della repubblica e un mucchio di carta con relativi procedimenti fallimentari.
nb. se vorrete visitare il museo ite in
Via Bonzi 5, San Michele — 26010, frazione di Ripalta Cremasca (CR)
I
discendenti della stirpe Bonzi non sono molti, in Italia se ne
contano 840 e si son dati da fare in attivita' imprenditoriali... mio
nonno paterno Baldassarre mise in piedi una fonderia di ghisa ed
alluminio nel Legnanese di cui conservo solo delle foto e delle copie
in bronzo del monumento che rappresenta l'Alberto da Giussano
(attuale simbolo della lega nord) di progetto Enrico Butti che
all'inizio del 900 ha sostituito quello fatto in cartapesta (durato
pochissimo) da Egidio Pozzi.
(cartolina
dell'epoca spedite da Castellanza mio paese di origine)
Ed
ecco la fusione in bronzo che conservo gelosamente e passero' agli
eredi e lo stesso fara' mia sorella Graziella.
..la
fonderia diretta da mio padre Ugo col fratello Giuseppe (Pino) chiuse
al tempo della seconda guerra mondiale in quanto erano riluttanti nel
fondere armi per la guerra e la mia famiglia si sposto' per qualche
anno in emilia-romagna e precisamente a Forlimpopoli.
Lo
zio Giuseppe rimase invalido sulla carrozzina nel tentativo di
salvare un suo operaio che si era beccata una scossa di parecchi
migliaia di Volt, ebbe tre figlie di cui ho perso le tracce ma penso
siano rimaste in quel della romagna, me le ricordo tre bionde
impestate che mi facevano un sacco di dispetti ed una in particolare
la Mirta mi assomigliava in modo impressionante, occhi verdi e alluce
tipo il mio, mentre la Giuliana piu' grande di qualche anno deve aver
intrapreso attivita' di allevamento polli e affini e la piu' giovane,
la Carmen era avviata nel campo estetico ed era patita di moto e
ricorda un poco mia figlia Patrizia che con moto di grossa cilindrata
all'eta' di ventanni (al limite della guida) e' incorsa in un
incidente che l'ha fatta stare in coma da luglio a dicembre alla
soglia dei ventunanni.
de
l resto aveva cominciato presto sulle due ruote e relative gare
e
il fratello Fabio non e’ da meno ed essendo della stirpe dei Bonzi,
moto, aereo, paracadutismo vela snow sky jumping sono all’ordine
del giorno
anche il piccolo Davide si da da fare
io ho trasmesso il DNA della stirpe
e pure zico era dei nostri
Ma quello
che mi affascina dei Bonzi di Dossena (Val Brembana) e' stato il ramo
trasferito a Crema e piu' precisamente la persona di Leonardo che
ricorda tanto mio zio materno Pompeo che e' della stirpe dei
Morlacchi famiglia contadina passata all'industria.
Dicevo
di Leonardo figlio del conte Iro e di Sarina Berra Nathan ( nipote
dell'omonima patriota ottocentesca e cugina del sindaco di Roma
Ernesto Nathan)..era piu' grande di sei anni di mio papa' Ugo e
quindi era del 1902 e nei miei ricordi io lo associavo sempre a
Maner Lualdi
per
la trasvolata in aereo nell'America del Sud con un piccolo aereo da
turismo il SAI Ambrosini di cui conservo il modellino in alluminio
nella mansarda della casa estiva marina.(assieme ai resti dell' AMX
il caccia destinato a sostituire i G91caduto a Caselle del giugno del
1984 in fase di collaudo)
Il
viaggio Bonzi-Lualdi era stato fatto per sensibilizzare i media
associando l'impresa alla situazione dei bambini mutilati e orfani di
quelle terre.
Risalgo
con ordine e cerco di mettere a fuoco la vita di..anzi del Conte
Leonardo Bonzi.
Farlo
e' semplice grazie ai motori di ricerca da cui traggo libero spunto
ringraziandone gli autori..
Nato
nel 1902 verso la fine di dicembre e' stato indirizzato allo sport.
Pratica
sin da giovane il tennis che sara' una delle passioni della sua vita.
Due
anni dopo alla settimana internazionale degli sport invernali che si
svolse a Chamonix e in seguito riconosciuta come prima Olimpiade
Invernale, Leonardo e' il portabandiera dell'Italia e partecipa come
membro dei team di bob a 4 e bob a 5.
Gli
anni immediatamente successivi li dedica al tennis e allo studio
universitario, laureandosi in Giurisprudenza alla Cattolica nel 1927
(qui si e' laureata pure mia sorella Graziella nel 1958) e in
Economia e Commercio alla Bocconi nel 1928.
Vinse
i Campionati Italiani di Tennis in piu' riprese...
nel
1926 si aggiudico' il doppio misto e nel 1929 si cucco' i titoli nel
doppio maschile e nel doppio misto.
Nel
1928 e 29 si aggiudica la Coppa Milano e il Torneo Brian e per una
decina di anni fece parte della "nazionale" italiana di
Coppa Davis.
Nel
1932, durante una sfida col miglior tennista dell'epoca, il francese
Henry Cochet, uno dei Quattro Moschettieri, arriva ad un passo dalla
vittoria ...In vantaggio e con un match point, un tiro di Cochet
finisce a pochi centimetri dalla linea. L'arbitro chiede a Bonzi se
la palla fosse buona o meno. Bonzi risponde "buonissima",
Cochet annulla il match point e poi rimonta e vince la partita.
Nei
primi anni 30 Leonardo si dedica oltre che al tennis alle altre sue
due passioni: l'aviazione e l'alpinismo.
Nel
1931 ottenuto il brevetto di volo tenta di atterrare sul ghiacciaio
del Monte Bianco per una scommessa.
L'aereo si capotta ma Bonzi miracolosamente si salva, inforca gli sci e scende sino a Courmayeur, l'elica e' nel museo che hanno aperto nel 2004 nel Cremasco mentre nel nostro ramo mio figlio Fabio la sua elica se l'e' appoggiata alla parete del salotto assieme agli sci che si usavano negli anni 30 con relativi bastoncini in bambu'.
L'aereo si capotta ma Bonzi miracolosamente si salva, inforca gli sci e scende sino a Courmayeur, l'elica e' nel museo che hanno aperto nel 2004 nel Cremasco mentre nel nostro ramo mio figlio Fabio la sua elica se l'e' appoggiata alla parete del salotto assieme agli sci che si usavano negli anni 30 con relativi bastoncini in bambu'.
Sempre
in quell'anno attraversa tutta l'Africa del Nord in aereo
partecipando ad ogni singolo torneo di tennis, spesso vincendo. Fa
tappa ad Algeri, Fez, Casablanca, Tripoli, Tangeri e Rabat; con sè
aveva solo le racchette e le palline e uno smoking per le serate di
gala alla fine dei tornei.
Il
1932 lo vede viaggiare per mesi in India durante una tourne' della
nazionale italiana di tennis, nel 1933 organizza una spedizione
alpinistica con il celebre geologo Ardito Desio in Iran. Pilota
personalmente il trimotore Caproni. Bonzi e Desio scaleranno oltre 20
vette iraniane della Catena dei Baktiari, tutte per la prima volta.
Nel
1934 scala le montagne dell'Atlante del Marocco e ne discende le
vette innevate con gli sci. Sempre lo stesso anno guida una
traversata della Groenlandia con cani e slitte;
scalano
alcune vette inesplorate ma rischiano di morire di stenti e freddo,
venendo infine salvati da una nave.
Tra
il 1935 e il 1937 scalo' diverse vette dell'Himalaya, stabili' il
record della prima traversata in aereo del deserto del Sahara e
pubblico' il suo primo libro: "Deserti di ghiaccio, oceani di
sabbia". Contemporaneamente pubblico' reportage dei suoi viaggi
sul Corriere della Sera e Il Tempo ottenendo un enorme popolarita'.
Nel
1937 si sposò con Elisa Lentati e come viaggio di nozze la porto' in
auto, una Lancia Aprilia, da Beirut sino a Bombay. Oltre 11.000
chilometri.
Nel
1938 viene celebrato come uno degli eroi del fascismo al Raduno del
Littorio a Roma. L'anno successivo stabilisce il record del mondo del
volo piu' lungo mai effettuato senza scali, da Roma ad Addis Abeba,
in oltre 18 ore.
Nel
1940 viene arruolata come ufficiale nell'aeronautica e presto diventa
un eroe dei cieli. Partecipa ad ogni azione aeronautica dal 1940 al
1943, celebre il suo intervento a Gimma, in Africa Orientale
Italiana, dove con un’impresa rocambolesca riusci' a raggiungere le
truppe italiane circondate dai nemici e a portare i rifornimenti di
cibo ed armi.
Durante
il ritorno verso l'Italia venne catturato dagli Inglesi che lo
rinchiusero in un campo di prigionia in Arabia. Leonardo riusci' a
corrompere le guardie arabe, raggiungere l'aereo e scappare sotto il
fuoco nemico sino a rientrare in Italia. Venne premiato personalmente
da Benito Mussolini con la Medaglia d'Oro al valore militare e
promosso Maggiore e pure nazisti lo premiarono con una Croce di Ferro
consegnatagli dal Generale Kesserling.
Dopo
il settembre 1943 decise di partecipare alla guerra dalla parte degli
Alleati, effettuando nuovamente decine di missioni di volo. Riceve
altre medaglie e una promozione a Tenente Colonnello anche dai
vertici militari USA.
Nel
1945 dopo il 25 aprile viene posto in congedo, con oltre 2000 ore di
volo di guerra, decine e decine di missioni, 1 Medaglia d'Oro e 4
Medaglie d'Argento e 1 Croce di Ferro, i brevetti di Istruttore e
Collaudatore di volo anche notturno.
Intanto,
nel 1942 data importante non per la mia nascita agli idi di marzo ma
per l'incontro che Leonardo ebbe a Roma con Clara Calamai.
La
Clara era tra le piu' famose d'Europa e proprio in quell'anno star
assoluta di Ossessione, il film capostipite del Neorealismo di
Luchino Visconti ed e' stata la prima attrice famosa a seno nudo
preceduta da Vittoria Carpi che e' passata in secondo piano in quanto
quasi a livello comparsa.
Alla
fine della guerra Leonardo ottiene l'annullamento delle sue prime
nozze e sposa la celebre attrice.
Tramite
lei conosce il famoso produttore cinematografico Carlo Ponti e ne
diventa socio nella ATA, iniziando la carriera di produttore di film
e documentari.
Riprende
anche a stabilire record aeronautici con un volo ininterrotto da
Udine sino a Massaua nel 1948 e battendo il suo stesso record l'anno
successivo con un volo da Milano a Buenos Aires a scopo benefico per
raccogliere fondi per i bambini mutilati della fondazione di Don
Gnocchi.
In
seguito brevettera' l'aerauto, fusione tra automobile ed aereo,
pilotandolo da Roma sino a Mosca.
Sempre
nel 1948 diventa membro del CdA di SEA, la societa' aeroportuale di
Milano.
Per
oltre 10 anni si battera' per la chiusura di Linate e per
l'espansione di Malpensa creando un grande aeroporto
intercontinentale per tutto il nord Italia, una visione di quasi 50
anni troppo in anticipo.
Gli
anni 50 si aprono con nuovi record e nuove avventure.
Viaggia in auto da Tripoli a Mogadiscio con una Alfa Romeo 1900 e inizia anche a girare i suoi primi, celebri, documentari: "Lettere dall'Africa" e nel 1952 "Magia Verde", girato nella foresta dell'Amazzonia nel Mato Grosso.
Quest'ultimo
viene presentato al Festival di Cannes e contende sino all'ultimo la
Palma d'Oro a Vite Vendute, capolavoro di Clouzot. Per non far torto
a nessuno i francesi inventano ex-novo un premio al miglior
documentario che viene assegnato all'unanimità a "Magia
Verde".
Come mezzo di trasporto per le attrezzature Bonzi utilizzo' due Alfa Matta versione AR 51 abbinate ciascuna ad un rimorchio tipo biga da 6 quintali di portata complessiva, con le quali apri' una nuova via di comunicazione dall' Oceano Atlantico al Pacifico, compiendo una spedizione di oltre 7.000 km in quattro mesi.
Come mezzo di trasporto per le attrezzature Bonzi utilizzo' due Alfa Matta versione AR 51 abbinate ciascuna ad un rimorchio tipo biga da 6 quintali di portata complessiva, con le quali apri' una nuova via di comunicazione dall' Oceano Atlantico al Pacifico, compiendo una spedizione di oltre 7.000 km in quattro mesi.
Gli equipaggi erano composti dal Conte Bonzi assieme al direttore della fotografia Mario Craveri, e dal regista Gian Gaspare Napolitano affiancato dall'operatore Giovanni Raffaldi.
Equipaggi e vetture
dovettero affrontare una prova molto dura, negli ambienti piu'
diversi, dalle piste immerse nella savana alle mulattiere sassose,
dalle paludi del Mato Grosso ai valichi gelidi delle Ande, alternando
alcuni giorni di sosta per effettuare le riprese a lunghi
trasferimenti pieni di difficoltà. Unica assistenza per il primo
tratto, l'appoggio aereo di un piccolo monomotore che settimanalmente
portava rifornimento di viveri e quanto necessario agli esploratori,
fino a quando le alte cime delle Ande non gli impedirono di seguire
la spedizione.
Nel
1955 gira in Indonesia "Continente Perduto", primo film
italiano in Cinemascope; ottiene un successo clamoroso in tutto il
mondo e sarà premiato ai Festival di Berlino e Cannes.
Nel
1957 gira con Carlo Lizzani "La Muraglia Cinese",
documentario sulla Cina comunista che vinse il David di Donatello.
Anche mio padre Ugo non perse tempo ed entro' in societa' nella MondialFilm ma fu un flop grazie alle avversita' burocratiche ministeriali, un poco come il network ReteMia di cui ero azionista e membro della consulta e di tutto mi rimane il riconoscimento italico di cavaliere ufficiale della repubblica e un mucchio di carta con relativi procedimenti fallimentari.
L'anno
successivo Leonardo lo trascorse tentando l'ingresso in politica con
il Partito Liberale Italiano (che era anche il mio Partito); sceglie
una campagna elettorale all'americana, con i primi gadgets e cene
elettorali, ma il collegio deve si candida al Senato, quello di
Crema, non è certo pronto ad una politica così poco ingessata e
"nuova",
Nel
1958 si separa da Clara Calamai, che per lui aveva rinunciato alla
sua carriera al cinema e gli aveva dato due figlie.
Nel
1961 sposò in terze nozze Jacqueline de Rieupeyroux .
Nel
1966 la mutinazionale svizzera Nestlè in occasione dei
festeggiamenti per il centenario gli commissionò un documentario
sulla fame nel mondo che venne intitolato “Nourritures des
hommes”.
La vita movimentata non gli impedi' di seguire con scrupolo i suoi affari, oltre a molte cariche onorifiche fece parte del consiglio di amministrazione di ben 27 società.
La vita movimentata non gli impedi' di seguire con scrupolo i suoi affari, oltre a molte cariche onorifiche fece parte del consiglio di amministrazione di ben 27 società.
Nel
1969 inizia a dedicarsi al Tiro a Volo.
Fa
ricostruire un nuovo Circolo in zona Ripamonti vicino all'OM dove mio
padre era ritornato alla vita di fonderia, ne diventa presidente e
nel 1971 porta i Campionati Mondiali a Milano.
Nel
1973 e 1974 e' campione italiani di tiro.
Fu
per lunghi decenni presidente del “Clubino” esclusivo circolo
milanese per soli uomini che annovera tra i soci la borghesia e
l’aristocrazia illuminata di Milano.
Dagli
anni '60 iniziò a vivere nella tenuta di caccia di famiglia nel
Cremasco, a San Michele, lungo le rive del fiume Serio.
Ospito'
nella sua tenuta decine di personaggi nel jet set di quegli anni.
La
famiglia Bonzi dagli inizi del ‘900 possedeva una ampia fascia di
territorio che si estendeva dalla frazione di Rovagnasco di Segrate
fino al fiume Lambro e che comprendeva le cascine di Rovagnasco,
Olgetta, Olgia e Melghera.
Nel
1968 conobbe Don Verze' che lo convinse a regalargli 25.000 metri
quadrati di terreno tra Milano e Segrate, intorno alla Cascina
Melghera.
Il
prete ci costrui' l'Ospedale San Raffaele e poi presento' il conte
Bonzi ad un giovane imprenditore edile, Silvio Berlusconi. Bonzi
cedette le aree che gli restavano tra Rovagnasco e il Lambro; aree
tutte non edificabili che prodigiosamente subirono un cambio di
destinazione permettendo a Berlusconi la costruzione di Milano 2 ed
ironia della sorte proprio in questi giorni e siamo nel giugno 2016
il Berlusconi e' ricoverato proprio nel San Raffaele in attesa di un
intervento per la sostituzione valvola del cuore e allineamento con
la mia famiglia anche mia sorella Graziella ha subito lo stesso
intervento nella stessa clinica ma un poco prima del Berlusconi.
Nel
1976 Leonardo Bonzi viene colpito da due ictus; il secondo lo lascia
in carrozzella. Depresso Bonzi brucia centinaia di lettere, foto e
documenti della sua avventurosa vita.
Il
30 dicembre del 1977 muore a 75 anni dopo una vita incredibile. I
funerali secondo le sue richieste sono in forma privatissima e la
notizia della sua morte viene resa nota solo dopo gli stessi.
presente
ancor oggi. Gli sopravvivono le due figlie Iria ed Emilia ed il museo
dove sono raccolte una parte delle testimonianze delle sue imprese.
E
chiudo questa ricerca sulla dinastia dei Bonzi con le parole della
Marchesa Emilia Bonzi tratte dal libro Leonardo Bonzi, l'uomo che
partiva sempre..
“Mio padre
non giocava a fare l’eroe, anche se in molti l’hanno pensato. Di
questo sono certa e me lo hanno confermato tutti, amici e conoscenti,
familiari e compagni d’avventura. Alla base di ogni suo esperimento
c’era un’adeguata preparazione, e i suoi slanci creativi erano
spesso dedicati ad affinare la logistica. Indro Montanelli, che ha
avuto modo di conoscerlo bene, l’ha definito “un uomo di molta
praticità ma soprattutto un grande architetto”…Non appena
ottenuto il brevetto, Leonardo Bonzi prese coscienza dell’uso anche
individuale dell’aereo, e mentre in tutto il mondo l’aeronautica
civile muoveva i suoi primi passi verso l’ottimizzazione dei
trasporti di linea, lui andava oltre e auspicava l’impiego abituale
e privato di un mezzo facile da usare, relativamente costoso e
assolutamente necessario per ridurre distanze e tempo di
percorrenza”.
nb. se vorrete visitare il museo ite in
Via Bonzi 5, San Michele — 26010, frazione di Ripalta Cremasca (CR)
occorre
prenotare al N° 02.469 3487